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Chi c’è dietro il SITE Intelligence Group e come funziona

L’ultima notizia diffusa è quella dell’uccisione del cooperante italiano a Dacca, Cesare Tavella, da parte di Isis pubblicata su Twitter dalla direttrice del SITE Intelligence Group, Rita Katz, anche se ieri il governo del Bangladesh non ha confermato la rivendicazione dello Stato Islamico.

La società statunitense con sede a Bethesda (Maryland) è nota per le sue attività di monitoraggio delle pubblicazioni jihadiste sui social media e nel web. Si ricorda, in particolare, la pubblicazione da parte di SITE del video della decapitazione di Steven Sotloff, giornalista americano ucciso nel settembre del 2014, prima che questo fosse diffuso dai canali jihadisti.

IL VIDEO DI STEVEN SOTLOFF

Era il 2 settembre 2014 quando il video intitolato “A second message to America” con la decapitazione di Sotloff – rapito in Siria il 4 agosto da miliziani Isis – venne diffuso da SITE. A sorprendere, oltre alla brutalità delle uccisioni di Isis a favore di videocamera, fu anche la tempistica della pubblicazione del video che, come hanno riportato Independent, Telegraph e International Business Times, avvenne prima ancora che il video fosse diffuso dai canali jihadisti. A confermare l’anticipazione di SITE fu anche il profilo Twitter JihadiWitness (ora sospeso), che pubblicò il messaggio: “How did this leak out to news before the publication?“.

COSA È IL SITE INTELLIGENCE GROUP

Il SITE Intelligence Group è nato nel 2002 come SITE Institute per mano di Rita Katz, analista e esperta di jihadismo, e Josh Devon. Lo scopo dell’istituto, come ha scritto il New Yorker in un ritratto-intervista a Katz, era quello di scardinare il monopolio dell’intelligence nelle mani di agenzie governative come Cia e NSA, e di diffondere informazioni e analisi a clienti privati “frustrati dal tempo necessario per avere le informazioni dai canali governativi”. Nel 2008 il SITE Insititute cessa le attività, ma alcuni dei suoi componenti, come Rita Katz, fondano il SITE Intelligence Group, società for-profit fonte di informazioni di prima mano sulle attività online dei gruppi jihadisti, sia per governi che per giornalisti o analisti privati. Le attività di Intelligence da parte di SITE sono state criticate, da una parte, in quanto possibile megafono di propaganda jihadista, ma dall’altro ha ottenuto riconoscimenti dalle agenzie governative, che ne hanno richiesto i servizi di monitoraggio e consulenza.

LO SCOOP SU BIN LADEN

Il video della decapitazione di Steven Sotloff non è il primo ad essere stato rintracciato dalla compagnia di Katz prima della sua diffusione. Nel 2007 SITE pubblicò un video con protagonista Osama Bin Laden con 24 ore di anticipo rispetto alla diffusione sui canali propagandistici di al-Qaeda. Era dal 2004 che il leader jihadista non si mostrava in video, ma il filmato smentì le ipotesi della sua morte che l’assenza di tre anni aveva alimentato. Nel 2004 proprio l’FBI, come riporta l’Independent, elogiò il lavoro di Rita Katz e della sua compagnia per il suo contributo al contro terrorismo e fu premiata dal suo direttore, Robert Muller.

COME SI FINANZIA

Il principale strumento di introiti finanziari di SITE è il servizio di sottoscrizione ai suoi servizi – traduzione di contenuti in arabo di fonte jihadista (mail, chat private, forum di discussione), analisi dei comportamenti online – a cui fanno riferimento sia istituzioni governative del calibro della Casa Bianca (come riporta la biografia di Katz su SITE) e il dipartimento di giustizia, ma anche grandi testate dell’informazione.

CHI È RITA KATZ

Informa personalmente funzionari governativi, compreso il National Security Council della Casa Bianca, così come investigatori dei dipartimenti di giustizia, del tesoro, e della sicurezza interna, sulle attività di finanziamento e reclutamento dei movimenti terroristici, si legge sul New Yorker. Rita Katz è nata nel 1963 a Bassora, all’età di 6 anni la sua vita cambiò radicalmente. Suo padre fu accusato di spionaggio a favore degli israeliani dal governo iracheno e venne arrestato, mentre Rita, i suoi tre fratelli e sua madre vennero messi agli arresti domiciliari. Il padre fu condannato e impiccato in piazza a Baghdad, mentre lei e il resto della famiglia riuscirono a scappare quattro mesi più tardi. Nella conversazione col giornalista Benjamin Wallace-Wells del New Yorker Katz riconosce che alla base del suo interesse per la politica “di quella parte del mondo” c’è l’impiccagione di suo padre. Nel suo bagaglio lavorativo oltre alle attività di analisi di dati online si aggiungono anche lavori sotto copertura, sempre nel campo del terrorismo.

LA PREVISIONE DI UN CONFLITTO MOLTO LUNGO

Già nel 2006 Rita Katz aveva una visione ampia di quello che sarebbe diventato un conflitto planetario (e cibernetico) contro l’Isis, ma che allora era al-Qaeda. Pensava che la guerra contro l’Islam radicale sarebbe durata per decenni, ben oltre l’amministrazione di George W. Bush che dopo l’11 settembre aveva dichiarato guerra ad al-Qaeda e che, infatti, adesso, combatte Barack Obama contro l’Isis.

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