C’è un’anomalia nell’offerta presentata da Tiscali con la quale si è aggiudicata la fornitura dei servizi per il trasporto di dati della Pubblica Amministrazione? E ancora: il fondatore della società, Renato Soru, è riuscito a concludere la trattativa con il provider di origine russe, Aria, anche in virtù di questa commessa con lo Stato italiano?
LE POLEMICHE
La gara Consip per la fornitura dei servizi telematici destinati alla realizzazione del servizio pubblico di connettività (SPC) per le Pubbliche Amministrazioni ha fatto sbraitare i grillini e attirato l’attenzione del Fatto Quotidiano che vi ha dedicato un’inchiesta. Ad esprimere preoccupazione anche per la possibilità denunciata da Formiche.net, che dati sensibili e strategici per l’Italia finissero in mani russe, è stato anche Daniele Capezzone, esponente di Conservatori e Riformisti, già presidente della Commissione Finanze della Camera.
CHE COS’È IL SPC
Il servizio pubblico di connettività ha il compito di connettere e far interagire telematicamente oltre 100 mila “punti rete” delle pubbliche amministrazioni. Secondo la definizione fornita dal governo, è “l’insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l’integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e dei dati della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l’interoperabilità di base ed evoluta e la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza, la riservatezza delle informazioni, nonché la salvaguardia e l’autonomia del patrimonio informativo di ciascuna pubblica amministrazione”.
LA GARA
La gara per l’affidamento dei servizi di connettività rientra nel piano 2013/2014 di gare Consip per l’Agenda digitale, ed è stata indetta nel maggio del 2013. In ballo vi è un contratto quadro multifornitore della durata di 84 mesi per un valore di 2,4 miliardi di euro.
L’affidamento multifornitore avviene a favore di un numero variabile di operatori (da due a quattro) e per lotti che variano in base al numero di fornitori in gara. Consip richiede ai concorrenti diversi da chi si è aggiudicato la gara, di accettare incondizionatamente di offrire il servizio agli stessi importi offerti dal vincitore.
Oggetto della gara sono i servizi di trasporto dati, che pesano per il 68,3%, i servizi per garantire la sicurezza di ciascuna Amministrazione, (19,5%), quelli di comunicazione evoluta (5%) che consentono ad esempio di effettuare video conversazioni, e i servizi di supporto professionale che pesano per il 7,2% sulla base d’asta.
Il fornitore aggiudicatario, inoltre, si impegna a fornire ai fornitori assegnatari, che hanno accettato i suoi prezzi di offerta, i servizi di trasporto dati su rame e su fibra.
Al termine ultimo fissato, 12 marzo 2014, hanno presentato offerte Fastweb, Telecom, Tiscali, BT Italia, Wind e Vodafone.
I VINCITORI
Con un prezzo globale di circa 265 milioni di euro, la società fondata dall’eurodeputato Pd Soru si è aggiudicata la gara per la fornitura di internet alla Pubblica Amministrazione con un ribasso dell’89% rispetto alla base d’asta. Tra i vincitori della gara sono rientrati i concorrenti BT Italia, e Vodafone-Ericsson, che hanno accettato l’adeguamento della propria offerta economica a quella di Tiscali. Quattro, invece, i ricorsi presentati: Fastweb e Telecom, che hanno rifiutato di adeguarsi ai prezzi di Tiscali, BT e Wind.
Se tutto dovesse restare invariato Tiscali, BT Italia e Vodafone-Ericsson saranno i fornitori per i prossimi sette anni. Sta di fatto che nessun contratto verrà firmato fino all’udienza di merito fissata dal giudice il 16 gennaio prossimo nella quale saranno discussi i ricorsi delle parti.
LE PROTESTE DI FASTWEB
Per Fastweb l’aggiudicazione a Tiscali è tanto più eclatante soprattutto se si tiene conto che il prezzo totale è nettamente inferiore ai costi minimi necessari a prestare il servizio: “Tiscali sarà costretto ad acquistare i servizi di accesso e di connettività vuoi dall’operatore dominante, vuoi da altri operatori, maggiormente infrastrutturati. Il tutto con costi che non possono essere sostenuti dai prezzi unitari oggetto delle offerte”, si legge nel ricorso di Fastweb al Tribunale amministrativo del Lazio.
Per di più, si legge nell’esposto della società di Alberto Calcagno, “il clamoroso ribasso è offerto da un gruppo su cui notoriamente grava un enorme debito che lo ha portato a rischio di interruzione della continuità aziendale, al punto che è attualmente assoggettata per disposizione di Consob all’obbligo di diffusione mensile dei dati finanziari”.