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L’Unità, Formiche.net e i numeri

È proprio vero che dagli amici bisogna che ci guardi Iddio, forse bastando noi a guardarci dai nemici.

Pensavo, francamente, di avere elogiato e incoraggiato il direttore della nuova Unità di conio renziano, diretta da Erasmo D’Angelis, sottolineandone le coraggiose prese di posizione, all’interno e all’esterno del Pd, e spiegando con la tagliente ironia di Sergio Staino le notizie sugli “affanni” economici – ripeto, affanni – della testata. La cui diffusione non è proprio incoraggiata, come lo stesso Staino fa dire al suo Bobo, dai circoli e dai militanti del partito, forse ancora troppo legati alle pratiche e ai sentimenti della “ditta” bersaniana.

Il direttore dell’Unità, tanto adirato da sbagliare anche il nome della testata diretta da Michele Arnese – chiamandola Formiche.it anziché Formiche.net l’ha presa invece come un’offesa. E ci ha attribuito la paternità e responsabilità di cifre e conti – una perdita mensile di duecentomila euro, sia pure fraintesi in duecento milioni ma poi corretti in giornata, non appena rilevato l’errore – ripresi, citando rigorosamente la fonte, e persino mettendone in qualche modo in dubbio la precisione – dal Corriere della Sera, a firma di Claudio Bozza. La perdita annuale doveva quindi ritenersi di due milioni e mezzo di euro, pari a circa 5 miliardi delle vecchie lire: inferiore alle iperbolica cifra di due miliardi e mezzo di euro, lo ammetto, ma pur sempre notevole per una testata delle dimensioni dell’Unità.

Probabilmente D’Angelis, non tenendo conto del nostro involontario errore e della correzione eseguita già ieri pomeriggio, ha pensato che fosse meno rischioso prendersela con noi che con la corazzata milanese di via Solferino, sia pure in alleggerimento per l’annunciato ritiro delle munizioni degli eredi degli Agnelli.

Questo è, francamente, l’aspetto che più mi ha sorpreso, diciamo pure deluso, del direttore della nuova Unità, che avevo osato paragonare, per il suo simpatico aspetto fisico, addirittura a Giovanni Ansaldo scomodando i miei ricordi giovanili. Chiedo scusa alla buonanima di Ansaldo, di scuola rigorosamente longanesiana. Che non si sarebbe sottratto ad una polemica con il Corriere.

Per il resto, auguri lo stesso a Erasmo D’Angelis e alla difficile impresa che gli ha affidato Renzi. E rinnovo la mia ammirazione a Sergio Staino, che sa ridere da tempo anche dei drammi che vive dall’interno della sua parte politica.

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