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Un giorno a spasso con Stefano Parisi a Milano parlando di Passera, Salvini e di moschee

Stefano Parisi

A Milano si respira aria di primavera. I raggi del sole sono tornati a essere meno timidi, ma a rendere l’aria della città più frizzante è la campagna elettorale.Mancano meno di due mesi al voto (fissato per il 5 giugno), ciò vuol dire che la macchina politica milanese sta oleando i suoi ingranaggi: alleanze, sondaggi, gazebi, incontri serrati con gli elettori. Ieri Stefano Parisi era a Qt8, quartiere nella zona nord ovest di Milano. Così, come avverrà il prossimo fine settimana con l’altro candidato Giuseppe Sala, abbiamo trascorso una giornata intera con il candidato del centrodestra, proprio all’indomani dell’intesa con Corrado Passera.

DA CASA A CASA

E’ domenica e quindi mi sono concesso un’ora di sonno in più”, esordisce sornione Parisi, subito dopo le presentazioni di rito. Ad accoglierlo in zona 8 ci sono una trentina di persone, esponenti dei comitati che lavorano quotidianamente per la vita del quartiere. L’ex manager si è presentato al primo appuntamento della giornata senza cravatta, con una giacca blu e un sorriso smagliante. I ritmi serrati non sembrano provarlo. La domenica inizia con una colazione all’interno di un’abitazione privata. “Una famiglia ha deciso di ospitare la nostra riunione, voglio che siano i cittadini a raccontarmi i problemi del rione, proprio loro che vivono qui tutti i giorni. Questo è un quartiere che ha delle ferite, frutto di scelte politiche sbagliate calate dall’alto”, spiega mentre saliamo insieme le scale del palazzo. Prima, caffè e crostata per tutti. Poi, s’inizia e sembra di assistere davvero a una “discussione di famiglia”: il clima è gioviale, disteso. Al suo fianco, tra gli altri, il consigliere Matteo Forte. Tre le questioni fondamentali: la proposta di costruzione della moschea in zona Sant’Elia, il degrado che regna imperante intorno all’ex mercato comunale e la mancanza di esercizi commerciali alimentari nella zona.

LA MOSCHEA

No a una grande moschea, sì a tante piccole strutture dislocate per la città: così sarà più facile tenerle sotto controllo. Occorre comunque una legge nazionale che possa tenere sotto controllo i finanziatori dei luoghi di culto. Un sindaco da solo non può farlo. Anche buona parte dei musulmani lo vuole”, ha spiegato Parisi. Zona Sant’Elia è uno svincolo autostradale, vicino Lampugnano, e conta 170 mila persone. Ci sono molti alloggi dell’Aler, abitati da chi è arrivato a Milano negli anni Sessanta. Tutti i venerdì, giorno di preghiera per i musulmani, a ridosso dell’autostrada, vicino al Palasharp, si creano ingorghi: macchine parcheggiate in seconda fila, gente che attraversa all’improvviso. Perché? E’ nata una specie di moschea fantasma dove un numero consistente di fedeli musulmani si ritrova per pregare ogni settimana. Il Comune non batte ciglio e i vigili urbani non ci sono. Per questo motivo, la giunta Pisapia aveva pensato di costruire proprio al Palasharp il luogo di culto. I cittadini si lamentano: “Se si fa la moschea questo quartiere diventa peggio di una banlieue francese o belga, abitata dagli emigrati ultrasessantenni e dai musulmani”, hanno detto all’unisono. Archiviata la pratica moschea (che sarà il leit motiv dell’intera visita), si passa al mercato comunale e ai problemi logistici legati alla mancanza di esercizi commerciali alimentari. E’ ora di scendere in strada.

ON THE ROAD

Il sole inizia a diventare cocente e così Parisi va in giro in camicia Ascolta e saluta tutti. Anche i militanti del Partito Democratico che stanno facendo un gazebo a pochi passi dal mercato comunale abbandonato. Il candidato del centrodestra fotografa con il suo smartphone. La struttura è abbandonata, è diventata il regno dei senza tetto. “E degli spacciatori di notte”, hanno aggiunto gli abitanti della zona che poi hanno aggiunto: “Perché siamo arrivati a questo punto? C’era un progetto di riqualificazione, l’assessore della Giunta ancora in carica voleva creare un mercatino radical chic con prodotti biologici e nessuno ha ritenuto opportuno investire in questo progetto perché valutato non troppo conveniente. Così, per andare a fare la spesa dobbiamo prendere per forza la macchina e il nostro mercato è lasciato in balia del degrado. Noi abbiamo paura”.

