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Famiglia e persona nell’Amoris Laetitia di Papa Francesco

Il tempo è superiore allo spazio.

Con quest’adagio si apre uno dei primi paragrafi dell’Esortazione Apostolica post sinodale Amoris Laetitia di Papa Francesco resa pubblica oggi. Si tratta, come sempre per documenti del genere, di uno scritto di raccolta dei lavori compiuti dai vescovi su un determinato tema, in questo caso dei due sinodi, uno straordinario e l’altro ordinario dedicati alla famiglia.

Moltissimo è stato detto dai media, tante polemiche sono sorte e poi si sono smorzate, nella condivisione che da sempre caratterizza la storia della Chiesa.

Il testo è lungo, chiaro, scorrevole, molto articolato e ordinato. La famiglia è il nodo etico e culturale del XXI secolo. Non lo è solo per i cristiani, non solo per l’Occidente, ma per tutto il genere umano, in tutto il mondo. Nessun essere umano può vivere senza amore, e il rapporto di coppia è comunque al centro dell’esistenza di tutti, credenti e non credenti.

La Chiesa discute e Papa Francesco ci lascia il suo Magistero, da meditare, pensare e ripensare.

Intanto, la famiglia nella Bibbia: la Genesi, innanzitutto, con la creazione di Adamo ed Eva, e la distinzione sessuale del genere umano in maschile e femminile. Il Nuovo Testamento che chiama la famiglia a essere una micro Chiesa, una Chiesa domestica, in cui si fonde il senso naturale del vivere relazionale e affettivo, la progettazione concreta di vita di ciascuno, la generazione della prole, con il valore autenticamente spirituale e soprannaturale dello stare insieme, dell’amarsi reciprocamente nella tenerezza simbolica e fisica dell’abbraccio permanente.

Il Papa nel Terzo Capitolo, dopo aver definito il significato di sempre del matrimonio, come unione e impegno definitivo tra un uomo e una donna, affronta le questioni che si pongono come sfida per la famiglia di oggi: violenza, aggressività e contestazione dall’interno e dall’esterno.

Il Papa chiama subito in causa la fede, con l’annessa vocazione che si accompagna alla creazione laica di una famiglia. La Chiesa ha sempre affermato e riaffermato il significato al contempo ultimamente umano e ultimamente divino del matrimonio, destinato a segnare il massimo impegno per la stragrande maggioranza dei fedeli.

L’amore nel matrimonio non è, tuttavia, astratto, ma concreto: si vive nel quotidiano. Ed è proprio nel quotidiano che le sfide e le crisi trovano la loro ragion d’essere, il loro superamento o la loro consumazione. Nel matrimonio come asse fondativo della famiglia, come sua causa, si scopre il luogo specifico, dove si praticano le virtù umane fondamentali alla costruzione dell’edificio personale: pazienza, benevolenza, amabilità, perdono, allegria, fiducia, speranza, sopportazione.

L’amore coniugale, però, è anche e soprattutto passione. La sfera emotiva è coinvolta a pieno nell’innamoramento iniziale, nella fedeltà vissuta reciprocamente nel tempo, nell’amore verso i figli, nella sessualità, e nell’invecchiare insieme. Interessante è il passaggio dedicato, in tal senso, all’erotismo, sempre tentato dalla violenza e dalla manipolazione, ma sempre fondamentale nell’amore concreto e reale di una coppia.

Nel matrimonio l’amore iniziale, irrazionale e furtivo, si trasforma, lievita, si eleva e si umanizza. L’accoglienza di nuova vita che nasce ne è segno e finalità. Ecco che la famiglia diviene così un microcosmo sentimentale e razionale, nel quale s’impara a essere figli, a essere anziani, a essere fratelli, ad avere un cuore grande attraversando e ripetendo in se stessi queste tappe relazionali della vita personale, viste e gestite con e negli altri.

Solo nel Capitolo Sesto Francesco si sofferma sulle cosiddette prospettive pastorali: guidare i fidanzati al matrimonio ma accettare le nuove e le vecchie crisi, accompagnando con cura le rotture e i divorzi.

La tesi che emerge dall’Amoris Laetitia è che vi sono realmente situazioni matrimoniali molto complesse, che non si possono né manipolare, né banalizzare e neanche sottovalutare. Ci sono. Ma la vera sfida è la fedeltà personale all’altro nell’amore e i figli: essi abbisognano di formazione stabile e sicura, di sanzioni certe e affettuose, di paziente realismo e sempre di un contesto educativo pulito e chiaro. I figli hanno bisogno dei genitori e del loro rapporto per imparare a vivere e rapportarsi con se stessi e con gli altri.

Per quanto attiene alle situazioni irregolari, l’Esortazione punta sul discernimento e sulla misericordia, parole chiave del Magistero di Francesco. Un ultimo cenno è dato, Capitolo Nono, al valore enorme che assume la spiritualità coniugale e familiare.

In conclusione, il Papa offre ai vescovi e ai fedeli cristiani, ma ovviamente a tutti, un quadro molto dettagliato dei tanti e diversi aspetti che caratterizzano matrimonio e famiglia. Vi è una parte essenziale, quella concernente la realtà stessa del matrimonio e della famiglia, che risulta intoccabile e intramontabile perché costituita attorno alla natura stessa dell’essere umano. E vi sono poi gli aspetti individuali e contingenti che riguardano la concretezza dell’esperienza coniugale, genitoriale e filiale. Queste tre dimensioni non sono separabili, non sono confondibili, ma sono tutte fondamentali per comprendere come e perché il bisogno di amare, e quello di crescere nell’amore, sia ancora oggi, in definitiva, inseparabile dalla costruzione autentica del matrimonio e della sua realizzazione nella famiglia.

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