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Perché Federlegno tifa Renzi. Parla Roberto Snaidero

Il governo Renzi? Sta operando bene, anzi benissimo. Non ricorre a parole diplomatiche, o terziste, l’imprenditore Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, una delle maggiori federazioni di piccole e piccole e medie imprese in Italia.

Così se i vertici di Confindustria ricorrono più a critiche che ad apprezzamenti nei confronti dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, Snaidero non esita ad elogiare l’esecutivo guidato dal segretario Pd. Non è un caso, dunque, che il presidente di Federlegno ha accolto con particolare fervore il premier al Meeting di Rimini: da anni infatti Federlegno è ospite della kermesse ciellina. E proprio a Rimini Renzi ha incontrato in maniera riservata imprenditori ed esponenti di associazioni di aziende come Snaidero.

Presidente Snaidero, che cosa ha detto a Matteo Renzi?

Abbiamo parlato del “Bonus mobili”, già in vigore da due anni, e gli ho chiesto che sia prorogato fino al 31 dicembre 2016. Il “Bonus mobili” ha portato una crescita del nostro fatturato che, dal 2009 al 2014, si era ridotto del 40 per cento nel mercato interno. Piano piano stiamo recuperando: gli ultimi dati, che risalgono al 30 giugno 2015, parlano di una crescita del 2.1 per cento rispetto allo scorso anno e questo, secondo me, è merito anche del “Bonus mobili.

Quindi, il “Bonus mobili” è un toccasana anche per le casse della federazione?

E anche per quelle dello Stato. I calcoli dell’Ufficio studi di Federlegno indicano che il “Bonus mobili” ha portato circa 1 miliardo e 900 milioni di fatturato con un gettito d’Iva di oltre 360 milioni di euro che senza questa agevolazione non sarebbero arrivati allo Stato. Inoltre, ho chiesto ancora di più, che le giovani coppie in procinto di sposarsi possano utilizzare il “Bonus mobili” per acquistare l’arredamento.

E Renzi che cosa le ha risposto?

La proroga me l’ha confermata, sulla seconda richiesta invece mi ha detto che bisogna fare bene i calcoli e aspettare la legge di stabilità che dovrebbe essere pronta per ottobre. Qualora fosse accolta anche questa secondo misura credo che noi faremmo un grande salto di qualità.

C’è quindi sintonia con Renzi?

Con il suo Governo stiamo operando magnificamente, abbiamo diversi ministri che ci sono particolarmente vicini perché si sono resi conto che noi siamo un’eccellenza del panorama industriale italiano. Esportiamo 12 miliardi di euro. Abbiamo una bilancia dei pagamenti attiva per 7-8 miliardi. Non sono dati da dimenticare, la fiducia da parte del Governo penso venga proprio da questo.

Perché voi mostrate una certa vicinanza al governo e invece Confindustria pare non fidarsi di Renzi?

Confindustria è gestita da medie e grandi imprese. Al contrario, le nostre aziende sono piccole o medie, hanno di norma 37 dipendenti. Non siamo un grande gruppo che può fare quello che vuole, noi abbiamo bisogno del governo, abbiamo bisogno di essere assistiti, la federazione è forte ma non possiamo fare da soli.

Che cosa si attendono le imprese dal governo ora?

Per aiutare il settore industriale serve solo la famosa “semplificazione”. Siamo in ritardo ma Renzi è sulla buona strada, dobbiamo lasciarlo fare. Nel nostro Paese vigono regole assurde, una serie di lungaggini burocratiche che rendono difficile la vita degli imprenditori. Appena fuori dall’Italia per avere i permessi per costruire un capannone bisogna aspettare una settimana o un mese al massimo; da noi un anno, se tutto va bene. Per non parlare delle leggi fiscali….

Diceva che negli ultimi anni c’era stata una forte diminuzione sul mercato interno, all’estero invece come va?

Avevamo registrato un calo anche all’estero dovuto alla crisi interazionale. Le cose stanno migliorando, nonostante la situazione in Russia che per noi era un ottimo mercato. Stanno crescendo gli Stati Uniti e soprattutto la Cina, ha un  più 23 per cento rispetto all’anno scorso. La Federazione lavora in tal senso e raccoglie buoni frutti. Il mercato cinese non è affatto semplice e richiede tempo prima di riuscire a fare bene. Ce la stiamo mettendo tutta.

Negli ultimi giorni dalla Cina non arrivano rassicurazioni, anzi…

Da qualche anni gravitiamo nel mercato cinese che non è affatto un mercato facile, il nostro è un progetto di lungo periodo in cui crediamo molto.

Il mercato dunque si sta muovendo, ma la Federazione che cosa ci mette di suo per portare a casa buoni risultati?

Non abbiamo perso fiducia nel mercato e nei nostri operatori. Lavoriamo per cercare di migliorare l’andamento della Federazione e ci spendiamo per le nostre aziende. Per esempio, ogni anno facciamo 30-35 B2B (acronimo di “Business to business”, transazioni elettroniche commerciali tra imprese, ndr) cui partecipano 20-25 aziende. Questa è la strada giusta e poi abbiamo deciso di investire anche sulla formazione dei giovani.

In che modo?

Abbiamo creato un polo formativo a Lentate sul Seveso. Una scuola divisa in due parti, una che funge da “liceo” e prepara i ragazzi a diventare operatori tecnici, l’altro corso è invece post-diploma. Qui i ragazzi, imparano le lingue, il marketing e studiano le dinamiche del settore, così diventano degli operatori specializzati. I ragazzi più meritevoli hanno la possibilità di conoscere da vicino le dinamiche di questo mestiere, stiamo anche pensando di portare qualcuno all’estero con noi. L’Italia è la patria di grandi architetti, ma quello che loro progettano sulla carta serve che qualcuno lo realizzi nella realtà. Falegnami, artigiani, muratori stanno scomparendo, tutti vanno all’università escono e sono disoccupati. Per dare spazio ai giovani nelle nostre aziende è necessario quindi investire sulla loro formazione. In futuro, speriamo anche di dedicare un filone della scuola all’edilizia del legno, settore in ascesa.


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