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Militari come 007, vi spiego perché è cosa buona e giusta. Parla Latorre (Pd)

Poteri e utilizzo dei nuovi 007 “a tempo” pescati dalla presidenza del Consiglio nei reparti speciali delle Forze armate non lasceranno spazio a nessuna ambiguità. Lo crede il senatore dem e presidente della Commissione Difesa Nicola Latorre, autore dell’emendamento che aggiunge dieci righe all’articolo 18 del disegno di legge sulle missioni internazionali all’estero e ne stabilisce l’impiego; lo crede il suo collega a Palazzo Madama Felice Casson, che ha criticato alcuni aspetti del provvedimento; lo crede Marco Minniti, sottosegretario con delega ai Servizi che proprio ieri ha detto al Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo politico chiamato a controllare l’operato dell’intelligence) che c’è un impegno formale del governo per una norma che stabilisca che l’impiego degli agenti avvenga in casi specifici e in situazioni straordinarie.

I RILIEVI DEL COPASIR

Dopo che l’articolo ha ottenuto il via libera della Camera alla conversione in legge, è arrivato anche quello della Commissione Difesa del Senato, che ha approvato anche l’emendamento di Latorre. La norma è stata votata da tutti, con l’astensione del Movimento 5 Stelle. Ora sarà probabilmente modificata tenendo presenti i rilievi giunti tanto dall’ex giudice istruttore di Chioggia quanto dal deputato pentastellato Angelo Tofalo. Modifiche che non può proporre il Copasir, ma che dovranno essere fatte dall’aula di Palazzo Madama presumibilmente su iniziativa dello stesso relatore, dopo aver acquisito il parere del presidente Matteo Renzi.

LE PAROLE DI LATORRE

Interventi che in ogni caso non preoccupano Latorre, perché non toccherebbero “la sostanza del provvedimento”. “Ieri, dalla riunione del Copasir – spiega il senatore del Pd a Formiche.net – è emerso in modo chiaro che tutte le critiche sulla presunta incostituzionalità del provvedimento non avevano fondamento e perciò sono state accantonate (Casson aveva detto a Repubblica che la legge sui servizi del 2007 dice che le funzioni di Dis, Aisi e Aise, che oggi si vuole estendere, “non possono essere svolte da nessun altro ente, organismo o ufficio”)”. “Le osservazioni – prosegue Latorre – si limitano alla limatura di alcune parole, che non inficiano il senso della norma”.

GLI AVVERBI DI TROPPO

Il riferimento è ad alcuni passaggi. In particolare, a separare i due democratici, ha raccontato oggi Liana Milella su Repubblica, c’è soprattutto il fatto che l’emendamento di Latorre “potrebbe andare ben oltre i casi eccezionali… e anche oltre l’uso dei reparti speciali. Soprattutto per via di un paio di avverbi contenuti nell’emendamento, laddove si parla di «misure di intelligence “anche” in situazioni di crisi o di emergenza all’estero» e della «cooperazione “altresì” di assetti della difesa». Proprio sull’opportunità di eliminare gli avverbi di troppo – sottolineava il quotidiano diretto da Ezio Mauro – s’è registrata la piena disponibilità di Minniti. Tant’è che, a fine seduta, Casson ha parlato di «un confronto positivo»”.

“Sono sempre più certo della bontà e della necessità di questo provvedimento, che esce rafforzato dal dibattito di queste ore”, aggiunge Latorre.

I PASSI IN AVANTI

In fondo ieri l’Autorità delegata lo ha detto: tra i critici dell’emendamento e il governo c’è una convergenza di vedute, perché quest’ultimo vuole collaborare perché non ci siano ombre sulla norma e sul suo futuro utilizzo.

Troppo rumore per nulla, dunque? Forse, perché i nuovi poteri del presidente del Consiglio potranno essere adottati solo se l’Italia dovesse entrare in una situazione di crisi all’estero decisamente grave: sequestri o minacce di attentati. Allora l’inquilino di Palazzo Chigi potrà utilizzare i militari come temporanei 007, ma solo con un “Dpcm”, un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che ne illustri le motivazioni e ne giustifichi l’urgenza e l’eccezionalità, prendendosene la responsabilità politica. Poi sul decreto il Copasir esprimerà le proprie valutazioni.

“Auspico che tutto l’iter possa esaurirsi entro la fine dell’estate”, sottolinea in conclusione Latorre. “In fondo questa norma è già adottata e ampiamente utilizzata in altri Paesi, quindi credo che molti dubbi alla fine verranno superati”.


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