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Siria e Iran, la schizofrenia di Obama su Putin

Lezione di Angela Merkel: l’Europa o è a trazione tedesca o non lo è. Giù il cappello! Matteo Renzi, va onestamente detto, è l’unico che l’aveva capito: ha tenuto la barra del rapporto con la Cancelliera… di fiori mentre mezza Italia (destra, populisti, euroscettici, sinistra Pd) partecipava del circo mediatico contro la cattiva Germania.

Ma non sono tutte rose e fiori. Oltre a commuoversi per le porte aperte a Monaco e Vienna occorre un bagno di razionalità, freddezza e consapevolezza dei problemi. In Siria e Iraq (la nuova frontiera mobile delle guerre e dei rifugiati per guerra) crescono i pericoli. Barack Obama, abbandonando la sua stessa idea di un intervento armato un anno fa, ha aperto spazio ai russi che intervengono in Siria a sostegno di Bashar al-Assad. Così si è dato la zappa sui piedi. E ora non sa che pesci prendere. Un disastro. Assad non è Gheddafi. È, oltre che autore di genocidi e massacri, portatore di un disegno destabilizzante ed egemonico (in alleanza con l’Iran e gli sciiti) altrettanto pericoloso di quello dell’Isis.

Per pacificare la Siria occorre la lotta su due fronti: Assad e Isis. Ma Obama, che ora teme i russi sostenitori di Assad, ha dato la mano principale alle mosse di Putin: prima rimangiandosi, un anno fa, l’intervento militare in Siria; poi legittimando la politica russa pro-sciita con l’accordo nucleare con l’Iran. Obama è fragile, inconsistente e ondivago. E schizofrenico su Putin: male assoluto in Ucraina, bene assoluto sull’Iran. Ora che Putin lo scavalca in Siria e diventa il signore della Regione, che supporta l’espansione egemonica dell’Iran, Obama si spaventa.

Che fa l’Europa? Visto che la Siria è la porta dei rifugiati verso di lei e luogo di genocidi, come si fa e con quali mezzi ad assicurare lì un futuro senza Assad (Mogherini) e senza Isis?

Merkel ha ribadito due cose: che accoglienza, asilo e quote riguardano i rifugiati, chi fugge dai massacri, non la migrazione economica; che l’asilo è concesso a chi riesce a dimostrare che fugge dalla guerra. Facile con i siriani che entrano dall’est. E di cui si ha persino un’ipotesi di quantificazione.

Ma con il Mediterraneo e l’Africa come si fa? È giusto che la selezione tra rifugiati e migranti avvenga dopo i viaggi della morte? Che sia una selezione tra i sopravvissuti ai barconi della morte e al traffico di carne umana? Che ipocrisia è questa? I barconi vanno distrutti vuoti sulle coste libere e i trafficanti arrestati e puniti col carcere. E chi ha diritto a entrare in Europa va stabilito lì e trasportato con navi sicure: navi europee e non barconi.


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