Che si dice nel governo della bad bank? O meglio, che si dice dei dubbi – che sembrano non svanire, anzi – di Bruxelles sul progetto architettato da Tesoro e Bankitalia?
La Commissione europea, come raccontato da Formiche.net sulla base di alcune indiscrezioni, sarebbe pronta a bocciare il progetto di bad bank messo a punto dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e dal suo staff per alleggerire i bilanci bancari dai crediti deteriorati.
CHE COSA (NON) SI DICE AL MEF
Formiche.net ha provato a sentire il Tesoro sui rumors che vogliono il progetto italiano respinto al mittente. Ma da Via XX settembre – al momento – non è arrivato per ora alcun commento alle indiscrezioni raccolte nei giorni scorsi. Comunque, come conferma un’autorevole fonte dell’esecutivo contattata da Formiche.net, la questione è delicatissima, perché ne va della salute del sistema bancario italiano. Di qui la probabile decisione del Mef di sposare la linea della massima cautela. E anche a Palazzo Chigi, per il momento, le bocche rimangono cucite.
I DUBBI DI BRUXELLES…
L’operazione bad bank, particolarmente caldeggiata dalla Banca d’Italia (in diversi interventi pubblici ne ha parlato il governatore Ignazio Visco e i tecnici di via Nazionale ne hanno delinato i contorni) non sembra convincere più di tanto i vertici dell’Unione che intravedono dietro il progetto architettato da Padoan un possibile aiuto di Stato. Il progetto prevede un veicolo che si finanzia sul mercato per comprare gli attivi deteriorati con proventi di bond i quali sarebbero garantiti dallo Stato in caso di perdita. La Commissione avrebbe da ridire – come svelato da Formiche.net – sia proprio su quelle garanzie pubbliche sia sul valore di mercato (dubbio, secondo i signori di Bruxelles) dei crediti in sofferenza delle banche che sarebbero acquistati dal veicolo architettato dall’Italia. L’idea della Commissione, in sostanza, secondo quanto ricostruito da Formiche.net, è che nel momento in cui viene istituita una bad bank che darà vantaggi ad alcuni istituti di credito bisogna imporre la condizione della ristrutturazione perché si stanno utilizzando i soldi dei contribuenti. Una ristrutturazione – secondo l’ìmpostazione di Bruxelles – a carico delle banche e non del veicolo esterno alle banche che venderanno i Non performing loan (Npl).
…E LE RASSICURAZIONI DI PADOAN
Solo pochi giorni fa, comunque, Padoan rassicurava sull’esito della trattativa con Bruxelles, ricordando come “l’idea del governo italiano è sempre stata quella di avere un intervento pubblico ridotto al minimo essenziale proprio per i nuovi vincoli legislativi che non ci permettono di entrare in modo pesante come altri Paesi hanno fatto. La Germania ha messo nel suo sistema bancario più di 200 miliardi di euro e l’Italia è nell’Eurozona quella che ha messo meno soldi pubblici nel sistema bancario pur avendo un sistema bancario che richiede naturalmente un aggiustamento, che per altro e’ in corso”. Per Padoan, “siamo un Paese che ha fatto meno ricorso all’intervento pubblico per sostenere le banche”. Spiegando che “ci sono vari modelli che permettono una gestione dei crediti in sofferenza in senso lato” e che “siamo agli sgoccioli sui dettagli tecnici su come implementare a livello europeo” Padoan ha voluto precisare che “quando dico che ci sono questioni tecniche, sono davvero cose tecniche come la fissazione del prezzo in un mercato che e’ ancora virtuale”.