Il primo turno delle amministrative entra nella fase più impegnativa. Beppe Sala e Stefano Parisi, i due candidati che realisticamente andranno al ballottaggio, appoggiati da schieramenti più simili ad associazioni temporanee di impresa che ad aggregazioni politiche omogenee, non vengono allo stato percepiti dall’opinione pubblica come nettamente alternativi. L’uscita di scena di Corrado Passera sarà utile all’ex direttore generale della Confindustria ma non sembra aver dato a Parisi la spinta decisiva.
La partita è del tutto aperta. Gli ultimi sondaggi più “indipendenti” sono incerti e un po’ contraddittori. Sala sarebbe più avanti di Parisi, seppur di poco, anche al ballottaggio. Nello stesso tempo il 57% del campione intervistato, come riporta il Corriere della Sera, invoca un cambio sostanziale di contenuti e modi di governare mentre solo il 32% auspica che venga proseguito il lavoro di Pisapia. Poiché si andrà quasi certamente al ballottaggio toccherà ai candidati un impegno aggiuntivo per comunicare nel modo più efficace i loro progetti. Bisognerà conquistare i voti dei cittadini che hanno scelto al primo turno candidati sconfitti e, soprattutto, quelli del popolo dei potenziali astenuti. Il confronto pubblico diretto in “down streaming” tra Sala e Parisi sarà molto importante per convincere gli indecisi. Due esempi per dimostrare una sorta di “convergenza parallela” tra i due candidati.
Il primo, che costituisce una scelta identitaria per l’area liberal-conservatrice, è quello della libertà di scelta educativa, della parità di trattamento tra le scuole paritarie e la scuola statale con l’adozione di un principio di sussidiarietà in grado di fornire un servizio di qualità ai cittadini garantendo nello stesso tempo minori costi alla finanza pubblica. Scontato l’approccio di Parisi, ma anche Beppe Sala non ha mancato di manifestare il proprio grande interesse su questi temi in un’occasione di incontro con Suor Anna Monia Alfieri, che guida con energia e determinazione la Federazione degli Istituti di Attività Educative e che sta incontrando i candidati sindaci.
Il secondo è quello di come prepararsi a gestire una possibile (se non probabile) emergenza profughi. Sia per Sala che per Parisi la soluzione va concordata da subito tra le Istituzioni e le associazioni del volontariato; mentre il primo chiede una equa distribuzione dei profughi in Lombardia, il secondo sollecita per i profughi una sistemazione di prima accoglienza ma sottolinea nello stesso tempo la necessità di aver chiaro qual è il limite di accoglimento dell’area metropolitana.
C’è un’altra considerazione da fare sui due candidati che si contenderanno Palazzo Marino. Per Beppe Sala la carica di sindaco è il punto di arrivo politico di una vita professionale mentre per Stefano Parisi è il punto di partenza di una carriera politica che potrebbe portarlo alla leadership di una nuova forza politica laica e riformista. Anche per questo sarà importante l’appuntamento del 25 aprile che a Milano è sempre stata vissuto intensamente.
Sono passati più di 70 anni dalla liberazione della città quando, con l’aiuto degli Alleati, si restituì simbolicamente al popolo italiano la democrazia proprio nella città dove era nato il fascismo. Il 25 aprile esprime un’identità nazionale costruita sul valore della libertà riconquistata per tutti, la vera eredità della Resistenza. Talvolta questa ricorrenza è stata anche l’occasione per forze politiche e movimenti non solo di rivendicare il proprio ruolo nella Resistenza ma anche di esprimere “diversità aggressive”. In particolare dagli anni ’70 la sinistra più radicale ha riportato alla luce il mito della “Resistenza tradita” rivendicando il carattere rivoluzionario della lotta di liberazione che sarebbe stata boicottato non solo dai moderati ma anche dalla “sinistra in pantofole”. Più volte si è cercato di impedire di parlare a oratori “sgraditi”. Lo scorso anno un gruppo di estremisti filo palestinesi ( che aveva preannunciato l’iniziativa) ha ricoperto a lungo di urla e insulti la Brigata Ebraica, presente nel tradizionale corteo che attraversa la città e si conclude a Piazza Duomo. E’ lecito chiedersi se questi squallidi episodi si ripeteranno il prossimo 25 aprile? Sala e Parisi saranno presenti. Quest’ultimo parteciperà al corteo con la Brigata Ebraica, forse in compagnia di Albertini e Berlusconi. Il prossimo 25 aprile sarà comunque una cartina di tornasole per misurare la crescita della cultura democratica nel nostro paese.