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A Tripoli tornano i carri armati in strada, a poche ore dal voto decisivo sul governo Serraj

È previsto per oggi il voto decisivo sul governo libico di Fayez Serraj, sponsorizzato dalle Nazioni Unite. L’HoR, il cosiddetto parlamento di Tobruk, legittimato dalla Comunità internazionale e in esilio in Cirenaica, dovrebbe votare finalmente il sostegno politico necessario all’esecutivo, ed ottemperare all’esplica richiesta al punto 8 dell’accordo siglato a Skhirat il 17 dicembre scorso (l’Lpa che ha innescato i passaggi politici per risolvere la crisi).

PRECEDENTI E PRESSIONI

Già sei volte l’assise a Tobruk ha fatto saltare le sedute per mancanza del quorum, ma stavolta in città sarebbero giunti già più di cento parlamentari, forse pressati anche dalla presenza nel paese del delegato dell’Onu Martin Kobler, giunto in Libia per la seconda volta negli ultimi dieci giorni, proprio per assicurarsi il voto; in programma un incontro con Aguila Saleh, il presidente dell’HoR e simbolo degli oppositori orientali del governo-Onu. (Nell’Est libico sono in corso scontro che coinvolgono le milizie che rispondo al governo di Tobruk, le quali stanno facendo indietreggiare lo Stato islamico a Bengasi).

L’ONU TORNA IN LIBIA

Il passaggio è cruciale per il governo Serraj, e arriva in un momento molto delicato. Mentre Kobler, arrivato insieme al consigliere militare, il generale italiano Paolo Serra, annuncia l’intenzione di riaprire l’ufficio diplomatico della missione Onu UNSMIL (indirizzo: Abusetta, la base militare tripolina che ospita già Serraj e il suo Consiglio presidenziale per ragioni di sicurezza), per le strade di Tripoli sono tornati i carri armati in scontri che coinvolgono le poche milizie rimaste ormai contrarie al governo Serraj e il sistema di sicurezza che protegge il nuovo governo (su cui l’Onu ha supervisione).

TRIPOLI ARMATA

Nonostante il chiarimento fornito attraverso una nota stampa, c’è chi continua a ritenere l’azione che sabato notte ha portato alla morte di due guardie del corpo del futuro vice premier Ahmed Maitiq, un tentativo di rapimento respinto dai bodyguard. Le accuse si stagliano contro Haitem Tajouri, uomo d’affari di Misurata, la cui milizia (la Brigata Rivoluzionaria di Tripoli) avrebbe cercato il colpo di mano decisivo contro il governo Onu (Gna). Tajouri è legato al potere salafita e molto vicino al mufti libico Sadiq al Gharani, oppositore di Serraj. Ad attaccare la casa di Maitiq, secondo il Libya Observer, sarebbe stata al First Security Squad, una fazione semiautonoma legata a Tajouri, a cui la National Mobile Force, fedele a Serraj, aveva cercato di sequestrare dei mezzi uomini.

MINISTERI E RAPPRESENTANZA

Maitiq comunque precede nel suo lavoro, e ha annunciato domenica mattina che i suoi uomini hanno ripreso il controllo di altri tre ministeri ancora “occupati” dal Gnc, ossia l’ex governo illegittimo di Tripoli: si tratta dei dicasteri di Sport, Affari sociali, Housing.

In Lussemburgo, nel frattempo, i ministri di Esteri e Difesa dell’Unione europea discutono sulla crisi: possibili sviluppi in termini di azioni (anche militari) a sostegno del nuovo governo. Nel frattempo, a Tripoli è arrivato per fornire supporto e autorevolezza internazionale anche il ministro degli Esteri inglese Philip Hammond, che si è incontrato con Serraj insieme all’ambasciatore inglese.

(Foto: Twitter, Martin Kobler a Tobruk in attesa del voto)

 



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