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Fabio Pammolli, chi è il prof. italiano nel Fondo Juncker

Un professore italiano è stato selezionato come uno degli otto membri del comitato investimenti del Fondo Feis. Non è ancora una designazione formale, ma l’economista Fabio Pammolli – secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net – avrebbe superato con successo la selezione tanto da aver svolto alcuni colloqui per il comitato investimenti del cosiddetto Fondo Juncker. Il Fondo avrà il compito di esaminare i progetti selezionati dalla Bei (Banca europea degli investimenti) e deliberare su quelli che possono avere la garanzia europea prevista per il fondo Feis.

CHI E’ IL PROF ITALIANO ESPERTO DI ECONOMIA E SANITA’

Pammolli è professore ordinario di Economia e management all’IMT Alti Studi Lucca, di cui è stato anche il primo rettore (2003-2012). È stato membro – si legge nel suo curriculum – della Commissione Prezzi e Rimborsi del Ministero della Salute (2001-2008), del Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità (2001-2006), della Commissione per la Valutazione della Spesa Pensionistica (2011-2012), del Gruppo di Lavoro per il Monitoraggio dell’impatto delle Riforme del Mercato del Lavoro (2013-2015), della Commissione di Compatibilità Economica per la Valutazione dei Costi e delle Ricadute Economiche per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Ha prodotto rapporti e ricerche – si legge anche – per DG Enterprise, Commissione Europea, sulla competitività e sulla regolazione dei settori farmaceutico, biotecnologico e delle apparecchiature biomedicali. Le sue ricerche – spiega il suo curriculum – riguardano principalmente: Analisi delle dinamiche industriali e della crescita delle imprese; Analisi economica dei sistemi d’innovazione e di ricerca; Analisi economica dei sistemi di welfare, sanitario, pensionistico.

LE RELAZIONI VERSO IL FEIS

Secondo la ricostruzione di Formiche.net, Pammolli ha avuto una sponda istituzionale italiana. Gli addetti ai lavori ricordano come di recente, nel corso del Meeting di Rimini, ci sia stato un seminario di rilievo organizzato da Marco Carrai, manager, imprenditore e consulente vicino a Matteo Renzi. Nell’occasione, a fare gli onori di casa e moderare il dibattito c’era Andrea Simoncini, toscano pure lui e docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze, ma soprattutto leader laico emergente all’interno di Cl, molto vicino al responsabile del Movimento, don Julian Carròn. Nel presentare Carrai alla platea Simoncini ha spiegato che è stato proprio il manager e consulente fiorentino a organizzare l’iniziativa. “Grande parte dell’ideazione di questo incontro e dei nomi che sono qui lo si deve a Marco Carrai, che ha invitato amici e colleghi a discutere con noi”. Si trattava – come aveva scritto Giovanni Bucchi per Formiche.net – di Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, Fabio Pammolli, docente all’Institute Advanced Studies di Lucca, e Mario Rasetti, presidente dell’Institute for Scientific Interchange Foundation.

CHE COSA FA IL COMITATO DEL FEIS

Ma come funziona in pratica il Fondo investimenti? La struttura del Fondo è composta da un comitato direttivo e uno per gli investimenti. Il primo è formato da 4 membri, 3 nominati dalla Commissione europea e uno dalla Banca europea per gli investimenti. Il secondo invece è composto da otto esperti del mercato indipendenti nominati dal comitato direttivo, per un massimo di tre anni a membro. Nel dettaglio, il comitato investimenti sarà da un punto di vista operativo indipendente dal comitato direttivo e sarà chiamato a valutare sotto un profilo tecnico tutti gli interventi di finanziamento del Fondo, suggerendo quindi dove e come investire i denari. A questi due organi vanno aggiunti del figure dell’amministratore unico e del vicedirettore. Al Fondo poi contribuiscono quasi tutti gli stati membri, mediante uno stanziamento di risorse. L’Italia, per esempio, ha immesso nel fondo circa 8 miliardi di euro, mediante la Cassa Depositi e Prestiti.



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