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La Corea del Nord, la bomba H e il test nucleare

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La Corea del Nord ha annunciato di aver condotto «con successo» un test sotterraneo con una mini-bomba all’idrogeno. Esperti ed analisti stanno già in queste ore lavorando per ottenere le necessarie conferme, ma è possibile che servano settimane prima che analisi indipendenti riescano a verificare l’accaduto. Nella notte, l’annuncio dato attraverso la tv statale, che ha anche mostrato le immagini del capo di Stato Kim Jong Un che firma il documento esecutivo per effettuare il test, è stato seguito dallo scetticismo di alcuni osservatori.

Lo US Geological Survey, agenzia americana che monitora gli eventi sismici in tutto il mondo, un’ora e mezza prima della diffusione della notizia aveva registrato un terremoto di magnitudo 5,1 sul territorio nord coreano: era legato alla detonazione dell’ordigno nucleare? Da lì sono partiti i primi sospetti sul test, visto che l’epicentro è stato registrato a circa 50 km dalla città di Kilju, nei pressi del sito nucleare di Punggye-ri, e i geologi americani osservando i dati dei sismografi avevano considerato che l’evento sismico poteva non avere origine naturale.

Alcune fotografie satellitari analizzate da 38 North, un istituto di ricerca di Washington che segue l’attività nucleare della Corea del Nord da vicino, hanno mostrato le evidenze di un nuovo tunnel che è stato scavato nelle ultime settimane: ha ospitato l’esplosione sotterranea?

Anche se non ci fosse stato alcun test, Pyongyang avrebbe comunque raggiunto il proprio obiettivo: attirare l’attenzione internazionale. Le azioni malvagie del leader Kim Jong Un sono spesso riprese dai media di tutto il mondo: stavolta, per il presidente-dittatore i cui comportamenti perfidi fanno il paio con la macchietta del personaggio stravagante alla “The Interview” (film prodotto dalla Sony nel 2014 e poi censurato perché tratteggiava il leader del paese in modo parodico), si tratterebbe di un lancio mediatico di primo piano, perché quello avvenuto alle 9:30 del mattino del 6 gennaio (ora locale) è il quarto test nucleare annunciato dal primo del 2006 (gli altri nel 2009 e 2013), ma soprattutto il primo condotto con un “bomba a idrogeno”; il più potente degli ordigni nucleari. Circostanza che alzerebbe di nuovo il ruolo della Corea del Nord a minaccia globale (almeno a livello teorico): più o meno il mood che accompagna le critiche dei leader mondiali (finora si sono espressi più che altro gli asiatici) è quello del premier sudcoreano, che lo ha definito «una provocazione per la sicurezza».

LA COREA DEL NORD È IN GRADO DI LANCIARE MISSILI NUCLEARI?

Quasi tutti gli esperti concordano sul fatto che il programma atomico della Corea del Nord non è ancora in grado di produrre ordigni nucleari abbastanza piccoli da essere contenuti in un missile. L’ultimo avviso su un test del genere c’è stato nel 2013: dai dati raccolti finora gli analisti hanno ricavato che una qualche esplosione nucleare c’è stata oggi, ma non si è trattato di una vera e propria detonazione termonucleare, cioè quella delle bombe H, come ha dichiarato Pyongyang, ed era qualcosa di più simile a quella di due anni fa.

La dichiarazione ufficiale di Washington. Intorno alle 20:00 ora italiana, il portavoce della Casa Bianca John Earnest ha fatto sapere che le prime analisi non concordano con le dichiarazioni del Nord: ci sarebbe stata un’esplosione nucleare, ma non compatibile con quella di una bomba a idrogeno. Dunque anche la prima dichiarazione ufficiale degli Stati Uniti, è in linea con quello che molti esperti e osservatori avevano sostenuto fin dall’inizio.

Che cos’è una bomba H. La bomba all’idrogeno, o bomba H, è un tipo di bomba nucleare la cui detonazione innesca un susseguirsi, in successione rapidissima, di processi di fissione e fusione nucleare, che sono a loro volta avviati a partire dall’esplosione di una normale bomba atomica a fissione, che viene posta all’interno dell’ordigno.

GLI ANNUNCI DI KIM

Kim il 10 dicembre scorso aveva invece annunciato al mondo la costruzione della bomba a idrogeno (anche in quel caso, la dichiarazione fu accolta come lancio propagandistico per tenere saldo il consenso interno, tra lo scetticismo degli esperti). Possibile che Kim abbia scelto il momento internazionale particolarmente caldo per la crisi tra Iran e Arabia Saudita, per accentrare su di lui i riflettori: comportamenti del genere li ha già avuti in passato. Il dittatore sostiene da tempo che il programma nucleare del Nord è necessario per avere adeguate difese davanti alle politiche ostili degli Stati Uniti.

REAZIONI

Alle parole di reazione dei leader asiatici, si sono uniti ufficialmente Regno Unito, Francia e Australia, condannando le azioni di Pyongyang. Nel pomeriggio è prevista una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York durante la quale sarà discusso l’annuncio del regime nordcoreano. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense Ned Price ha detto in un comunicato stampa che gli Stati Uniti sono «informati di attività sismica nella penisola coreana in prossimità di un noto sito di test nucleari nordcoreani, e hanno visto le affermazioni di Pyongyang di un test nucleare». Se il test è vero, si tratterebbe di un innalzamento del livello di minaccia nucleare «da parte di uno degli stati più isolati e pericolosi al mondo» ha scritto il New York Times.

LA CURIOSITÀ

Notizie non confermabili che girano online, raccontano della presenza al test di alcuni ingegneri iraniani. Probabile si tratti di una contestualizzazione forzata quanto fasulla, per tracciare una retta d’unione tra i fatti di cronaca di questi giorni, che vedono l’Iran protagonista su due fronti: la crisi diplomatica con l’Arabia Saudita, e la risposta alla minaccia di nuove sanzioni occidentali a fronte di un suo test missilistico di ottobre.

Il New York Times ha inserito nel suo pezzo di cronaca sui fatti di Pyongyang un passaggio in cui si poteva leggere tra le righe la posizione editoriale su certi argomenti: il giornale americano ha scritto che il Nord non ha mai mostrato apertura a confronti negoziali sul proprio programma nucleare, come invece ha fatto l’Iran, che per altro «ha sempre negato l’interesse per le armi nucleari» e ha firmato il deal. Una linea chiara: con Barack Obama, il promotore principale dell’accordo con l’Iran in politica interna, e per la riqualificazione della Repubblica islamica a livello internazionale. Martedì Teheran ha diffuso le immagini di una nuova base di stoccaggio e lancio dei missili dichiarati illegittimi dall’Onu.

 



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