“Laudato si’, la prima vera enciclica di Francesco sulla cura della casa comune (la Lumen Fidei, come noto, era stata quasi interamente scritta da Benedetto XVI e firmata dal successore), è stata presentata stamane nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano. Insieme a padre Federico Lombardi nelle vesti di moderatore, hanno partecipato all’evento il metropolita di Pergamo Zizioulas, il professor John Schellnhuber, la professoressa Carolyn Woo e Valeria Martano, maestra impegnata nelle periferie romane.
CHI HA PRESENTATO LAUDATO SI’, L’ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO. TUTTE LE FOTO
SEI CAPITOLI E UNA DOMANDA COME PREMESSA
Il testo si compone di 192 pagine (numero uguale a quello della bozza diffusa lunedì scorso dall’Espresso) ed è suddiviso in sei capitoli. Il presupposto è la domanda “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?”. A scanso di equivoci, viene subito ricordato che “questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale”. L’enciclica è naturalmente diretta sì ai fedeli cattolici, ma il tema è così complesso e universale che viene rimarcato come il messaggio sia rivolto a tutti, visto che si tratta della “nostra casa comune”. Dialogo necessario che ben emerge nel capitolo quinto, quando il Papa ricorda che “altre Chiese e comunità cristiane – come pure altre religioni – hanno sviluppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessione” sul tema dell’ecologia. E non è un caso che ampiamente citato, nel testo, sia il patriarca ecumenico Bartolomeo I di Costantinopoli.
LA DIMENSIONE UMANA E QUELLA SOCIALE
Lo schema del documento è semplice: dopo aver passato in rassegna le acquisizioni scientifiche oggi disponibili, si passa a confrontarsi con la tradizione giudaico-cristiana e i riferimenti biblici. Quindi si entra nel cuore dell’enciclica: la proposta di sviluppare una “ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali”. Al capitolo quinto, come già detto, si punta sul dialogo finalizzato a strutturare processi decisionali trasparenti, prima di giungere a offrire spunti per la formazione di una coscienza responsabile a livello educativo, spirituale, ecclesiale, politico e teologico. A concludere l’opera, due preghiere: una offerta alla condivisione con tutti coloro che credono in un Dio onnipotente, l’altra proposta a quanti professano la fede in Gesù Cristo.
MUTAMENTI CLIMATICI E QUESTIONE DELL’ACQUA
In riferimento al primo capitolo, finalizzato a passare in rassegna le acquisizioni scientifiche, Francesco prende in considerazione cinque aspetti. Si va dal più annunciato, quello relativo ai mutamenti climatici che comportano “gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche” e che “costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità”, per arrivare alla questione dell’acqua. Qui il Papa scrive che si tratta “di un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”. Si passa poi alla tutela della biodiversità.
CHI HA PRESENTATO LAUDATO SI’, L’ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO. TUTTE LE FOTO
LA RICCHEZZA DELLA TRADIZIONE GIUDEO-CRISTIANA
Successivamente, come peraltro evidenziato dal cardinale Turkson, si mette in luce la ricchezza della tradizione giudeo-cristiana: “Questa rivelazione esplicita la tremenda responsabilità dell’essere umano nei confronti della creazione, l’intimo legame fra tutte le creature e il fatto che l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti”.
L’USO DELLE TECNOLOGIE
Il terzo capitolo, che ha al centro un’analisi della situazione attuale, parla anche di tecnologia: ne viene sì riconosciuto l’apporto al miglioramento delle condizioni di vita, ma mette in guardia sul rischio di dare “a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla n dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero”. Due problemi definiti “cruciali” sono toccati in questo capitolo: il lavoro e i limiti del progresso scientifico, con chiaro riferimento agli ogm, che comunque “sono una questione di carattere complesso”. Circa il dibattito scientifico e sociale, si auspica che esso sia “responsabile e ampio, in grado di considerare tutta l’informazione disponibile e di chiamare le cose con il loro nome”.
L’ECOLOGIA INTEGRALE COME CUORE DEL DOCUMENTO
E si arriva al cuore del documento, la proposta di una “ecologia integrale come nuovo paradigma di giustizia”. Una ecologia “che integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda”. Infatti, ha scritto il Papa nell’enciclica, “non possiamo considerare la natura come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vita”. L’ecologia integrale – ha aggiunto il Pontefice – “è inseparabile dalla nozione di bene comune, da intendersi però in maniera concreta: nel contesto di oggi, in cui si riscontrano tante iniquità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali”, impegnarsi per il bene comune significa fare scelte solidali sulla base di una “opzione preferenziale per i più poveri”.
RINNOVARE LA POLITICA
E’ su questa base, ha aggiunto Turkson, che il capitolo successivo (il quinto) “affronta la domanda su che cosa possiamo e dobbiamo fare, e propone una serie di prospettive di rinnovamento della politica internazionale, nazionale e locale, dei processi decisionali in ambito pubblico e imprenditoriale, del rapporto tra politica ed economia e di quello tra religioni e scienze”.
COSTRUIRE CAMMINI CONCRETI NON IDEOLOGIZZATI
Per il Papa, ha chiosato il porporato ghanese, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, “è indispensabile che la costruzione di cammini concreti non venga affrontata in modo ideologico, superficiale o riduzionista. Per questo è indispensabile il dialogo, un termine presente nel titolo di ogni sezione di questo capitolo”. La Chiesa, ha aggiunto Turkson riprendendo le parole scritte dal Papa nell’enciclica, “non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma io invito a un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune”.