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Tutte le ultime novità sul Family Day

Il conto alla rovescia verso il Family Day ormai è iniziato. E da qui fino a sabato 30 gennaio il dibattito è destinato ad aumentare. Nella riunione del direttivo di martedì, il Comitato Difendiamo i nostri figli ha scelto definitivamente luogo e orario: l’evento si terrà al Circo Massimo con raduno dalle 12 e svolgimento dalle 14 alle 16.30. Niente più cortei fino in piazza San Giovanni, gli organizzatori ritengono sia troppo piccola per contenere quel milione di persone che si attendono. Da qui l’ambiziosa sfida di riempire il Circo Massimo. “Il programma dell’iniziativa sarà comunicato nei prossimi giorni – scrive il Comitato in una nota; sono comunque già previsti interventi di diverso taglio da parte di esperti giuristi, testimonianze di famiglie e le conclusioni del neurochirurgo e presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli, Massimo Gandolfini”.

BAGNASCO INVOCA L’UNITA’ DEI VESCOVI

Ad attirare l’attenzione dei media in questi giorni è il braccio di ferro interno alla gerarchia cattolica. A margine di un incontro tenutosi ieri sera nella Cattedrale della sua Genova dove è arcivescovo, il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco ha provato a spazzare via le polemiche dicendo che “i vescovi italiani, tutti, insieme al loro presidente ed al segretario generale, sono uniti e compatti nel difendere, promuovere e sostenere il patrimonio universale irripetibile che è la famiglia, grembo della vita, prima scuola di umanità, di relazioni, di dialogo” (qui le sue ultime uscite). E questo proprio nel giorno in cui il Fatto Quotidiano titolava a tutta pagina sull’annullamento dell’udienza che Bagnasco avrebbe dovuto avere con Papa Francesco, spiegando che il Pontefice non avrebbe gradito l’attivismo del cardinale in tema di Family Day.

DUE PARTITI DENTRO LA CEI?

Mentre via Twitter il giornalista cattolico Antonio Socci lancia le sue invettive anti-bergogliane (“Dal Vaticano pesanti pressioni per soffocare o ‘castrare’ l’impatto del Family Day. Vergogna senza fine. Ore drammatiche”) e il collega ebreo Gad Lerner segnala che “con l’adesione di Bagnasco al Family Day e l’intervista di Ruini l’ala più retriva dei vescovi italiani si pone contro la linea di Francesco”, dal Nord arriva l’invito a partecipare alla manifestazione da parte della Conferenza Episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta guidata da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. A suonare la carica ci aveva comunque già pensato ieri l’ex presidente Cei, cardinale Camillo Ruini, che dalle pagine di Repubblica ha espresso “piena condivisione per le parole del cardinale Bagnasco” ritenendo “giusto che protagonisti siano i laici ed è molto positivo che oggi questo emerga più chiaramente. Ma ciò non significa che i vescovi non possano esprimere il loro apprezzamento, anzi, una partecipazione che viene dal cuore.”. “Sulle unioni civili – dicono fonti vaticane riportate oggi da Massimo Franco sul Corriere della Sera – l’impressione è che qualcuno nel governo abbia voluto strafare. Quanto al Family Day, lo appoggeremo con discrezione”. “Di nuovo – aggiunge l’editorialista – è riaffiorato un conflitto sordo tra presidente e segretario della Cei” e “i contrasti riguardano semmai la tattica, a cominciare dall’opportunità di una manifestazione pubblica. Con Galantino sicuro di riflettere gli orientamenti papali, suggerendo una posizione defilata; e con Bagnasco, invece, deciso a marcare il ruolo della Cei”.

COME SI MUOVONO MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI CATTOLICHE

