“E non ci lasceremo mai, abbiamo troppe cose insieme. Se ci arrabbiamo poi, ci ritroviamo poi… Un corpo e un’anima”. Il centrodestra milanese sembra voler prendere alla lettera il monito cantato negli Settanta da Wess e Dori Ghezzi e così, tutti insieme, moderati, cattolici, leghisti e liberal-socialisti hanno deciso di appoggiare ufficialmente la candidatura di Stefano Parisi che poche ore fa si è presentato all’Associazione della Stampa Estera, in pieno centro a Milano, con al suo fianco Maria Stella Gelmini di Forza Italia, Maurizio Lupi di Ncd-Area Popolare, Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia e il leader della Lega Matteo Salvini per esporre idee e progetti.
PERCHÉ HA DETTO SÌ
“E’ stata una decisione travagliata: per motivi professionali legati alla mia azienda e per la mia vita privata. La condizione determinante che, più di tutte, mi ha invogliato a scendere in campo è stato il fatto che i quattro principali partiti del centrodestra mi abbiano chiesto con insistenza di esserci. La loro insistenza mi ha riempito di responsabilità”, ha detto l’ex direttore generale di Confindustria, che ha aggiunto: “Quando mi chiedono ‘Chi te lo ha fatto fare?’ io rispondo che a guidarmi è uno spirito civile. Non sono un tecnico, da 15 giorni sono un politico a tutti gli effetti, con una sensibilità sociale e politica (condivisa con tutta la coalizione) che sono certo farà la differenza”.
L’ENTUSIASMO DELLA GELMINI
“Milano è una sfida centrale per il centrodestra e per la sua rinascita – ha detto la coordinatrice regionale di Forza Italia, Maria Stella Gelmini – dopo alcuni svarioni e anche alcuni errori abbiamo scelto di essere uniti, compatti, tutti insieme. Alla scelta del candidato abbiamo lavorato tutti, anche il presidente Berlusconi in prima persona. Oggi si riparte, la partita si apre oggi con Stefano Parisi sindaco. E’ un uomo libero, autonomo e competente”. Sulla questione dei capolista, la Gelmini ha specificato: “Sono onorata che il Presidente Berlusconi abbia indicato il mio nome, se non c’è il suo non è per una scelta libera ma per una serie di eventi. Lui ci sarà lo stesso. Tutti insieme rappresenteremo davvero un vento di cambiamento per ribaltare il pronostico”. E a Beppe Sala, candidato del Pd nella corsa per Palazzo Marino, ha detto: “Noi siamo qui per rimanere. Lui è abituato con Renzi che viene fa lo show, lo istruisce e va via. Mi viene da dire #beppenonstaresereno, noi siamo qui per rimanere. Se i milanesi ci daranno fiducia. Per noi Milano non sarà una passerella ma un impegno. La centralità di Milano con il Governo Renzi è una finta centralità, anche il dopo Expo lo dimostra”.
LA VOGLIA DI FARE DI SALVINI
Alla Gelmini ha fatto eco Matteo Salvini: “La vittoria di Milano sarà l’anteprima di una liberazione a livello nazionale”. Ha aggiunto il segretario della Lega Nord: “Pur essendo il primo partito del centro destra non abbiamo chiesto nulla, siamo a disposizione della coalizione. Vogliamo una Milano migliore: più sicura e più bella”. “La battaglia del federalismo fiscale è apertissima – ha detto il leader della Lega – Io non vedo nessun ostacolo a una campagna elettorale bella e propositiva. Non abbiamo bisogno che arrivino da Genova a spiegarci come si fa ricerca e tecnologia a Milano. E’ un insulto alle nostre università che risponde alle logiche clientelari a cui il Governo Renzi è abituato. Spero inoltre che la televisione pubblica dia a tutti lo stesso spazio a tutti”. Poi ha lanciato una provocazione: “Ho la sensazione che qualcuno ancora adesso stia usando il denaro pubblico dei milanesi per fare campagna elettorale. Che i giornalisti indaghino”.
