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Perché non basta stralciare la stepchild adoption dal ddl Cirinnà. Parla Gandolfini

Giura di non volersi impegnare in politica in prima persona, nonostante più passino le settimane e più lui diventi una figura di riferimento per una parte del popolo cattolico. Massimo Gandolfini dice di avere ben altro da fare: un lavoro da neurochirurgo a Brescia e una grande famiglia (sette figli adottivi e diversi nipoti) da seguire, ma non si tira  indietro davanti alla responsabilità di quella che chiama “una missione al servizio della verità contro la diffusione della menzogna”. In questa conversazione con Formiche.net il portavoce del Comitato “Difendiamo i nostri figli” organizzatore del Family Day, un cattolico doc appartenente al Cammino Neocatecumenale (qui un suo precedente ritratto) fa il punto della situazione a poche ore dal via in Senato al voto sul ddl Cirinnà.

LOTTA SENZA QUARTIERE AL GOVERNO RENZI

Con una dichiarazione diffusa domenica, Gandolfini ha ribadito la dura opposizione al progetto del governo presieduto da Matteo Renzi. Il portavoce del Family Day ha infatti annunciato che alle elezioni amministrative di giugno “sosterremo candidati sindaci rappresentanti di forze che in Parlamento stanno contrastando con tenacia il ddl Cirinnà”. Come se non bastasse, ha spostato lo sguardo al referendum costituzionale di autunno che, ha precisato, “sarà l’occasione per esprimere il nostro disappunto verso il premier, che non si è fatto in alcun modo interprete del popolo del Circo Massimo, né ha dato segno di averne considerate in alcun modo le istanze”. Se Renzi tira dritto sul ddl Cirinnà, i cattolici del Family Day sono pronti a rispondergli con le armi a loro disposizione: prima la piazza, poi il voto.

QUALE FUTURO (POLITICO) PER IL FAMILY DAY?

L’annuncio di voler portare nell’agone elettorale le battaglie del Family Day prelude a un impegno politico diretto dei promotori? E’ ancora presto per dirlo. Ne avevamo già scritto qui, interrogandoci sulla possibile nascita di un Partito della Famiglia. Gandolfini per ora non si sbilancia. “All’interno del nostro Comitato c’è un dibattito aperto su come proseguire l’esperienza di queste due grandi manifestazioni (quella di giugno e quella di gennaio, ndr), ma dal punto di vista della costruzione di un nuovo soggetto politico o movimento, al momento non c’è nulla”. Per quanto gli riguarda, aggiunge, “confermo che personalmente non è mia intenzione impegnarmi in prima persona in politica”.
Nel frattempo, si susseguono le richieste di un nuovo protagonismo politico dei cattolici sull’onda del Family Day. Riccardo Cascioli, direttore della Bussola Quotidiana, ha invocato un “salto di qualità” da parte degli organizzatori del Circo Massimo “perché anche fuori dal Parlamento quel popolo abbia una voce che condizioni il Palazzo”.

COSA FARA’ GANDOLFINI?

Dal canto suo, Gandolfini confessa che “mai mi sarei sognato a 64 anni di trovarmi al centro della vita politica del Paese su un argomento di tale delicatezza. Non mi sento certo l’uomo nuovo, non mi interessa fare politica attiva ma – chiarisce – sento una responsabilità enorme e per questo sono uscito dal mio privato familiare e professionale, per una missione al servizio della verità”. Dice di doversi battere “contro una campagna culturale di menzogna totale, contro una dittatura mediatica come quella perpetrata dalla Rai con Sanremo, contro l’asservimento a una lobby di potere economico che di fatto vuole costruire un simil-matrimonio omosessuale”. Secondo lui, parlando a proposito di referendum costituzionale, “si rende ancora più evidente quanto il nostro Parlamento abbia bisogno di due Camere per evitare l’utilizzo di certe modalità dittatoriali”.

BENE FDI E LEGA, APPELLO AD ALFANO

“Nella contingenza attuale, noi – incalza Gandolfini – vorremmo poter indicare ai milioni di persone che rappresentiamo una forza politica vicina ai nostri sentimenti, che in qualche modo può essere una virtuosa intestataria del nostro voto. Ci vogliamo assumere la responsabilità di indicare con estrema chiarezza un partito che su temi come le unioni civili e le adozioni gay si possa fare interprete della volontà del nostro popolo”. In quest’ottica, il portavoce del Family Day individua “Fratelli d’Italia e la Lega Nord che in buona parte condividono queste nostre battaglie. Ma sono ininfluenti dal punto di vista dell’andamento della legge, per questo il nostro forte appello va al Nuovo Centrodestra che a parole dice di voler difendere questi valori. Alfano ha in mano una carta che altri non hanno: può ritirarsi dal governo per opporsi al ddl Cirinnà. Se un politico crede davvero nella pericolosità di un provvedimento, deve essere pronto a sacrificarsi pur di combattere quella battaglia”.

L’INVITO AI CATTODEM

Gandolfini si rivolge anche ai cattodem, alle prese con un braccio di ferro interno al Pd a suon di emendamenti per cercare di smussare il ddl Cirinnà. “Dato che si parla tanto di libertà di coscienza e voto segreto, io chiedo a questi senatori cattolici del Pd: ce l’avete ancora una coscienza? Se vi definite cattolici dovete fare riferimento al Magistero della Chiesa. Andate a rileggere quanto scriveva l’allora cardinale Joseph Ratzinger come Prefetto per la Congregazione della Fede nel 2003, in un documento firmato anche da Giovanni Paolo II” (qui il testo).

LA PREVISIONE SUL VOTO

Non ha il pallottoliere in mano, però anche Gandolfini sa osservare i numeri del Senato. Che appaiono ormai sempre più a favore dell’approvazione del ddl Cirinnà. “Penso che purtroppo questa legge passerà – è la previsione del portavoce del Family Day -, l’unica cosa su cui forse ci può essere qualche ostacolo è l’art. 5 sulla stepchild adoption, ma mi domando se la pezza di un eventuale stralcio non sia peggiore del buco, dato che potrebbe solo servire ad acquietare molte coscienze elastiche di qualche parlamentare che così potrebbe dire di avere ottenuto qualcosa”. Già, perché secondo Gandolfini “questa legge va bloccata per intero, non aggiunge alcun diritto alle coppie omosessuali se non quello di fargli adottare bambini, cosa che non spetta a loro, ma toglie diritti ai bambini che non possono più avere un padre e una madre”. Insomma, “se l’articolo 5 è assolutamente inaccettabile, non lo sono di meno gli articoli 2 e 3, che costruiscono di fatto un simil-matrimonio in contrasto con l’articolo 29 della nostra Costituzione”.


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