Il 22 dicembre si è alzato il velo sull’attesissimo nuovo piano industriale di Rcs per il periodo 2016-2018 targato Laura Cioli, l’amministratore delegato che all’inizio di ottobre ha sostituito Pietro Scott Jovane.
I DETTAGLI DEL PIANO
In estrema sintesi, il piano prevede, nel periodo, per il gruppo editoriale del Corriere della Sera una crescita media annua pari all’1,5% dei ricavi, efficienze nette per 60 milioni di euro, il raddoppio del margine operativo lordo (ebitda), oltre che un risultato netto e un flusso di cassa positivi già dal 2016. Tutto a fronte di un debito che dovrebbe ridursi dai 500 milioni attesi per quest’anno fino a quota 290 milioni a fine piano, cioè a fine 2018.
ANALOGIE E DIFFERENZE CON JOVANE
Come scrive Marco Capisani su Italia Oggi, “nel 2018 il risultato netto è previsto in positivo sui 40 milioni. Aspettando il raggiungimento o meno di questi obiettivi non dissimili dalle previsioni di Jovane, seppur rivisti al ribasso, Cioli continuerà il confronto con le banche creditrici, chiarendo che «non parleremo di aumento di capitale. Non posso costringerci a farlo»”. Il riferimento è al serrato confronto di Rcs con gli istituti creditori sul debito.
Quanto alle differenze con la strategia del predecessore Jovane, scrive sempre Italia Oggi, “nella nuova strategia Rizzoli resta molto digitale ma «senza enfasi specifica, perché è solo un tassello di una trasformazione composta da più elementi», ha spiegato l’ad dimostrando di fatto l’intenzione di scostarsi almeno dal binario principale di sviluppo scelto dal precedente ad Pietro Scott Jovane. Tanto che tra gli asset in via di dismissione ci sono proprio le società digitali su cui aveva scommesso Jovane, come Made.com (arredo) e Youreporter (video realizzati dagli utenti)”.
IL BALZO DEL TITOLO
Il nuovo piano è stato accolto positivamente dal mercato, con le azioni Rcs che sono balzate in Borsa nella seduta del 21 dicembre, continuando in netto progresso anche il 22. Secondo analisti e addetti ai lavori, però, la fiammata di Borsa non si spiega tanto con i numeri del piano quanto piuttosto con il fatto che il temuto aumento di capitale è al momento scongiurato. Proprio su questo punto, in una intervista del 22 dicembre ad Antonella Olivieri del Sole 24 ore, Cioli ha spiegato: “La finanza deve essere a servizio del business e non il contrario”, intendendo cioè che il gruppo editoriale chiederà denaro agli azionisti per lo sviluppo e non per tappare falle nei bilanci.
IL NODO AUMENTO DI CAPITALE
“Oggi abbiamo un piano per poter parlare con le banche delle prospettive aziendali. E abbiamo una nuova delega ad aumentare il capitale, eliminando la tensione sulla scadenza di fine anno”, ha spiegato Cioli nell’intervista al Sole 24 ore, aggiungendo: “Il mercato temeva che l’aumento di capitale fosse imminente e fosse fatto per rimborsare le banche. Ma non era questo l’interesse aziendale. Ora, se eserciteremo la delega, lo faremo per eventuali iniziative di sviluppo legate al piano e non per altro”.
LA NOVITA’ PER IL SITO DEL CORRIERE
Il nuovo piano targato Cioli prevede, inoltre, l’introduzione del cosiddetto pay-wall (in sostanza, si pagherà per accedere ai contenuti) per il sito del Corriere della Sera. Interpellata sulla possibilità che fosse un azzardo per contenuti generalisti, Cioli ha spiegato: “Esistono esempi di successo in tal senso, dal New York Times al Wall Street Journal. Non è strettamente una questione di guadagno, ma di principio per valorizzare i contenuti di qualità”. Di certo, per il mercato italiano, si tratta di una grande novità.