La visita ufficiale a Roma del presidente iraniano Hassan Rouhani è diventata per molte aziende italiane occasione di accordi, alcuni scritti nero su bianco, altri in attesa di realizzazione. Ieri in Campidoglio il governo italiano e il regime di Teheran hanno siglato 13 memorandum di intesa che avviano un percorso di stretta collaborazione tra i due Paesi e sottoscritto intese economiche e commerciali con le aziende italiane per un valore potenziale complessivo di circa 17 miliardi di euro. Rouhani, ha scelto l’Italia come primo Paese dell’Occidente per la sua prima missione all’estero dopo il rientro di Teheran nel consesso della comunità internazionale, grazie all’accordo sul nucleare che lo stesso Rouhani ha giudicato “un miracolo politico”.
LA MAPPA
La lista comprende la ristrutturazione di alcune raffinerie, la fornitura di minerali, macchinari per produrre acciaio e alluminio, navi, binari e vagoni. Ma anche un gasdotto, metropolitane, chilometri di rete ferroviaria, strade, porti, locomotori, propulsori marini e tre ospedali. Altre collaborazioni commerciali, in particolar modo per il settore dell’agroalimentare, potrebbero aggiungersi presto in vista a febbraio di un’altra missione governativa in Iran, con il ministro delle politiche agricole e alimentari, Maurizio Martina e quello per i trasporti, Graziano Delrio. Ecco chi e perché festeggia per la nuova collaborazione bilaterale con l’Iran.
LE MIRE DELLA DANIELI
La visita in Italia di Rouhani ha portato al Gruppo Danieli, la multinazionale italiana con sede a Buttrio (Udine) specializzata nella produzione di impianti siderurgici, accordi per un valore di circa 5,7 miliardi di euro. I contratti siglati dal presidente Gianpietro Benedetti, – si legge in una nota del gruppo – sono relativi a una joint-venture e ad ordini per la fornitura di macchine ed impianti che verranno installati nel territorio iraniano. Persian Metallic, la joint-venture il cui valore è stimato in 2 miliardi, coinvolgerà un gruppo di investitori internazionali, oltre che iraniani. Persian Metallic utilizzerà minerale di ferro ed energia per produrre circa 6 milioni di tonnellate all’anno di pellets per l’alimentazione di macchinari adibiti alla produzione di acciaio. Gli accordi relativi invece alle forniture di macchine ed impianti per produrre acciaio ed alluminio, avranno un valore di circa 3,7 miliardi e verranno stipulati con diverse aziende iraniane. “Al momento non è chiaro in che modo la società si impegnerà nella joint venture in termini di gestione, capitale, debito e l’ammontare percentuale di lavori di competenza di Danieli”, ha scritto MF/Milano Finanza aggiungendo che “sicuramente gli accordi migliorano notevolmente la visibilità sulle stime di raccolta ordini della divisione plant making”.
I rapporti commerciali tra la società di Benedetti e l’Iran sono preesistenti alla visita ufficiale di Rouhani. In un’analisi sul Sole24 ore Alberto Negri ha ricordato che “nell’agosto scorso la Fata, azienda della Finmeccanica poi ceduta a Danieli, ha firmato un contratto per impianti industriali da 500 milioni di dollari con la Ghadir che fa parte della Setad, una fondazione con 95 miliardi di dollari di asset presente in tutti i comparti dell’economia, controllata direttamente dalla Guida Suprema Alì Khamenei”. “La Setad di Khamenei, ovvero “Setad Ejraiye Farmane Hazrate Emam”, “Sede per l’esecuzione degli ordini dell’Imam”, fu costituita nel 1989 dall’Imam Khomeini, con il compito di gestire le proprietà sequestrate negli anni caotici post rivoluzionari per poter aiutare i poveri e i veterani della guerra durata otto anni contro l’Iraq (un milione tra morti e invalidi)”, ha spiegato Negri.
