“La differenza sostanziale tra la Nato e la Russia è che le esercitazioni dell’Alleanza atlantica avvengono alla luce del sole e hanno un carattere dichiaratamente difensivo; nessuno ha invitato Mosca in Ucraina, invece”. A fronte di una propaganda sempre più intensa del Cremlino, denunciata nei giorni scorsi dal New York Times, il generale Douglas Lute, ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la Nato, non ha dubbi: la Russia sta reagendo in modo irresponsabile su tutta la linea e l’Alleanza prende le necessarie contromisure.
UNA NUOVA NATO
Gli sforzi del summit in Galles con la decisione di creare di una forza di risposta rapida; i sei centri di comando e controllo in Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania; l’impegno a invertire la rotta, aumentando gli investimenti nella difesa comune. Per Lute questi sono tutti fili che concorrono a tessere una Nato capace di fronteggiare – a oltre 65 anni dalla sua nascita – le nuove minacce che emergono nella complessità del mondo attuale.
In un incontro tenuto oggi con la stampa, il diplomatico statunitense ha fatto il punto sui tanti progetti, ricapitolati il 20 e 21 maggio 2015 durante il meeting del Comitato militare della Nato a cui hanno partecipato i leader delle forze armate dei 28 Paesi dell’Alleanza atlantica, per discutere dell’aggressività mostrata dall’Orso russo in Europa orientale.
LE ESERCITAZIONI DELL’ALLEANZA
La crisi di Kiev e le violazioni del diritto internazionale della Russia, come quella in Crimea, sono osservate da vicino dalla Nato, impegnata negli ultimi mesi in diverse esercitazioni militari, come la recentissima Baltops, che dal 1971 insegue l’obiettivo di rinforzare l’interoperabilità degli eserciti e la fiducia reciproca tra i Paesi. Le aree coinvolte sono quelle più prossime all’Ucraina: Polonia, ma anche Germania e il mar Baltico. O come quella partita dalla base di Ämari, in Estonia, dove un mese fa – in un surreale war game – oltre 13mila uomini hanno messo in scena la simulazione di un’invasione da parte della nazione immaginaria di Aslavia, controfigura della Federazione.
LE MOSSE DEI 28
Lute ha ricordato le principali mosse della Nato, alcune già intraprese e altre in evoluzione. “Stiamo potenziando le nostre capacità di analisi e intelligence, accelerando le modalità di assunzione delle decisioni, esplorando nuovi modi di lavorare con i nostri partner internazionali e implementando il più grande rafforzamento della nostra difesa collettiva dalla fine della Guerra fredda, grazie al Readiness Action Plan (Rap), approvato il 5 settembre 2014 nel Regno Unito”. Inoltre, “stiamo incrementando la prontezza e l’efficienza di tutte le nostre forze armate, a partire della Very High Readiness Joint Task Force (Vjtf), la forza congiunta di pronto intervento che sarà pienamente operativa nel 2016”.
PRONTI A OGNI EVENIENZA
“Non credo ci sarà un’escalation con Mosca – ha rimarcato Lute -, perché non converrebbe a nessuno. Ma abbiamo il diritto e il dovere di predisporre tutte le misure necessarie per essere pronti in caso ciò avvenisse”. A “chiedercelo sono i nostri stessi alleati più esposti”, ha ricordato. Quanto al più volte paventato dispiegamento di mezzi pesanti Usa nella regione, l’ambasciatore ha rivelato: “Non abbiamo ancora preso decisioni in merito e non potremmo farlo, ad ogni modo, senza il consenso dei nostri partner”.