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Finmeccanica, tutti i piani cyber di Moretti

La cyber security è un settore “prioritario” per Finmeccanica, tanto che costituirà l’oggetto “di una delle sette divisioni in cui sarà articolato il gruppo nella sua nuova struttura”.

CHI C’ERA ALL’EVENTO CYBER. LE FOTO DI PIZZI

Ad annunciarlo ieri è stato lo stesso ad del gruppo di Piazza Monte Grappa, Mauro Moretti, intervenuto in un convegno alla Camera sulle prospettive e i cambiamenti della sicurezza cibernetica in Italia e Israele (promosso dalla delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato, presieduta da Andrea Manciulli, in collaborazione con le riviste Formiche ed Airpress). Con lui, tra i relatori, Roberto Morassut, componente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato; Michele Colajanni, direttore del Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla Sicurezza; Isaac Ben-Israel, direttore dell’Interdisciplinary Cyber Research Center e presidente dell’Agenzia spaziale israeliana; e Marco Minniti, sottosegretario di Stato, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.

Del settore oggi nel gruppo Finmeccanica si occupa l’ingegner Andrea Biraghi, managing director, security and information systems division di Selex ES, la controllata attiva nell’elettronica per la difesa e sicurezza e che ha al suo interno lo sviluppo delle attività cyber (Biraghi è anche il favorito per guidare la nuova divisione).

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LE PAROLE DI MORETTI

“La cyber security – ha detto l’amministratore delegato di Finmeccanica – è diventata per qualunque Paese una questione prioritaria di politica nazionale e internazionale. Con il nostro patrimonio di innovative soluzioni tecnologiche per la sicurezza delle informazioni siamo pronti a cogliere queste nuove sfide, sfruttando la capacità di innovazione presente in Israele in particolare nel settore cyber”.

MAGGIORI INVESTIMENTI

Tuttavia, ha aggiunto Moretti, la manifattura non basta più. “Per rispondere in maniera efficace alle minacce informatiche è fondamentale, come ha già fatto Israele, che la politica supporti gli investimenti in programmi di cyber difesa nazionale, per incrementare la competitività delle imprese che operano in questo settore. Ci sono rivoluzioni in atto, come quella delle stampanti 3D, che riducono il valore generale della manifattura. Ecco perché, se vogliamo restare tra i Paesi più ricchi, dobbiamo mobilitare più risorse su ricerca e sviluppo e proprietà intellettuale”.

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GLI SCAMBI CON ISRAELE

Finmeccanica non parte da zero (“abbiamo già due centri cyber a Chieti e nel Regno Unito”), ma vuole incrementare la propria presenza, anche attraverso uno scambio più intenso con Israele, uno dei leader del settore cyber assieme agli Usa. “Abbiamo operato investimenti interessanti in startup israeliane e non è escluso che ne faremo di altri. Apprezziamo il modello israeliano in questo comparto, sia nel settore della difesa, sia in quello civile. Si tratta di una best practice a cui guardiamo con grande interesse”, ha detto ancora l’ad di Piazza Monte Grappa.

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