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Fuga di correntisti da Banca Marche e Banca Etruria?

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In questi giorni molti correntisti di Etruria, Carife, Carichieti e Banca delle Marche, le quattro banche coinvolte nel caso di cui oggi torna a occuparsi il governo, pare stiano trasferendo i propri denari in altri istituti dalle dimensioni maggiori. Sarà vero? Formiche.net ha provato a verificare l’effetto che la vicenda ha avuto sui risparmiatori e sulla fiducia dei clienti presso le banche salvate lo scorso 22 novembre con un apposito decreto.

UN (POCO) TRANQUILLO VENERDI’ MATTINA ALL’UNICREDIT

Il venerdì mattina, solitamente, c’è coda agli sportelli bancari, visto che nel fine settimana le banche sono chiuse. Ieri mattina però, in un’importante filiale Unicredit, di gente ce n’era forse più del solito. Il dubbio su cosa stesse succedendo ha trovato risposta più o meno un’ora dopo, quando lo sguardo si è posato su una pila di assegni collocata sul desk dello sportello. “È da stamattina che riceviamo richieste di trasferimento di conti dalle banche di cui si parla presso la nostra. Questa qui è solo l’ultima tranche di assegni, prima ce n’erano altri sa?”, rivela un dipendente dall’aria un po’ stanca. Intorno c’è una concentrazione di giornali, aperti sulle pagine dedicate alla vicenda. Ma, soprattutto, i clienti pongono spesso le stesse domande: “Non è che rischio qualcosa qui, vero?”. La fuga, paventata giorni fa dai comitati degli azionisti e obbligazionisti, dunque, è forse iniziata?

LA SIGNORA DELL’ETRURIA E IL MATERASSO

Altra banca, altra località. C’è una signora, sulla cinquantina, correntista presso una filiale Etruria che raccoglie i risparmi di tanti cittadini di paesi a Sud di Roma, ai Castelli romani. La donna è correntista da una vita, da circa 25 anni, ma stavolta ha preso seriamente in considerazione l’idea di togliere i soldi dal conto per metterli “nel materasso, come si faceva una volta, sono più sicuri lì che in banca”. Qualcuno le ricorda che a rischiare non sono i correntisti, ma i titolari di azioni e obbligazioni subordinate. “E infatti io qualche azione l’ho persa, poca roba, però non mi fido uguale, parlo col direttore e mi porto via tutto”. La signora racconta poi il suo venerdì. “Stamattina non mi rispondevano al telefono, allora dopo due ore sono andata in filiale e c’era una lunga fila con delle persone che chiedevano il costo per trasferire il conto, soprattutto anziani”.

LO ZEN DELLE FILIALI

Oltre a raccontare quanto visto o sentito, era il caso anche di chiamare direttamente una filiale, sempre Etruria, ma stavolta più a Nord. E, parlando con un responsabile, sono emerse due cose. La gente ha paura e chiede di spostare i soldi, “perché è spaventata da quello che legge sui giornali e allora viene qui e non sa che fare”. D’altra parte, però, i timori non sembrano tradursi per il momento in un esodo effettivo dei conti correnti. “Molti depositanti lo hanno fatto, se ne sono andati, ma è più paura che altro: la banca è sana, i conti non rischiano. C’è solo un gran caos di telefonate. E comunque, se proprio lo vuole sapere, abbiamo iniziato di nuovo le campagne pubblicitarie sui mutui”.

BANKITALIA TRA PUNTURE DI SPILLO E RASSICURAZIONI

Anche la Banca d’Italia è sotto pressione dopo il botta e risposta con l’Ue sulla presunta mancata vigilanza sugli istituti e sui prodotti troppo rischiosi venduti ai clienti. Viene additata da molti, risparmiatori in primis, come corresponsabile della situazione. Via Nazionale però non vuole passare per colpevole e, ribatte una fonte vicina all’istituto centrale, il vero interlocutore con l’Ue non è Bankitalia, ma il governo. “La vigilanza ha fatto il proprio dovere, di più non si poteva fare. Questi sono i nostri poteri ed è da tempo che ne chiediamo una riforma. E poi, dove erano gli europarlamentari italiani mentre votavano la riforma delle regole sui salvataggi bancari?”. Inoltre da Bankitalia spiegano che non c’è un vero esodo in corso verso istituti più grandi, solo qualche depositante qua e là.

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