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Promemoria per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici

L’editoriale di “Fabbrica Società” il giornale della Uilm che sarà “on line” da domenica 28 giugno

E’ un tempo in cui l’opinione pubblica si caratterizza per un’attenzione rivolta sempre più alle percezioni contingenti, anziché ai fatti concreti. Basti guardare a quel che accade in economia: “La ripresa non c’è, ma si vede”. E’ il paradosso sintetizzato dal giornalista Enrico Cisnetto per raccontare le difficoltà della crescita.

E’ in questo contesto che si inserisce il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, caratterizzato dalla piattaforma rivendicativa da presentare a Federmeccanica entro il mese di luglio. Data l’aria che tira, la volontà di fare il contratto da parte del sindacato metalmeccanico rappresenta il contributo offerto per il rilancio della crescita, attraverso specifiche sollecitazioni alle politiche del lavoro e a quelle dei fattori della produzione.

Ciò significa che, da parte nostra, esiste l’impegno concreto ad avanzare richieste alla controparte di natura salariale e normativa rivolte al risollevarsi dell’intero sistema industriale e manifatturiero, in particolare. La ripresa ancora non c’è, perché: bisogna mettere a regime il lavoro con la ristrutturazione che ha riguardato le imprese; occorrono investimenti tradizionali ed innovativi; ci vuole la ripartenza dei consumi. Proprio questi ultimi, nel primo trimestre del 2015, sono ulteriormente calati dello 0,1 per cento, anche se i dati, diffusi alcuni giorni fa dall’Istat, segnalano una loro blanda ripartenza.

Ma l’incongruenza si ripropone a livello industriale, dato che le ultime rilevazioni dell’Istituto statistico sono incoraggianti solo sugli ordinativi (in aumento del 5,4 per cento ad aprile rispetto al mese precedente), ma non sui fatturati (in calo dello 0,6% nello stesso arco di tempo). In parole povere, l’industria è in una fase produttiva in cui tira l’auto, ma dove non si riesce a risollevare l’edilizia.

Quindi, se anche a fine anno dovessimo registrare un mezzo punto di Pil in più, costituirà una percentuale positiva, ma sarà nettamente inferiore a quella determinata negli altri Paesi europei. Questa è la realtà dei numeri che si muove intorno al prossimo negoziato sul rinnovo del Ccnl metalmeccanico.

Ma c’è di più. E’ ritornato il proposito dell’unità sindacale. “Rifacciamo, riveduta e corretta, la Federazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil” ha affermato Carmelo Barbagallo, il leader della Uil. “Uniti contiamo di più” ha scritto la cigiellina Susanna Camusso. “Unirsi per una strategia comune” è la sintesi del pensiero della cislina Annamaria Furlan. Se, poi, si aggiunge che Barbagallo ha più volte ripetuto come il 2015 debba essere l’anno dei contratti, è evidente che i sindacati metalmeccanici, nel corso del negoziato contrattuale, pur poggiando sul vitale fattore dell’autonomia, dovranno comunque tener conto anche del posizionamento delle case confederali di riferimento.

Quindi, nel cosiddetto “serrato confronto” che ci sarà con Federmeccanica, subito dopo le ferie estive, esistono tutte le condizioni per riaffermare la funzione della contrattazione collettiva e del ruolo rappresentativo del sindacato. Ma, mai come ora, per un buon esito della stessa vicenda contrattuale, sarà utile, ogni tanto, indirizzare lo sguardo alle compatibilità di contesto, sia interne che esterne, del negoziato in questione.

Antonello Di Mario, Direttore di “Fabbrica Società”


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