Il ddl Cirinnà non va emendato ma riscritto del tutto. O quasi. E il premier Matteo Renzi ha commesso un grave errore nel metterci la faccia, finendo per esasperare i rapporti dentro la maggioranza.
A sottolinearlo, in una conversazione con Formiche.net, è Gian Luigi Gigli, medico e docente di Neurologia all’Università di Udine, deputato di Democrazia Solidale (eletto con Scelta Civica) e da quasi un anno presidente nazionale del Movimento per la Vita, la federazione di oltre 600 realtà locali che si batte in difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale. Insieme al gruppetto di parlamentari guidati da Lorenzo Dellai, Gigli nei giorni scorsi ha sottoscritto la posizione del suo gruppo (che al Senato conta su Lucio Romano e il viceministro Andrea Olivero): “Non è sufficiente – hanno detto – lo stralcio dell’adozione da parte dell’unione omosessuale, ma è necessario riformulare gli articoli 2,3,4 e 6 del provvedimento (ddl Cirinnà, ndr), in modo da evitare, all’interno dei codici, delle norme e dei regolamenti, qualunque equiparazione del termine matrimonio a unione civile omosessuale e del termine coniuge a partner dell’unione”.
Se alla Camera arrivasse il testo attuale del ddl Cirinnà, lei come si comporterebbe?
Così com’è non lo voterei assolutamente, e non solo per il tema dell’adozione del figliastro da parte del partner della coppia omosessuale (stepchild adoption, ndr). Nell’impianto del ddl Cirinnà c’è una sostanziale equiparazione dell’istituto del matrimonio previsto dalla Costituzione all’unione civile omosessuale; ciò stravolge la famiglia, ne svilisce l’istituto e arreca danni sociali intervenendo in uno dei gangli più vitali della società, quello dove si genera la vita, si provvede all’educazione, si accumula il risparmio e si realizza la solidarietà tra generazioni. C’è poi un’equiparazione terminologica da correggere: l’art. 3 recita testualmente che in tutte le leggi, norme e regolamenti dove compaiono le parole matrimonio o coniuge, si debba intendere anche unione civile omosessuale e relativo partner. Qui si va ben al di là della sentenza della Corte Costituzionale, si equipara la famiglia a ciò che famiglia non è.
La stepdchild adoption apre la strada all’utero in affitto?
La maternità surrogata di per sé non viene toccata da questa legge ma rischia di esserne favorita, nonostante in Italia sia già illegale. Il problema è che in alcuni Stati essa è lecita e nella nostra giurisprudenza ci sono già sentenze di giudici che l’hanno accettata giustificandola con il superiore interesse del figlio. Se quindi fai una legge nella quale ammetti l’esistenza di questa possibilità, di fatto incoraggi indirettamente il ricorso a tale pratica all’estero per gli omosessuali che se lo possono permettere, consentendo la commercializzazione del corpo umano che è sempre stata impedita dal nostro ordinamento giuridico. Se facciamo cadere questa barriera, di fatto ci rendiamo complici di un degrado che sfrutta situazioni di povertà.
Il ddl Cirinnà va solo modificato o lo rifiutate in toto?
Serve una revisione profonda, di fatto una riscrittura della legge perché così com’è non la votiamo di certo. Ma finché il Pd e la presidenza del Consiglio mantengono questa chiusura, sarà difficile rivedere pesantemente il testo. E’ un’ipotesi molto improbabile, Renzi ci ha messo la faccia anche se avrebbe fatto meglio a non farlo.
Non la convincono nemmeno gli emendamenti paventati dai cosiddetti catto-dem?
Qualsiasi intervento volto a ridurre gli effetti devastanti di questa legge, è bene accetto. Ma non per questo la potremmo votare se non ci sono modifiche sostanziali. La proposta del senatore Dalla Zuanna di rendere un reato perseguibile anche il ricorso alla maternità surrogata di un cittadino italiano all’estero va nella giusta direzione. Ma non è sufficiente.
Ritiene che Renzi stia forzando la mano sul ddl Cirinnà?
Si è messo, per sua scelta, in una situazione delicata. Non ha saputo tenere ben distinto il ruolo di segretario del Pd, che peraltro dovrebbe comunque tenere conto di tutte le anime interne di quel partito, da quello di capo del Governo. Troppe volte è sembrato che questo tema fosse qualificante dell’intera attività dell’Esecutivo, e questo rende anche più difficile per un partner leale di maggioranza accettare che, in assenza di un accordo di maggioranza, il testo possa ora essere approvato con il voto insieme ai 5 Stelle.
E’ a rischio il patto di governo con le forze centriste, compresa la vostra?
Sul tema delle unioni omosessuali Renzi sta esasperando i rapporti, proprio perché come premier s’è intestato questa battaglia. Altrimenti sarebbe stato solo un argomento di dibattito prevalentemente parlamentare. Sono l’ultimo che può dire se tutto ciò metterà in discussione la stabilità del Governo, noi di Democrazia Solidale non abbiamo certo i numeri per farlo. Altri potrebbero essere determinanti, ma mi pare abbiano già escluso qualunque ricaduta negativa.
Lei è anche presidente del Movimento per la Vita e ha partecipato ai precedenti Family Day. Sarà a Roma a manifestare anche a quello del 30 gennaio?
Sì, parteciperò personalmente. Il Movimento per la Vita, che proprio ieri ha annunciato la sua posizione al riguardo (qui si trova il comunicato stampa integrale, ndr), non dà un’adesione formale; non ci sarà quindi nessun ordine di scuderia agli associati. Nella nostra base c’è però grande sensibilità su questo tema, tanti intendono giustamente partecipare all’evento.
Perché non aderite ufficialmente come altre organizzazioni?
Non siamo tra gli organizzatori di questo Family Day, dunque non abbiamo partecipato alla scelta di temi, contenuti, modalità di svolgimento, interventi e comunicazione. Tanti di noi saranno comunque tra i partecipanti. Detto ciò, il Movimento per la Vita è un’associazione federale di secondo livello e in quanto tale intende lasciare ampia libertà di scelta alle proprie strutture territoriali che possono decidere di essere presenti nelle modalità che ritengono più opportune. A tal proposito, garantisco che c’è una grandissima sensibilità del nostro popolo verso questa manifestazione, per la quale però avanzerei una raccomandazione ai suoi promotori.
Quale?
Mi auguro che facciano rimanere il dibattito sul piano della famiglia costituzionale che riguarda tutti, dai cattolici ai musulmani fino agli atei e agli immigrati. Insomma, non se ne faccia untema confessionale, perché così faremmo esattamente il gioco di chi ci vuole male. E lo dico da cattolico convinto.