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Cosa sogna Passera per Milano

Vogliamo essere un’alternativa al partito della nazione di Renzi, lo dobbiamo agli italiani”. Questa è l’ambizione di Corrado Passera e della sua Italia Unica che oggi ha festeggiato a Milano il primo anno di vita. A fare da sfondo alla festa di compleanno è un Teatro Vetra gremitissimo, tanti i sostenitori del progetto politico, tante le personalità di spicco presenti: Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Gabriele Albertini e Vittorio Feltri, solo per fare qualche nome. La scelta del capoluogo lombardo non è casuale, a Milano infatti Passera e i suoi si giocano la sfida più importante, quella delle amministrative che vedono l’ex banchiere in prima linea per Palazzo Marino in chiave anti Pd, anche se non sostenuto finora da altri movimenti di centrodestra.

LA DISCESA IN CAMPO

Sono in molti a domandargli: “Ma chi glielo ha fatto fare?”. Lui sorridendo risponde: “Nel 2011 l’ho fatto per senso di responsabilità, io avevo alzato l’allarme e così quando mi hanno detto ‘Vieni dimostriamo all’Italia che ci sono persone che credono nella sua rinascita’ non ho potuto dire di no. Oggi me lo avete chiesto voi, e io sono stato ben felice di metterci la faccia perché Milano è la città dell’innovazione, della creatività, della solidarietà. Milano è la mia città”.

SICUREZZA, LAVORO, AUTONOMIA

Il programma di Italia Unica si basa tre pilastri: sicurezza, lavoro e autonomia. “Questi temi non ce li siamo inventati, siamo andati in giro e abbiamo ascoltato la gente, in base ai bisogni dei cittadini abbiamo scritto il nostro programma”, ha detto Passera. Poi, è entrato nello specifico parlando di Milano: “I milanesi hanno paura e per questo noi vogliamo assicurare un controllo e presidio capillare del territorio attraverso i vigili di quartiere”. Dunque, nella Milano del futuro c’è spazio per un maggiore controllo dei quartiere, in particolare di quelli più periferici. Il potenziamento dei vigili nelle strade sottintende anche la possibilità di avere nuovi posti di lavoro e non è la sola strada per potenziare l’impiego. “Milano può investire sul turismo, sulla cultura, sulla sanità. Vogliamo inoltre accelerare le autorizzazioni e gli investimenti e facilitare le autorizzazioni edilizie per i cambi d’uso”. Ha continuato con un focus sulle case popolari, piaga del capoluogo meneghino ed è stato perentorio: “Ho visto scene raccapriccianti, è inaccettabile che non esista un censimento degli alloggi popolari e dunque questa sarà una delle prime cose che faremo. Nel concreto, pensiamo che servano importanti investimenti per rimettere a posto la situazione, non 20 o 30 milioni, ma 200 e sappiamo dove trovarli”. Ancora, l’ex ministro dello sviluppo economico ha sottolineato la necessità di diventare una sorta di città-stato nello Stato. “Milano ha bisogno di autonomia sulle tasse locali, sulla sanità, sulle infrastrutture, sui trasporti, sull’edilizia sociale, sul turismo”.

AREA EXPO E UNIONI CIVILI
Qualche parola anche sulla riqualificazione dell’Area Expo: “Arrivare al 31 ottobre senza un progetto è una cosa grave. Detto questo, quell’area di Milano può diventare uno dei luoghi di sviluppo più importante della città e più in generale d’Italia. Bisogna costruire un luogo di vita, dove possono trovare posto un campus universitario, dei laboratori scientifici, un palazzetto dello sport e tante altre cose”. E poi sulle unioni civili ha spiegato senza fronzoli: “Sì alle unioni civili, no alle adozioni. Lo avevamo già detto e lo ripeteremo”. Ha aggiunto ancora: “Non è necessario radicalizzare il dibattito“.

COME REALIZZARE IL PROGRAMMA
Il programma dunque è di tutto rispetto, parte dai bisogni della gente e ha l’obiettivo di migliorare la vita dei cittadini stessi. Ma come realizzarlo? “Forse non tutti sanno che Milano ha congelato circa 2 miliardi in partecipazioni finanziarie, mi impegno a scongelare quei soldi e a dare incentivi per l’edilizia privata, per gli edifici scolastici e le case popolari”.

IL SOGNO PER IL FUTURO
Se mi chiedessero qual è l’atto d’amore che vorrei regalare a Milano non direi né la riapertura dei Navigli, né la gratuità dei mezzi pubblici. Sarei felicissimo se alla fine del nostro mandato i milanesi avessero un lavoro e non avessero più paura” ha tuonato il leader di Italia Unica.

LE ALLEANZE
Passera dunque si pone come voce dei liberali e dei popolari di Milano, come voce del centrodestra. E non chiude a possibili alleanze, anche con la Lega: “L’obiettivo è quello di creare una maggioranza forte. Voglio ricordare che stiamo parlando di una lista civica “Corrado Passera sindaco” aperta a tutti, siamo a disposizione di chi vuole e ritrova nel nostro programma i suoi valori”. Poi ha aggiunto: “Noi ci rivolgiamo ai moderati e lo facciamo in maniera indipendente”.

LA STOCCATA AI PIDDINI
Lo slogan della campagna elettorale milanese è evocativo, quel ‘Basta con la sinistra!’ segna una linea di demarcazione e di discontinuità rispetto al passato. “I quattro candidati alle Primarie del Partito Democratico sono, chi più chi meno, costole dell’attuale amministrazione comunale e fanno di questa appartenenza un punto di forza, noi vogliamo invece rompere questa continuità. Perché? L’attuale amministrazione ha portato a livelli altissimi la tassazione e la spesa pubblica, in più non ha lasciato alcun progetto nel cassetto”. E poi ha chiosato: “La campagna elettorale milanese sta svilendo nel peggio della vecchia politica. Promettono, dicono di fare tagli. Navigli, pavé di via Torino, gratuita dei mezzo pubblici. Ma le priorità? Noi vogliamo stare con i cittadini”.


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