GLI ACCORDI DI SAIPEM
Importi di rilievo anche per Saipem, la società di ingegneristica petrolifera guidata da Stefano Cao, che ha firmato un protocollo d’intesa del valore di 350 milioni di euro con la compagnia Parsian Oil & Gas Development per una possibile collaborazione nei lavori di ammodernamento e potenziamento delle raffinerie di Pars Shiraz e di Tabriz.
Una nota del Gruppo comunica che a questa intesa è seguito l’accordo firmato oggi con la National Iranian Gas Company (NIGC), che prevede l’avvio di discussioni in merito alla possibile collaborazione da parte di Saipem su progetti relativi a pipelines della NIGC, comprese la IGAT9 e la IGAT11, della lunghezza di 1800 km. Secondo le anticipazioni dell’agenzia Reuters, dalla costruzione di una pipeline di circa 2mila chilometri, potrebbero giungere altri 4/5 miliardi di dollari.
LA COMMESSA PER ATR
Una commessa da 400 milioni andrà ad ATR, la joint venture partecipata da Finmeccanica che ha stretto un accordo con la Meraj Airlines per 20 aerei. La joint venture paritetica tra Finmeccanica e Airbus per la produzione di aerei turboelica, ha chiuso il 2015 con fatturato e consegne ai massimi storici. I ricavi, si legge in una nota, sono aumentati dagli 1,8 miliardi di dollari del 2014 a 2 miliardi e le consegne sono cresciute del 72% a 88 velivoli.
IL RUOLO DI FINCANTIERI
Il gruppo Fincantieri ha raggiunto un accordo di cooperazione e sviluppo con Azim Gostaresh Hormoz Shipbuilding Industry Co (AGH), un nuovo complesso cantieristico iraniano strategicamente posizionato nel Golfo Persico all’interno della zona economica speciale “Persian Gulf Special Economic Zone”. AGH – si legge in una nota del gruppo capitanato da Giuseppe Bono – è controllato dalla Iran Shipbuilding and Offshore Industries Complex Company (ISOICO), che a sua volta fa capo all’Industrial Development & Renovation Organization of Iran (IDRO), una delle più grandi società iraniane attiva nel processo di sviluppo e industrializzazione del Paese. Tale accordo prevede la cooperazione tra le due società sia nella costruzione di nuove navi mercantili e unità offshore sia nel settore delle riparazioni e conversioni navali, nonché nel refitting di unità già in esercizio. Inoltre Fincantieri, attraverso la sua controllata Isotta Fraschini Motori, ha firmato altri ulteriori due accordi che riguarderanno il settore della propulsione navale e quello dei trasporti su rotaia.
LE NOVITÀ PER FERROVIE
Novità anche per Ferrovie Italiane grazie al memorandum d’intesa firmato dal ministro dei Trasporti italiano, Graziano Delrio e dal collega iraniano Abbas Akhoundi per un valore di circa 5 miliardi di euro. Il gruppo statale guidato da Renato Mazzoncini è attivo in Iran dal 2001 con la holding e con le controllate Italferr, la società di ingegneria e Italcertifer, che si occupa di certificazione. “Italferr è stata selezionata per il progetto della linea alta velocità Teheran-Qom-Isfahan e sta seguendo l’elettrificazione del tratto Teheran-Mashhad, mentre Italcertifer sta lavorando alla progettazione preliminare del test centre delle ferrovie iraniane”, si legge sul Sole 24 ore.
LE COMMESSE PER GAVIO E ITINERA
Opportunità anche per Itinera, la società di costruzioni del gruppo Gavio, che ha firmato ieri accordi con alcune tra le più importanti società di costruzioni iraniane per lo sviluppo di grandi progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti e delle ferrovie per un valore complessivo fino a 4 miliardi di euro. Gavio si occuperà anche della costruzione di infrastrutture autostradali, portuali e ospedaliere.