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Usa-Russia, perché il disgelo parte dallo spazio

“Quando mi raccontavano di come hanno trascorso il loro tempo nello spazio, hanno evidenziato che la loro stretta collaborazione dimostrata non solo ciò che i due astronauti potevano fare, ma quello che i due paesi potrebbero raggiungere insieme”.

Sono le parole usata dal segretario di Stato americano John Kerry nella conferenza a margine dell’incontro avuto giovedì a Mosca con il presidente Vladimir Putin. Kerry parlava degli undici mesi di convivenza all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) tra l’astronauta russo Mikhail Kornienko e il collega americano Scott Kelly.

Il settore dell’esplorazione spaziale, dove la collaborazione tra le due super-potenze non si è mai interrotta, è il proxy che ha accompagnato il nuovo disgelo tra i due paesi.

Kelly, che è rientrato dalla Expedition 46 il 2 marzo, e si è incontrato con il segretario di Stato, perché in questi giorni è anche lui in Russia, a Star City, l’area dell’Oblast di Mosca dove  lo Yuri Gagarin Cosmonaut Training Center, centro spaziale russo in cui l’astronauta americano ha trascorso il tempo di preparazione alla missione insieme ai colleghi russi. Il capitano americano si sottoporrà ad alcuni check up di controllo nei laboratori russi (lo scopo della permanenza nello spazio era verificare gli effetti fisici su un corpo in assenza di gravità per un periodo prolungato) e poi si mostrerà sotto qualche riflettore mediatico. I russi ci tengono molto alla collaborazione, non soltanto per ragioni tecnologiche, ma soprattutto perché è un link aperto con l’America e l’Occidente.

Alla reunion russa era presente anche il capo della Nasa Charlie Bolden, a sottolineare l’importanza che anche gli americani danno al rapporto bilaterale sullo spazio.

La Nasa e la su equivalente russa Roscosmos hanno annunciato un anno fa esatto il piano per costruire una nuova stazione spaziale per quando, nel 2024, ISS sarà pensionata. I due paesi hanno in progetto la creazione di un nuovo set di norme e sistemi per i programmi spaziali. Nel 2014 la Russia aveva pensato di sospendere le attività di ISS nel 2020, ma probabilmente a far cambiare idea a Mosca c’è la possibilità di creare un programma congiunto con la Nasa per una missione su Marte. La Nasa sta utilizzando proprio la Stazione spaziale internazionale per testare Bigelow, un modulo abitativo espandibili da poter utilizzare per gli astronauti su Marte.

Dietro alla collaborazione russo-americana, c’è anche la spinta cinese: secondo un articolo pubblicato un giorno fa su Forbes, la Cina potrebbe battere sul tempo tutti e tornare sulla superficie lunare entro “cinque o dieci” anni.

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