Siamo sicuri che il dibattito (legittimo) circa gli assetti proprietari e la governance di Telecom Italia non torni nuovamente a immobilizzare l’Azienda? A lanciare l’allarme è Renato Valentini, Coordinatore nazionale Federmanager delle rappresentanze sindacali aziendali della dirigenza del Gruppo Telecom Italia, per la prima volta oggi in assemblea per esprimere il pensiero della categoria alla luce delle recenti vicende dell’azionariato del gruppo che secondo il manager hanno più volte costituito un freno per le dinamiche aziendali.
L’ASSEMBLEA
Oggi a Rozzano, vicino Milano, gli azionisti del gruppo guidato da Marco Patuano e presieduto da Giuseppe Recchi sono stati chiamati per decidere sulla proposta di conversione dei titoli risparmio in ordinari, operazione bocciata dopo oltre quattro ore di dibattito dall’assemblea. Il “no” alla proposta formulata dal cda presieduto da Recchi è giunto in seguito all’astensione del socio di maggioranza relativa, i francesi di Vivendi, rappresentati in sala dall’ad Arnaud de Puyfontaine.
Sul tavolo resta anche la richiesta di Vincent Bollorè di consentire l’ingresso di quattro rappresentanti di Vivendi in consiglio di amministrazione, con conseguente allargamento dell’organo da 13 a 17 componenti. I membri (tutti francesi) proposti dal gruppo presieduto da Bolloré sono il ceo Arnaud Roy de Puyfontaine, Stéphane Roussel, chief operating officer e membro del comitato di gestione di Vivendi, il direttore finanziarioHervé Philippe e la consulente Fèlicité Herzog.
LE RICHIESTE DI FEDERMANAGER
“L’azienda – ha sostenuto Valentini in Assemblea – deve essere messa in grado di agire immediatamente e per far questo occorrono idee e competenze ma anche risorse e capitali freschi che possano sostenere gli investimenti funzionali a un piano industriale coerente, fermo restando che dal nostro punto di vista i capitali di rischio non hanno bandiera. Chiediamo allora che chiunque si proponga per la governance assuma impegni reali legati a concrete politiche di investimento. A chi, invece, ritiene adeguata la governance attuale, chiediamo altrettanta coerenza ed altrettanto impegno, affinché si crei valore per l’azienda e per tutti gli azionisti”.
COME ESSERE PROTAGONISTI DELL’ERA DIGITALE
“E’ la prima volta che la dirigenza si pronuncia in un’assemblea e se abbiamo deciso questo passo – ha insistito Valentini – è perché riteniamo il momento cruciale per i destini dell’azienda, e non solo. Siamo nel pieno di una rivoluzione digitale che sta radicalmente modificando il modo di vivere di ciascuno – nel sociale e nell’industria – nella quale la dirigenza, e sono certo tutte le donne e gli uomini di Telecom Italia, vuole e deve essere protagonista”.
EVITIAMO EQUIVOCI SULLA BANDA ULTRALARGA
Valentini parte dal piano del governo per la Rete di nuova generazione: “Il piano strategico governativo sulla banda ultralarga, in sintonia con gli obiettivi dell’agenda digitale europea, è un tassello fondamentale di questo percorso e, su questo punto, è bene evitare equivoci: qualunque soggetto intenda proporsi in questo contesto – anche operante in comparti oggi diversi dalle tlc – è benvenuto, purché sulla base di progetti concreti ed attuabili, la cui efficacia e la cui efficienza possano essere dimostrate”.
PARLIAMO DI SVILUPPO
“E dopo aver contribuito significativamente al risanamento dell’azienda ora la dirigenza di Telecom Italia vuole parlare anche di sviluppo e non solo di taglio dei costi. Stavolta – ha detto ancora Valentini – vogliamo fare di più. La dirigenza Telecom Italia metterà a disposizione i giorni di permesso non retribuito – frutto di un recente accordo sottoscritto a supporto dei contratti di solidarietà che chiama ad un ulteriore sacrificio economico la categoria ma che si confida essere utile per il rilancio dell’Azienda – per aiutare a colmare il divario culturale digitale esistente, attraverso una piattaforma da costruire in comune con Federmanager”.
IL COMMENTO DI CUZZILLA
“In questo contesto – ha sostenuto Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager – in cui continuiamo a perdere “pezzi” dell’industria nazionale, dobbiamo prendere le decisioni necessarie per salvaguardare gli asset industriali strategici come Telecom”.
“L’Italia è ancora indietro sui programmi dell’Agenda Digitale – ha concluso Cuzzilla – in particolare sulla copertura della rete digitale nazionale con banda larga. Per garantire il futuro della nostra industria manifatturiera dobbiamo investire per dotare il Paese delle infrastrutture tecnologiche necessarie alla industria 4.0”.