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Giannini, Maccaferri e Rutelli per il “Nuovo Clima” di Santolini

I cambiamenti climatici sono una sfida che chiama in causa tutti – governi, imprese, cittadini – e tutti sono chiamati a fare la loro parte. E’ un richiamo alla responsabilità quello che è arrivato ieri dalla Terrazza Civita di Roma dove è stato presentato il libro “Un nuovo clima” (Rubbettino editore) scritto da Francesca Santolini. (QUI UN ESTRATTO DEL LIBRO)

L’APPUNTAMENTO

All’iniziativa – organizzata dalle associazioni AGOL, La Scossa ed Ego – hanno partecipato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il vicepresidente di Confindustria con delega all’ambiente Gaetano Maccaferri e Francesco Rutelli, presidente della fondazione Centro per un Futuro Sostenibile. Il dibattito è stato moderato dal direttore di Rai3 Andrea Vianello.

IL SAGGIO E IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Nel saggio, Santolini analizza i rischi cui i cambiamenti climatici espongono ciascuno di noi, le possibili soluzioni da mettere in campo, le opportunità della green economy. Il punto di riferimento della sua riflessione è rappresentato dagli Stati Generali sui Cambiamenti Climatici che si sono svolti lo scorso giugno a Roma su iniziativa del governo guidato da Matteo Renzi. Temi più che mai d’attualità, in questi giorni al centro del dibattito internazionale con la COP21 in corso a Parigi fino all’undici dicembre.

GRANDE SFIDA PER ECCELLENZA

“I cambiamenti climatici sono il classico paradigma di quelle che si chiamano oggi grandi sfide. Sfide che non hanno confini perché riguardano tutti i paesi e tutti i cittadini”, ha sottolineato il ministro Giannini che ha fatto il punto sull’impegno del Governo in questo senso. A tal proposito – ha rilevato il ministro – ci sono due dimensioni principali sulle quali sta agendo Palazzo Chigi: quella educativa e quella scientifica. Innanzitutto, è necessario “dare un quadro chiaro, con dati precisi su quali sono i rischi e le misure da mettere in campo”. “Bisogna partire dalla nostra vita quotidiana” ha ricordato Giannini. “Ad esempio, il consumo eccessivo di energia è un tema che ci riguarda da vicino e che non tocca solo il mondo industriale”. Per questa ragione – ha detto il ministro – “abbiamo inserito un capitolo specifico nella legge sulla Buona Scuola che prevede la cittadinanza responsabile per i nostri ragazzi e di cui l’educazione ambientale è una parte molto importante”. Quanto alla dimensione scientifica, Giannini ha evidenziato che si tratta della “base da cui partire. Senza ricerca di qualità non c’è modo per affrontare il tema dei cambiamenti climatici”.

USA, CINA E IL TERZO INCOMODO

Di geopolitica ambientale – e della conferenza internazionale di Parigi – ha parlato in particolare Rutelli, secondo il quale stanno arrivando buoni segnali da Stati Uniti e Cina, questa volta – stando a quanto emerge – decisi ad arrivare a un accordo. “Entrambi i Paesi hanno l’interesse di muoversi”, ha detto l’ex sindaco di Roma. “Obama vuole agire per lasciare una legacy, un’eredità, di fine mandato. La Cina perché ha un inquinamento interno devastante”. L’intesa tra USA e Cina però non sarà sufficiente. “C’è un terzo incomodo”, ha fatto presente Rutelli. Si tratta “dell’India, il terzo maggior inquinante”.  Per l’ex ministro dei Beni Culturali, sarà proprio “l’India il vero test sulla riuscita della conferenza di Parigi. Se l’India sarà a bordo, vuol dire che gli accordi funzioneranno. Al contrario, la conferenza di Parigi fallirà se l’India dovesse dire: lasciateci il diritto di inquinare, voi avete fatto lo sviluppo economico e avete inquinato, ora tocca a noi”.

LE IMPRESE E LE EMISSIONI NOCIVE

Parlare di sostenibilità ambientale vuol dire necessariamente parlare del mondo imprenditoriale e produttivo italiano, chiamato a un surplus di impegno per ridurre le emissioni nocive. Da questo punto di vista, il vicepresidente di Confindustria Maccaferri ha rivendicato quanto fatto finora nel settore industriale e sottolineato come oggi non esista più “la dicotomia imprese – ambiente”. “Nell’industria i consumi energetici si sono ridotti dal 1990 al 2013 del 28%. Si tratta di gran lunga del più importante risparmio che si è avuto in Italia”. Maccaferri ha quindi spronato anche gli altri settori a fare di più per vincere la sfida dei cambiamenti climatici. “Ad esempio” ha detto “trasporti e residenziale non hanno fatto in questi anni alcun tipo di progresso”.

L’AMBIENTE E I MEDIA

Affinché cresca la sensibilità dell’opinione pubblica sui temi ambientali, è necessario che anche i media facciano la loro parte per informare e formare i cittadini. Ne è convinto il direttore di Rai3 Vianello, consapevole dei limiti e delle difficoltà che caratterizzano il racconto giornalistico di questo argomento.  “Noi che gestiamo i media e che cerchiamo di fare informazione” – ha detto – “dobbiamo fare di più”. Secondo Vianello, infatti, l’ambiente “è una tematica che emerge solo ogni tanto con le emergenze. Appunto emerge ma questo non è sufficiente. In tal modo si rischia spesso di rimanere in superficie e di non andare in profondità. La strada da fare è ancora lunga”.

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