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Italia e Usa fermeranno lo strapotere di Berlino. Parla Sapelli

Nonostante il rapporto umano “ottimo” fra Matteo Renzi e Angela Merkel, rassicura il premier, Palazzo Chigi non ha rinunciato ad esplicitare in maniera pubblica, chiara e netta tutti i dossier su cui Italia e Germania non sono d’accordo: dalle sanzioni alla Russia ai gasdotti che collegano il Vecchio continente a Mosca, passando per il surplus commerciale tedesco e i “no” alla Bad bank auspicata da Palazzo Chigi per alleggerire gli istituti italiani dai crediti deteriorati. Un divieto che alcuni osservatori, come Giulio Sapelli, credono dipenda dalla volontà di “costringere la Penisola ad utilizzare il Fondo salva Stati, per legare il nostro Paese ai vincoli e al controllo della Troika“. Da qui lo scontro, anche polemico, tra Roma e Berlino.

Quali alleati, in Europa e nel resto del mondo, ha Renzi in questa battaglia? E chi la spunterà?

Formiche.net l’ha chiesto allo storico ed economista torinese, dal 1994 ricercatore emerito presso la Fondazione Eni Enrico Mattei e autore del pamphlet “Dove va il mondo” (edizione Guerini).

Professore, su quali alleanze può contare Renzi per bilanciare il peso della Germania in Europa?

Purtroppo su pochi Stati, anche molto deboli politicamente. Renzi ha capito che non può contare più sulla Francia, ad esempio, con cui contava di fare fronte comune. Questa possibilità è tramontata dopo la scelta americana di dare la guida della missione in Libia all’Italia, che Parigi ha visto come fumo negli occhi. Parigi considera il Mediterraneo un suo cortile e tollera poco la presenza di Roma, così come non la tollerava ai tempi di Muammar Gheddafi. Non è un caso che abbiano provato a bombardare negli scorsi mesi: volevano far saltare l’accordo per un governo di unità nazionale per cui si è spesa molto la nostra nazione. Forse il presidente del Consiglio potrà trovare sponde nel governo socialista in Portogallo e in una Spagna senza il popolare Mariano Rajoy. Ma poco più. In questo momento è negli Stati Uniti che Renzi ha i suoi alleati più forti.

Alcuni osservatori sostengono che Renzi si stia muovendo ora scommettendo sulla debolezza di Angela Merkel.

La sua è una valutazione giusta. Anche se va sottolineato che la cancelliera è ancora forte sul fronte interno. Malgrado gli scossoni sulla questione dei migranti, il mondo imprenditoriale tedesco la sostiene. Invece è sempre più isolata sul fronte internazionale, in particolare sul versante transatlantico. Se il Regno Unito dovesse davvero lasciare l’Ue, entrerebbe in seria difficoltà. Ecco perché è essenziale l’apporto di Washington.

Su quali dossier Washington sostiene Roma contro la Germania?

In primo luogo nella negazione del riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina. Berlino è favorevole, perché conta di gestire in proprio il rapporto con Pechino. Gli Usa invece dicono di no, preoccupati delle pratiche sleali e delle troppo differenze della Repubblica Popolare su fronte dei salari e dei prezzi dei prodotti, che impatterebbero in modo drammatico sulla concorrenza. L’Italia, insieme a tutto il suo mondo produttivo e imprenditoriale, è d’accordo con Washington. E poi c’è il capitolo Ttip. La Germania sta ostacolando in tutti i modi il trattato, mentre Roma lo vuole. Anche se in questo caso non c’è completa unità: molti, anche in Confindustria, non sono convinti che quest’area di libero scambio sia giusta, ma la verità è che il Ttip rappresenta oggi l’unico modo per bilanciare il potere di Berlino in Europa, contenere l’espansione cinese e riallacciare il dialogo con Mosca su basi nuove.

In che cosa si potrà concretizzare l’appoggio americano nei confronti del nostro governo in sede europea?

L’assunzione di una forte iniziativa nel Mediterraneo da parte dell’Italia potrà aiutare, in questo senso. Se Roma giocherà bene le sue carte in Libia, si apriranno gli spazi politici per una maggiore pressione pro Italia di Washington, in funzione del suo ruolo stabilizzatore. Non c’è ragione di credere che ciò non accadrà: i fatti dicono che al momento Renzi è l’unico alleato serio e fidato degli Stati Uniti in Europa.

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