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Lega di Salvini, cosa succederà nei congressi regionali

Lontano dai riflettori dei grandi media, la Lega Nord a livello territoriale sta vivendo una delicata fase di assestamento. A due anni dalla conquista della segreteria federale da parte di Matteo Salvini, il partito è nel pieno della stagione congressuale con la maggior parte delle segreterie nazionali (che nel gergo del Carroccio significa regionali) chiamate a rinnovare i vertici. Tranne Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia-Giulia, tutte le altre regioni sono infatti alle prese con la scelta dei nuovi leader, e questo dopo che a giugno il congresso federale ha approvato la trasformazione del Movimento in una confederazione composta da tredici associazioni regionali autonome. Una novità inserita in statuto ma che alla prova dei fatti cozza con la leadership centralista e decisionista di Salvini.

UN FEDELISSIMO PER I LUMBARD

Al timone del Carroccio lombardo, che lui stesso ha controllato negli ultimi anni, il Capitano non poteva che piazzare un suo fedelissimo. E così è stato. Paolo Grimoldi, deputato milanese di 40 primavere, è stato eletto tre settimane fa a furor di popolo (e senza avversari) segretario nazionale della potente Lega Lombarda al congresso di Brescia. Non si tratta di un salviniano qualunque, bensì del vero braccio destro del leader, uno che lo conosce fin dai tempi dei Giovani padani (di cui è stato coordinatore dal 2002 al 2011) nonché tra i principali artefici della scalata alla segreteria federale lanciata due anni e mezzo fa contro Umberto Bossi e con il patto di non belligeranza stretto con Roberto Maroni.

LA LIGA VENETA NEL DOPO TOSI

Il fronte veneto è particolarmente caldo. Lì dove nella primavera scorsa la Liga si è vista espellere il suo segretario nathional Flavio Tosi, e adesso il partito – che esprime il votatissimo governatore Luca Zaia – è in mano al commissario Gianpaolo Dozzo. Il congresso è stato fissato per il 24 gennaio, al momento l’unico candidato è Giannantonio Da Re. Sessantadue anni, ex consigliere regionale e sindaco di Vittorio Veneto, già potente segretario del Carroccio nella roccaforte di Treviso in sodalizio col bossiano doc ed ex segretario della Liga Gian Paolo Gobbo, Toni-baffo Da Re è un leghista della prima ora, un tempo fedele al carisma di Bossi e poco incline alla svolta maroniana. Non rappresenta certo il popolo dei 40enni salviniani, ma ha dalla sua il consenso di parecchi militanti, oltre ad essere stato un padre politico per Zaia in quel di Treviso. Salvini ne conosce le potenzialità, sa che in questo momento non gli conviene sfidare la vecchia guardia bossian-gobbiana in Veneto, e quindi pare aver convinto il fidato Lorenzo Fontana, eurodeputato veronese un tempo tosiano, a desistere dallo scendere in campo. Si fanno anche i nomi dell’assessore regionale padovano Roberto Marcato e dell’eurodeputata di Bassano del Grappa Mara Bizzotto come probabili candidati, ma stando alle ultime indiscrezioni dovrebbe prevalere la soluzione unitaria su Da Re.

IN PIEMONTE C’E’ UN(A) CALDEROLI DI TROPPO

La regione dove Salvini deve sbrogliare la matassa più insidiosa è il Piemonte. Lì, al posto dell’uscente Roberto Cota, il leader aveva lanciato in tempi non sospetti la candidatura a segretario nazionale di un suo uomo di fiducia: l’alessandrino Riccardo Molinari, 32 anni, già assessore regionale e fresco di nomina a numero due federale. Peccato che a mettergli i bastoni tra le ruote sia intervenuta Gianna Gancia, ex presidente della Provincia di Cuneo ma soprattutto moglie del senatore Roberto Calderoli, uno che in Lega conta ancora qualcosa. L’ipotesi di uno scontro tra i due per la segreteria piemontese, con il rischio che il suo uomo risulti sconfitto, viene vista come fumo negli occhi da Salvini. Stando ad alcuni rumors, il capo del partito sarebbe quindi orientato a percorrere una soluzione terza, nominando un commissario almeno fino a giugno 2016, quando si terranno le elezioni amministrative (si vota a Torino), per poi riaprire i giochi una volta chiuse le urne. Il nome che circola per questo incarico è quello del lodigiano Pietro Foroni, 40enne consigliere regionale lombardo.

SOLUZIONE UNITARIA IN LIGURIA

Lo schema che rischia di saltare in Piemonte, Salvini dovrebbe perlomeno riuscire ad applicare in Liguria. Lì domenica 12 dicembre sarà incoronato come nuovo segretario rnazionale Edoardo Rixi, 41 anni, assessore regionale allo Sviluppo economico, vicesegretario federale proprio come Molinari, fino a un mese prima delle regionali candidato governatore della Lega salvo poi venire costretto a farsi da parte per salvare l’alleanza con Forza Italia in Veneto e lasciare spazio al berlusconiano Giovanni Toti. Rixi prenderà il posto della vicepresidente di Regione Sonia Viale, la quale avrebbe in realtà preferito continuare a guidare il partito e probabilmente tenterà di inserire qualche esponente di sua fiducia nel direttivo. Stesso dicasi per il presidente del consiglio regionale Francesco Bruzzone.

GARA APERTA IN EMILIA, VERDETTO GIA’ DECISO IN ROMAGNA

Se in Romagna la pratica del nuovo segretario nazionale è stata sbrigata in poco tempo e senza grattacapi, lo stesso non vale per l’Emilia. Nella terra del Sangiovese, il vicecapogruppo alla Camera Gianluca Pini ha lasciato il testimone a un suo stretto collaboratore, il 32enne forlivese Jacopo Morrone. In Emilia invece la situazione è più complessa. Lì il partito viene da un commissariamento, e dopo l’uscita di scena dell’ex segretario nazionale bossiano Angelo Alessandri era stato affidato all’allevatore parmigiano ed ex deputato maroniano Fabio Rainieri. Le roventi polemiche scoppiate soprattutto a Reggio Emilia hanno anche avuto uno strascico giudiziario, con 48 tra leghisti ed ex tuttora indagati dalla Procura per appropriazione indebita aggravata nell’utilizzo dei soldi dei tesserati. A questo punto, la sfida per al congresso emiliano (che si dovrebbe tenere domenica 20 in contemporanea con il Piemonte, sempre che là non salti tutto) vede in campo tre contendenti: il giovanissimo (ha appena 24 anni) e votatissimo (4.515 preferenze) consigliere regionale piacentino Matteo Rancan, cresciuto nei Giovani padani e quindi molto vicino a Salvini, quindi gli ex segretario del Carroccio reggiano Gianluca Vinci e Gabriele Fossa.

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