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Chi sono i vescovi pro Family Day

“Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. A pochi giorni dal Family Day, in programma per il 30 gennaio, arriva la presa di posizione di Papa Francesco sulla famiglia nel corso della tradizionale udienza al Tribunale della Rota Romana, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario.

LE PAROLE DEL PAPA

«Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi – ha detto il Papa – abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.

BERGOGLIO, BAGNASCO E LA CEI

Che sia vero o meno che il Papa avrebbe cancellato all’ultimo un’udienza con il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, per “zittirlo” dopo l’appoggio alla manifestazione pro-famiglia del 30 gennaio (circostanza rivelata dal Fatto Quotidiano), la cosa non pare aver tramortito gli altri vescovi italiani. Anzi, da quando il numero uno della conferenza episcopale ha parlato – seppur in un’occasione non ufficiale e con tutti i distingui del caso, soprattutto quando ha sottolineato che si tratta d’una iniziativa di laici – le adesioni di presuli all’evento arrivano a getto continuo.

I VESCOVI CHE HANNO DETTO SI’

Il primo è stato Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e creato cardinale da Francesco nel suo primo concistoro (2014). Bassetti ha addirittura letto l’appello del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’, organizzatore dell’evento, chiedendo ai fedeli di “farne tesoro perché il bene della famiglia ci sta tanto a cuore”. Il porporato ha invitato ad aderire, così come hanno fatto gli altri vescovi umbri. Da Trieste, il vescovo Giampaolo Crepaldi ha osservato che “c’è il momento della preghiera, del dialogo, del convegno di approfondimento e anche della presenza in piazza. Quando scende in piazza, il cristiano non lo fa in odio a qualcuno, ma per esercitare il proprio dovere di cittadino responsabile”.

“RACCOMANDIAMO CALOROSAMENTE UN’AMPIA PARTECIPAZIONE”

E sempre dal nord Italia arriva anche la “calorosa” adesione della conferenza episcopale piemontese, con l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia in prima fila: “Per salvaguardare e promuovere questi valori fondamentali anche dal punto di vista legislativo, raccomandiamo anche noi calorosamente un’ampia partecipazione al Family day”. A Ferrara, l’arcivescovo Luigi Negri si è accodato all’appello: “Invito pertanto le famiglie, le comunità parrocchiali, i gruppi, i movimenti, le associazioni e quanti hanno a cuore il bene comune della società, a considerare e ad assecondare questa iniziativa con il massimo dell’impegno e della generosità. I modi e i tempi della partecipazione vi saranno indicati dal nostro Ufficio per la pastorale familiare e dal neo costituito Comitato ferrarese ‘Difendiamo i nostri figli’”.

OK AL FAMILY DAY, MA NO AI “VESCOVI-PILOTA”

Un sostegno alle parole di Bagnasco è giunto anche dal neo arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi e dal pastore di Campobasso, Giancarlo Bregantini che su Repubblica ha detto che “ha fatto bene il cardinale Bagnasco a giudicare la manifestazione doverosa. Perché un conto sono le scelte personali, un altro è andare contro quel piano oggettivo naturale secondo cui la famiglia è fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”. Bregantini, però, rimarca che “non siamo noi vescovi che dobbiamo pilotare dall’alto queste iniziative”.

IL “CONFLITTO SORDO” TRA BAGNASCO E GALANTINO

Massimo Franco, sul Corriere della Sera, ha scritto ieri che “nelle ultime ore gli appelli dei vescovi a partecipare si sono moltiplicati. E di nuovo è affidato un conflitto sordo tra presidente e segretario della Cei, Angelo Bagnasco e Nunzio Galantino”. A “colpire e spiazzare la stessa Cei – ha aggiunto Franco – incoraggiandola a prendere una posizione netta, sarebbero state tuttavia le chiamate arrivate giorno dopo giorno, sempre più fitte, dalle associazioni cattoliche. Prima incerte, poi determinate a esserci comunque”. E che ciò corrisponda al vero lo si può comprendere anche da quanto ha ribadito Bagnasco nelle scorse ore, e cioè che “tutti i vescovi sono uniti nel difendere la famiglia”.

IL PAPA “FUORI DALLA MISCHIA”

Chi rimane fuori dalla mischia, non facendosi strattonare, è Papa Francesco. Bergoglio, ha scritto Andrea Tornielli sulla Stampa, “non desidera essere coinvolto nelle decisioni che spettano alle conferenze episcopali, o nelle manifestazioni di piazza contro un disegno di legge, che competono ai laici”. Fin dal suo primo incontro con la Cei, ricorda Tornielli, “Francesco aveva chiarito che spetta ai vescovi ‘il dialogo con le istituzioni culturali, sociali e politiche’. Dunque, la decisione su eventuali interventi e pubbliche prese di posizione va lasciato alla Conferenza episcopale.

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