Il Telegraph ha una notizia importante: forze speciali inglesi sarebbero state schierate “in maniera discreta” a Misurata, in Libia, per preparare il terreno ad un intervento armato contro lo Stato islamico. Secondo le fonti che hanno parlato con il quotidiano inglese, le unità d’élite inglesi si troverebbero nella cittadina dell’ovest libico affiancando omologhi statunitensi con il compito di consulenti.
È l’ultima di una serie di indiscrezioni in merito allo schieramento di questi team speciali, che sarebbero già in modalità operativa in Libia: all’inizio della settimana era toccato al Monde smascherare operazioni clandestine compiuto dai commandos francesi che facevano base a Benina, nei pressi di Bengasi, a centinaia di chilometri da Misurata e soprattutto sull’altra sponda del conflitto. (In base ad alcune informazioni girate in quei giorni, a Benina c’erano pure inglesi e americani). Alcune indiscrezioni hanno poi riguardato nei giorni successivi, di nuovo, anche il governo italiano e un piano per il dispiegamento di militari come advisor non appena le condizioni ne garantivano la possibilità, ossia appena il nuovo governo libico riceverà un qualche riconoscimento internazionale e provvederà ad invitare gli occidentali in Libia.
Secondo quando diffuso su Twitter dal giornalista specializzato in questioni militari Babak Taghvaee a Misurata si troverebbe già lo US Special Ops Team Number 2: è probabile che sia questo a condividere la base aerea cittadina con gli inglesi – gli altri due si troverebbero a Labraq, nei pressi di Derna (il Number 1) e l’altro al piccolo scalo aereo di al Watiyah, vicino al confine tunisino, dove a dicembre dello scorso anno un piccolo gruppo di Sof americane fu rispedito indietro per mancanza di accordi con i locali.
Parlando alla Camera dei Comuni all’inizio di febbraio, Jonathan Powell, l’inviato speciale per la Libia del Regno Unito, ha accennato alla possibilità di un programma immediato di train-and-equip per contrastare lo Stato islamico, utilizzando i combattenti “già temprati” in battaglia durante la rivoluzione della 2011, ossia i vecchi contatti ancora potabili. Il programma avrebbe come scopo accorciare in segreto i tempi senza aspettare le beghe politiche che coinvolgono la formazione del governo unitario, il quale invece dovrebbe essere, secondo la linea ufficiale di diversi paesi occidentali (tra cui l’Italia), il fautore di una richiesta di aiuto formale.
E così, a quanto pare, la Francia ha soldati che condividono una base con i militari di Tobruk e il Regno Unito ne ha altri che dormono in una base aerea di Misurata, ossia Tripoli, come se le due parti del conflitto libico avessero effettivamente trovato una reale concordia nazionale. Dunque, o i governi occidentali sanno che le divisioni in realtà sono minori di quello che si evince dal procedere degli scontri (difficile), oppure lo schieramento di queste forze speciali è un’operazione miope che rischia di contribuire a squilibrare la già precaria situazione ingolfando il processo politico ed esacerbando le divisioni.