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Pensioni, vi spiego i trucchi della proposta Boeri

Continua a far parlare la proposta dell’Inps (ovvero di Tito Boeri) sulla (contro)riforma del welfare. Sia detto per inciso: il titolo “non per cassa ma per equità’’ ne ricorda un altro, “non per soldi ma per amore’’. A saper leggere con attenzione (e con un po’ di conoscenza della materia) le soluzioni prospettate, si scopre il trucco, come nel gioco delle tre carte. Prendiamo, a titolo di esempio (ma di prestidigitazioni ce ne sono anche di altro tipo), la questione dei tagli alle cosiddette pensioni d’oro (allo scopo di recuperare risorse  tali da consentire l’introduzione del pensionamento flessibile). Il leitmotiv è che, in taluni casi, l’applicazione del calcolo retributivo ha permesso di conseguire dei trattamenti ben superiori ai contributi versati. Sono questi il messaggio mediatico e il supporto ideologico che Boeri ha inviato e che i talk show rilanciano all’ingrosso. Quindi tutti sono indotti a pensare che il meccanismo giustizialista consisterebbe in un ricalcolo delle pensioni retributive, applicando loro, retroattivamente, il metodo contributivo. No, non è così. Il presidente dell’Inps, entrando nella “stanza dei bottoni’’, si è accorto che i dati necessari a compiere una siffatta operazione o non esistono o sono incompleti. La giustizia made by Boeri, si farebbe, allora, in maniera diversa: attraverso una formula stramba e per nulla equa. In breve, per le pensioni più elevate (con diverse modalità per quelle superiori a 3,5mila o a 5mila euro lordi mensili) si metterebbe a confronto il coefficiente di trasformazione ragguagliato all’età in cui il soggetto è andato in pensione con quello, in vigore a quel momento, per l’età legale. Sulla base della differenza si determinerebbe la percentuale del taglio da apportare in misura strutturale. In sostanza, sarebbe l’età del pensionamento e non i contributi versati a determinare l’entità della penalizzazione. Una vera e propria eterogenesi dei fini. In parole povere, un maledetto imbroglio.

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Invece di boicottare Israele l’Europa dovrebbe assoldare migliaia di istruttori di quel Paese che venissero a spiegarci come sia possibile convivere stabilmente con il terrorismo senza rinchiudersi in casa (come hanno fatto a Bruxelles) e senza rinunciare alla libertà e alla democrazia.

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La battuta sulle zanzare Papa Francesco poteva proprio risparmiarsela. Il coraggio è sufficiente dimostrarlo; non c’è la necessità di ostentarlo ad ogni pie’ sospinto.

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