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Il Corriere della Sera, Giavazzi ha toppato sulle scuole

In alcune redazioni di quotidiani economico-finanziari, ieri, l’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera ha suscitato qualche ilarità. Eppure era firmato da un economista di grido, una delle penne più puntute tra gli intellettuali italiani che vergano pensosi (e sovente ripetitivi) editoriali. Ovvero: Francesco Giavazzi, economista, bocconiano, turbo liberista.

Liberista a corrente alternata, talvolta. Tanto che ieri Giavazzi, sulla prima pagina del quotidiano diretto da Luciano Fontana, ha consigliato a governo, Tesoro, Cassa depositi e prestiti, fondazioni azioniste: la Cassa depositi e prestiti invece di pensare a dossier tipo Ilva, Saipem e a chissà che altro – è stata l’idea dell’economista – perché non investe nei fatiscenti istituti scolastici?

In più di una redazione, ieri mattina, si è ironizzato sulla genialità dell’idea. E qualche redattore navigato ed esperto del ramo ha spiattellato a un paio di caporedattori vecchi articoli da cui si evince chiaramente che il governo Renzi ha messo in campo proprio la Cdp per gli investimenti nelle scuole.

Ecco quello che ad esempio ha scritto lo scorso 29 maggio il Sole 24 Ore:

Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha firmato il decreto che approva la programmazione nazionale di edilizia scolastica. Si tratta della lista unica di interventi che le regioni hanno selezionato in base alle segnalazioni degli enti locali e che hanno trasmesso al ministero dell’Istruzione entro il 30 aprile. 

«L’edilizia scolastica è sempre stata una priorità di questo governo e continua ad esserlo. Lo dimostra il decreto che ho firmato oggi grazie al quale, per la prima volta, il nostro Paese si dota di una Programmazione nazionale pluriennale di interventi sulla base delle priorità indicate dalle Regioni nei piani che ci hanno inviato a fine aprile e che oggi approviamo definitivamente», ha detto il ministro in una nota. La programmazione 2015/2017 ammonta a 6.368 interventi richiesti dalle Regioni (sulla base delle priorità indicate dagli enti locali) per un fabbisogno totale di 3,7 miliardi. I primi 1.300 interventi saranno coperti subito grazie ai 905 milioni dei mutui agevolati che le Regioni potranno accendere, con oneri di ammortamento a carico dello Stato, con la Bei (Banca europea per gli investimenti) e la Cassa depositi e prestiti.

In verità pure a Palazzo Chigi si è sorriso un po’ per la genialata di Giavazzi. In effetti in almeno un paio di comunicati stampa della presidenza del Consiglio spunta proprio il ruolo della Cdp nelle scuole.

Ecco cosa c’è scritto su una pagina pubblicata il 5 giugno 2015 sul sito di Palazzo Chigi:

Per la prima volta l’Italia si è dotata di una programmazione nazionale triennale degli interventi di edilizia scolastica: per il periodo 2015/2017 sono stati approvati dal Ministero dell’istruzione, Università e ricerca oltre 6.000 interventi, (per un fabbisogno totale di 3,7 miliardi di euro) individuati sulla base delle priorità indicate dalle Regioni, sentiti gli Enti locali.

I primi 1.300 interventi saranno finanziati grazie a 905 milioni dei cosiddetti mutui BEI (Banca europea per gli Investimenti), mutui agevolati con oneri di ammortamento a carico dello Stato che potranno essere accesi dalle Regioni.
Di questi interventi circa il 25% riguarda nuove costruzioni, il rimanente 75% è relativo alla manutenzione e ristrutturazione di edifici esistenti (messa in sicurezza, adeguamento antisismico, efficientamento energetico di scuole, immobili all’Alta formazione artistica, musicale e coreutica o adibiti ad alloggi e residenze per studenti universitari).

Il ruolo della Cassa presieduta ora da Claudio Costamagna e guidata dall’ad, Fabio Gallia, è indicato sul sito della presidenza del Consiglio in una pagina pubblicata il 17 luglio e aggiornata il 16 settembre 2015. Ecco quello che si legge:

FONDO ROTATIVO PROGETTAZIONE
(Legge 107/15, Art. 1, cc. 166 – 167)

Il Fondo rotativo per la progettualità dedicato all’edilizia scolastica istituito presso Cassa Depositi e Prestiti, potrà essere alimentato da risorse finanziarie provenienti da soggetti esterni, quali Fondazioni e Casse di Previdenza. Il Fondo, prevede l’anticipazione delle spese necessarie alla redazione della progettazione nelle diverse fasi di approfondimento.

Ma si sa, i fatti devono essere sempre separati dalle opinioni.



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