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Chi appicca il fuoco alle pensioni?

Le cronache di questi giorni hanno provocato nei pensionati, pubblici e privati, ansia e sconcerto. Non ci si lamenti poi del crollo dei consumi!

 
Lo dimostrano le numerosissime telefonate ed e-mail ricevute da tutte le organizzazioni sindacali, ma soprattutto dalla FEDERSPEV (federazione maggiormente rappresentativa dei dirigenti sanitari e loro superstiti).
 
Non bastavano i tagli pensionistici, già condannati dalla Consulta nella primavera 2015 e bypassati da Renzi. Ci voleva anche la assurda proposta della revisione delle pensioni di reversibilità, contenuta nel Ddl governativo sulla povertà,  in discussione alla Commissione Lavoro della Camera.
 
La reazione di tutte le organizzazioni sindacali ha prodotto un vero e proprio sbandamento nella compagine governativa, che si è affrettata a smentire – in modo peraltro confuso e scomposto – ogni volontà di colpire le pensioni in essere e quelle future. Noi ci poniamo, comunque, un interrogativo.
 
Come si può affermare che le future pensioni di reversibilità non saranno toccate, quando si ipotizza di condizionarle non al reddito del superstite ma all’ISEE della compagine familiare, includendo financo il reddito legato all’abitazione di proprietà?
 
Il concetto base del Ddl governativo punta – tra l’altro – a trasformare la reversibilità da istituto previdenziale a istituto assistenziale. Ma così non è né giuridicamente può essere, perché i contributi versati (33% dello stipendio, per il pubblico impiego) implicano una triplice tutela: invalidità, vecchiaia, reversibilità.
 
Ancora una volta si cerca di potenziare l’assistenza ai 4 milioni circa di poveri, sottraendo risorse previdenziali ai soliti noti.
 
Appare evidente, quindi, che gli stanziamenti previsti nella Legge di stabilità (600 milioni per il 2016 ed 1 miliardo per il 2017) siano finanziati da questa oscura manovra, con una partita di giro, sulla pelle dei pensionati.
 
Da anni, la FEDERSPEV conduce una strenua battaglia contro la legge Dini, che ha taglieggiato le percentuali della reversibilità, rapportandole al reddito del superstite.
 
Da anni, FEDERSPEV e CONFEDIR ribadiscono l’assoluta necessità di separare nettamente le spese assistenziali “pure” da quelle previdenziali “pure”, nel bilancio INPS.
 
Per anni sono state inascoltate e anzi talora derise.
 
Ora, anche uno dei maggiori esperti previdenziali, il professor Alberto Brambilla, sostiene tale necessità, ribadendola in un recentissimo articolo sul .
 
Comunque sia, i pensionati non possono essere perennemente schiaffeggiati e additati come responsabili primari del presunto dissesto previdenziale, checché ne pensino Boeri & C.
 
Michele Poerio
Stefano Biasioli

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