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Renzi va alla guerra (senza cannoni) in Europa

Lo scontro in corso tra l’Italia e l’Europa (leggi la Germania) non è mai stato così palese e virulento e in più aperto contemporaneamente su più fronti. Matteo Renzi è all’offensiva con un certo coraggio, qualche buona ragione e con molte probabilità di uscirne a pezzi.

Il guaio è che il presidente del Consiglio non ha nessuno alla Commissione europea a condurre i negoziati e a fare la voce grossa. Così Renzi, sguarnito in commissione, è costretto a trasferire lo sconto in prima linea, cioè nel Consiglio, buttandola subito in politica e senza mediazioni tecniche. Il gioco è ad alto rischio perché ognuno gioca per sé e l’Italia fa molta fatica a consolidare un asse stabile tra i possibili alleati, mentre riesce benissimo a coalizzare gli avversari.

Il motivo di questo empasse risale però allo stesso Renzi, quando decise di rinunciare ad un commissario di peso per avere l’inutile e decorativo “Alto Commissario Esteri e Difesa”. La Commissione non è un tempio dove si custodisce il sogno sacro dell’Europa e i commissari non ne sono le vestali, si tratta invece un ring senza arbitri dove ogni colpo è consentito. Ogni cosa si negozi, si tratta, si scambia, si mette all’asta, si presta a ricatti.

Ora l’Italia è fuori da tutto questo, non abbiamo commissari che siano custodi di alcuna norma comunitaria, non possiamo sollevare procedure di infrazione contro questo o quel paese, chessò, in materia di concorrenza o di trasporti o politiche industriali. E senza questo non possiamo scambiare – come spesso accade – le nostre infrazioni con quelle degli altri. Siamo un vascello senza timone e senza cannoni.

Renzi se ne rende conto, credo, e per questo alza i toni in Consiglio nella speranza di trovare qualche solidarietà politica e suscitare qualche favore mediatico e popolare nelle aree “eurocritiche” e “germanofobe”. Ma è una strada pericolosa, che lo espone troppo senza garanzia di successo. Gli altri Paesi fanno sfiancare i loro commissari e poi al momento giusto mettono in campo il leader politico. Noi abbiamo la Mogherini che frulla per il mondo e Renzi che corre la staffetta tutta da solo.

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