Comunione e Liberazione non si è ancora espressa, ma il suo leader don Julian Carròn – in linea con l’atteggiamento tenuto per il Family Day del 20 giugno – ha fatto sapere di lasciare liberi gli aderenti di parteciparvi o meno, senza endorsement ufficiali. Nei giorni scorsi è arrivata invece la piena adesione di un altro movimento ecclesiale come il Rinnovamento nello Spirito che valuta “necessario che ci siano uomini e donne che in virtù della propria cittadinanza attiva manifestino a Roma il 30 gennaio contro un decreto di legge ritenuto ingiusto, fuorviante rispetto alle reali richieste del Paese e dunque non condivisibile”. L’Azione Cattolica Italiana, in una nota in cui esprime dissenso verso il ddl Cirinnà, ha scritto che “la nostra associazione è grande, abitata da sensibilità differenti, che possono legittimamente portare a modi diversi di agire per promuovere i valori che ci accomunano e in cui tutti crediamo saldamente”, lasciando quindi porte aperte a chi tra i suoi associati intende andare a Roma il 30 giugno senza però appoggiare formalmente l’evento, come peraltro ribadito dal presidente Matteo Truffelli in una recente intervista ad Avvenire.
Un sì convinto al Family Day lo hanno espresso le associazioni Non si tocca la famiglia, ProVita, Giuristi per la Vita, Comitato Articolo 26, le famiglie di Amici dei Bambini (AiBi), mentre il Centro Studi Livatino ha lanciato un appello dei giuristi cattolici contro il ddl Cirinnà. Ma la parte del leone, come già spiegato da Formiche.net (qui e qui gli ultimi articoli), la faranno i Neocatecumenali.

IL SOSTEGNO DEL MOVIMENTO CRISTANO LAVORATORI

Oggi è stato il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) a prendere posizione: “I sacrosanti diritti umani che si pretende di voler tutelare con il ddl Cirinnà, non necessitano né richiedono lo stravolgimento del modello familiare: basterebbero infatti poche ma buone norme di diritto civile per assicurare alle coppie, anche a quelle non sposate, diritti meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento”, ha detto Carlo Costalli, presidente di Mcl: “Ben venga dunque una manifestazione volta a richiamare l’attenzione sul vero senso della famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna e aperta alla procreazione – ha aggiunto Costalli – il mio auspicio è che siano in tantissimi in piazza, sabato 30 gennaio, gli iscritti del MCL che vorranno dare il loro sostegno alla famiglia. Quella vera”.

COSA FA IL FORUM FAMIGLIE

Dopo le polemiche seguite all’intervista a Vita in cui il presidente Gigi De Palo bollava il Family Day del 2007 come “un fallimento”, il Forum delle Famiglie è intervenuto qualche giorno fa con una breve nota dal titolo “Non si spacca il Paese per una legge come questa”, con riferimento ovviamente al ddl Cirinnà sulle unioni civili e stepchild adoption. “Se tantissime famiglie in rappresentanza di milioni di persone – dice De Palo – anche provenienti da molte delle nostre associazioni, decideranno di scendere in piazza il prossimo 30 gennaio, lo faranno perché sono seriamente preoccupate da quanto potrà accadere nel nostro Paese approvando questa legge. Se gruppi, associazioni e singole persone in questi mesi hanno organizzato eventi e dibattiti facendo sentire la loro voce, lo hanno fatto perché hanno a cuore la famiglia, cellula primaria della società”. Insomma, anche qui porte aperte a chi vuole partecipare al Family Day, ma nessuna “benedizione” dell’evento. Ci sono comunque realtà locali del Forum che si sono espresse diversamente; è il caso ad esempio del Forum toscano che tramite il suo presidente Gianni Fini invita tutti a Roma il 30 gennaio.

LA CARICA DEI POLITICI

Come ad ogni Family Day che si rispetti, non può mancare la pattuglia di politici presenti, ai quali però non sarà concesso parlare dal palco. I più convinti sono quelli di centrodestra, se è vero che le tre Regioni governate da Lega Nord e Forza Italia (Veneto, Lombardia e Liguria) parteciperanno con tanto di gonfalone e loro rappresentanti istituzionali. Ha destato scalpore l’intervista al Corriere del ministro Gianluca Galletti che ha annunciato l’adesione, unico membro del governo per ora a farlo; sempre tra le fila della maggioranza si contano le adesioni di Beppe Fioroni del Pd e dei senatore Giuseppe Ruvolo di Ala e Roberto Formigoni di Ap. In piazza anche Maurizio Gasparri a rappresentare l’ala cattolica di Fi, mentre il capogruppo di Ap alla Camera, il ciellino Maurizio Lupi, per ora si è limitato a dire a Libero che “lavoriamo per costruire, non per rompere. Però non escluso che i cittadini e le associazioni cattoliche scendano in piazza”. Chi invece ha fatto sapere che non andrà al Family Day è l’ex ministro Gianfranco Rotondi alla testa di Rivoluzione cristiana.


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