LE DIFFERENZE CON SALA

Paura, appunto. “Qualcuno dice che il problema della sicurezza a Milano non esiste. A noi non sembra così”, ha detto subito Parisi. E il riferimento è all’antagonista Sala, candidato del Pd. “Negli ultimi cinque anni – ha aggiunto Parisi – è come se la Giunta abbia smesso di ascoltare i cittadini e i loro problemi. Sala è la massima espressione del continuum che potrebbe crearsi tra l’attuale amministrazione comunale e quella del futuro. Infatti, tanti assessori, proprio quelli più criticati, hanno deciso di sostenere il candidato del Pd. Se Sala dovesse vincere loro sarebbero di nuovo lì, a Palazzo Marino” ha aggiunto.

PASSERA, UNO DI NOI

Siamo ancora più forti perché abbiamo allargato la coalizione grazie alla presenza di Corrado Passera e di Italia Unica”, ha detto entusiasta Parisi, nel corso della mattinata di incontri e appuntamenti. “Abbiamo chiacchierato un po’, io gli ho chiesto di incontrarci, abbiamo iniziato a ragionare su idee e proposte e poi abbiamo annunciato a tutti l’alleanza che ci rende ancora più forti. E’ la prova che il centrodestra è unito”. E con le privatizzazioni come la mettiamo? “Anche io – ha detto Parisi – sono per le privatizzazioni. Sulla Sea però bisogna prima definire qual è la mission del sistema aeroportuale milanese che così non va bene perché è inefficiente. Bisogna capire come valorizzare quella partecipata, ma ci lavoreremo”.

NUOVE ALLEANZE?

Centrodestra unito, politica inclusiva. E’ il leit motiv di Parisi in questa domenica. E quando gli si chiede se dopo l’allargamento a Italia Unica ci potrebbe essere spazio per qualche altra apertura, ad esempio a NoixMilano, lista civica a sostegno di Nicolò Mardegan, Parisi ha glissato: “Guardiamo solo una cosa: da questo lato c’è uno schieramento che supporta un solo sindaco, mentre di là ce ne sono quattro”. Non sembra esserci spazio neppure per Marco Cappato dei Radicali: “Non condivido il contenuto di alcuni dei suoi referendum: sono contrario all’allargamento della area C, per esempio”, ha tagliato corto Parisi.

IL RAPPORTO CON SALVINI

Girando per la città, l’ex manager raccoglie lamentele ma anche soluzioni – “a cui daremo certamente seguito” ha precisato – e l’obiettivo sembra essere ridare fiducia ai milanesi. “Per noi la politica è una realtà associativa che si occupa del territorio, non è quella dei partiti a cui siamo abituati”. Sarà d’accordo Salvini? “Mi ha fatto i complimenti quando gli ho detto dell’alleanza con Passera. Nessun declassamento per la Lega, io lo avevo detto dal principio che il mio obiettivo, oltre alla vittoria, era quello di portare Passera con noi. Chi mi sostiene lo sapeva dall’inizio”, ha spiegato: “Con Passera c’è un’identità di vedute, non di obiettivi politici”. Nessuna promessa dunque. Né assessorati, né la carica da vicesindaco e neppure qualche nomina extra, in caso di vittoria s’intende: “E’ un nuovo modo di fare politica, di vecchio non c’è nulla. Di solito comunque si critica quando ci si divide e non quando ci si unisce” ha detto Parisi. Che sia una risposta a quanto sostenuto dal ministro Maurizio Martina che ha definito l’unione con Passera come “la mossa della disperazione”? “Forse il ministro si riferiva a qualcosa d’altro che è successo nel Paese”, ha risposto l’ex fondatore di Fastweb ed ex dig di Confindustria.

IL PERCORSO AL BUIO

Dopo il giro a Qt8, l’ex city manager e i suoi si sono spostati verso il centro. Ad attenderli a pochi passi da Piazza San Babila c’era l’Istituto dei Ciechi per fare il classico percorso al buio. “Queste realtà vanno sostenute. Noi lo faremo”. In corsa, su una Up! grigia che Parisi e il suo staff usano per gli spostamenti in città, è arrivata anche la signora Anita, la moglie dell’ex manager che sostiene la candidatura del marito e sta al suo fianco. Nel meraviglioso cortile di Via Vivaio arrivano anche Corrado Passera e la moglie, Giovanna Salza. Si entra velocemente. E Passera nel buio del percorso ripete più volte affermazioni del tipo “Vota Parisi”, “Parisi Sindaco”.

IN MEZZO ALLA GENTE

Si torna in periferia, al Giambellino. Tra le persone, per ascoltarli. A Milano si respira aria di primavera. E Parisi pare piuttosto gongolante, non solo per il clima.

IL RACCONTO DELLA GIORNATA CON PASSERA PER IMMAGINI


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