IL MODERATO LUPI
Anche Maurizio Lupi di Ncd-Area Popolare si è detto convinto della candidatura di Parisi: “Correre per Milano ma perché Milano torni a correre. Per fare questo è necessario farlo tutti insieme, lo abbiamo fatto per 14 anni. Sono felice che Stefano sia riuscito a farci stare tutti dalla stessa parte. Serve a Milano, serve alla politica”. Sulla convivenza con Salvini, Lupi ha specificato: “Io e Salvini non siamo un unione civile. Penso che l’eterogeneità della compagine del centrodestra sia la chiave per il nostro successo. L’importante è stare verso il centro, non cristallizzarsi su certe posizioni, abbiamo governato per anni portando a casa importanti risultati anche grazie alla diversità. Se Milano farà da traino a questa rinascita del centro destra a livello nazionale dipenderà dai risultati. Noi ci crediamo”. Sarà Lupi quindi il capolista della lista civica a sostegno di Parisi? “Vedremo, Parisi lo ha chiesto a tutti ne parleremo” ha detto l’esponente del Nuovo Centro Destra. Non ha quindi sciolto le riserve sulla scelta che pare sia combattuta tra lui e Gabriele Albertini.
I COMPLIMENTI DI LA RUSSA
“Conoscevo Parisi da tempo ma l’ho sempre visto come un tecnico, oggi è davvero un politico con la ‘P’ maiuscola perché quelli con la ‘P’ minuscola non piacciono ai cittadini. Che cosa ti rende questo? Una spiccata sensibilità. Ciò dimostra che anche i professionisti possono diventare politici” ha detto Ignazio La Russa dei Fratelli d’Italia.
LA CONVIVENZA PACIFICA
Ma come ha fatto Parisi a mettere d’accordo tutte le anime del centrodestra? “La nostra logica è inclusiva: all’interno del modello politico che stiamo costruendo ci deve essere posto per tutti. Non tollero lo scontro ideologico. E’ giusto che ci sia spazio anche per chi la pensa in modo diverso: i valori del family day sono costitutivi del centro destra, così come lo sono anche i valori laici”, ha detto il candidato sindaco. Che poi ha aggiunto: “Io sono un laico ma i valori del centrodestra sono condivisi da tutti noi, sono gli stessi. Guardo alle coppie di fatto con laicità, per questo motivo non faremo atti dimostrativi come ha fatto la giunta Pisapia con il registro delle coppie di fatto. Qui si applicano le leggi”. Sulla convivenza pacifica tra Lupi e Salvini ha aggiunto: “Sono persone intelligenti e hanno capito che per ridare a Milano quello che merita il luogo su cui lavorare sia questo”.
IMMIGRAZIONE E MOSCHEA
La politica milanese (e non solo) discute in merito alla costruzione di una moschea a Milano. Se da un lato c’è chi rifiuta categoricamente l’idea, dall’altro invece c’è chi sostiene che la libertà di culto deve essere garantita a tutti. Parisi ha detto: “A Milano c’è spazio per una moschea, non giriamo intorno a questo tema: noi abbiamo bisogno che ci sia totale sicurezza, perché esiste il terrorismo, non è un problema di Milano ma nazionale”. Poi ha precisato: “Siamo per la libertà di culto e il totale rispetto delle regole: chi viene da noi, a Milano, in Italia, deve rispettare le nostre regole. Chiederemo ai promotori delle moschee di dire che anche loro credono nella libertà di culto per cristiani ed ebrei e controlleremo chi sono i finanziatori. Se qualcuno risulta nella black list internazionale noi diremo di no, se invece tutto va come deve andare, avere una moschea a Milano vuol dire avere maggiore controllo e maggiore sicurezza. Ma il rispetto delle regole resta fondamentale”.
IL CONFRONTO CON SALA
Sulla possibilità di un confronto con Sala, l’ex fondatore di Fastweb ha detto: “Mi piacerebbe molto. Il confronto se costruttivo è sano, è giusto che i cittadini sentano qual è la nostra strada e qual è la loro. Il confronto diretto credo possa aiutare in tal senso”.