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Vi racconto perché ho bisticciato in tv con Matteo Salvini

matteo salvini, napoli Lega

Servirà a poco, ma ho avuto la possibilità, in tv nel “tinello’’ di Giovanni Floris, di ricordare a Matteo Salvini – che sulle critiche alla riforma Fornero delle pensioni “ci campa’’ ancor più che sul tema dell’immigrazione e dell’antieuropeismo – alcune banali verità che nessuno è in grado di smentire. E cioè che gran parte degli effetti della legge del 2011 derivano pari pari da norme introdotte, a partire dal 2010, dal governo di centro destra, con il contributo determinante del ministro Giulio Tremonti, beniamino della Lega, la quale faceva parte della maggioranza. Si tratta: a) dell’avvio della parificazione dell’età di vecchiaia tra uomini e donne (realizzata a marce forzate nel pubblico impiego); b) dell’aggancio automatico dell’età pensionabile all’attesa di vita; c) dell’introduzione della c.d. finestra mobile di un anno per i dipendenti e di 18 mesi per i lavoratori autonomi. (video de La 7)

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Con riferimento alla questione degli “esodati’’, io concordo con la valutazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio’’ (UPB) quando scrive nel suo recente Focus: “Se la sequenza degli interventi di salvaguardia dovesse continuare emergerebbe con sempre maggiore chiarezza il progressivo cambiamento di obiettivo di queste misure: non un esonero indirizzato in maniera specifica ai lavoratori che si trovano in difficoltà economica negli anni tra la cessazione dell’attività e la percezione della prima pensione a causa delle modifiche introdotte dalla riforma Fornero (cioè gli esodati in senso stretto), ma una soluzione per mettere al riparo platee più ampie e non necessariamente, o non tutte, danneggiate in maniera diretta dalla riforma, utilizzando le salvaguardie come surrogato di politiche passive’’.

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“Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi’’: ha scritto Bertolt Brecht. Erano altri tempi. Noi adesso dobbiamo accontentarci  di dire: “Beati i popoli che non hanno bisogno di Denis Verdini’’.

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Il nuovo tricolore: bianco, rosso …. Verdini.

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Su La Notizia Stefano Sansonetti  si è preso la briga di fare i conti in tasca a Tito Boeri scoprendo che di viaggi (Boeri è residente a Milano), vitto e alloggio, il presidente dell’Inps è costato agli italiani 185 euro al giorno volendo considerare una ventina di giorni lavorativi al mese. Sbaglierò, visto l’andazzo dei tempi; ma a me questo modo di fare informazione non piace troppo. Come dovrebbe viaggiare il presidente del più grande istituto previdenziale d’Europa: con l’autostop? E dove dovrebbe dormire: in un ostello? In Santa Marta insieme al Papa? Il populismo plebeo è una brutta malattia. Sono solidale con Tito Boeri, anche se, parlando di pensioni, qualche concessione alla demagogia gli è scappata. Come dice il proverbio? Chi di spada ferisce…

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