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Referendum 17 aprile, ecco come Napolitano trivella Grossi (Corte Costituzionale)

Mi sento personalmente grato a “Re Giorgio”, come viene definito più affettuosamente che ironicamente il presidente emerito Giorgio Napolitano, non solo per il pietoso silenzio sugli incontri avuti al Quirinale con i grillini, diversamente dagli elogi sperticati riservati al compianto Gianroberto Casaleggio dal successore Sergio Mattarella, partecipe della santificazione politica del co-fondatore del Movimento 5 Stelle, ma anche per l’intervista alla Repubblica nella quale ha appena smentito, o preso le distanze dalla curiosa sortita del presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, contro chi chiede o vuole astenersi dal referendum di domenica prossima anti-trivelle. Un referendum al quale forse l’ex capo dello Stato non riuscirà a partecipare per una provvidenziale trasferta a Londra, che gli permetterebbe di dimostrare nei fatti, e non solo con le parole, che “l’astensione è un modo di esprimere la convinzione dell’inconsistenza e delle pretestuosità di questa iniziativa referendaria”, sia per il merito sia per l’obiettivo dichiarato da tanti di usare strumentalmente le trivelle contro Matteo Renzi e il suo governo.

E’ un modo di esprimersi, quello di astenersi, pienamente legittimo quindi in una Costituzione che, richiedendo la partecipazione della maggioranza degli elettori ad un referendum abrogativo per la validità del suo risultato, consente a chiunque lo voglia di disertare le urne proprio per vanificarlo. Alla faccia dei valori di “identità” e quant’altro invocato dal presidente della Consulta in un eccesso, diciamo così, di conformismo, peraltro contraddetto in altre occasioni dagli stessi conformisti del cosiddetto civismo che vorrebbero obbligarci questa volta a votare. Cosa che mi onorerò di non fare, imitato da parecchi che sono riuscito a convincere anche per protesta contro il presidente in carica della Corte Costituzionale.



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