Durante il volo di Stato verso Kuwait City, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha ufficializzato l’invio di un primo contingente dell’Esercito a Mosul, in Iraq.
Saranno intanto cento ed arriveranno entro fine maggio posizionandosi nell’area del compound in costruzione che ospiterà anche i lavoratori della ditta italiana Trevi, a cui il governo iracheno ha affidato dei lavori di sistemazione della grande diga.
L’infrastruttura ha problemi di instabilità fondale che hanno rovinato una delle paratoie che permettono il deflusso delle acque. Il crollo, secondo studi dei genieri americani, potrebbe portarsi dietro inondazioni catastrofiche.
Secondo quanto affermato dal ministro Pinotti, a pieno regime, ossia nei prossimi mesi quando tutti i lavoratori della Trevi saranno in Iraq, il contingente conterà tra le 450 e le 500 unità. Numeri già anticipati dal presidente del Consiglio diversi mesi fa. A questi farà da supporto l’unità di personal recovery CSAR schierata da poche settimane a Erbil: una forza di intervento rapido per situazioni di estrema emergenza (ossia se i nostri soldati dovessero finire sotto attacco dello Stato islamico).
I baghdadisti sono tornati all’offensiva nell’area di Mosul negli ultimi giorni. La roccaforte irachena del Califfato dovrebbe essere oggetto di una grande campagna alleata per liberarla dell’occupazione militare a cui Abu Bakr al Baghadadi l’ha sottoposta dal giugno 2014, ma l’azione stenta e così sono proprio gli uomini del Califfo a muoversi in anticipo.
La scorsa settimana, in uno scontro a fuoco a soltanto 20 chilometri dall’ara della diga, un Navy Seals americano è morto. I baghdadisti hanno intestato la loro battaglia all’ex leader Abu Ali al Anbari, figura di assoluto rilievo, ucciso da un raid americano a metà marzo. Al Anbari era talmente importante che lo Stato islamico gli sta dedicando una campagna globale che arriva fino alla Libia: combattono in suo onore i miliziani che hanno attaccato nei giorni passati Abugrein, a sud di Misurata.
La ministro ha assicurato che l’invio del nuovo contingente (che porterà gli italiani in Iraq a 1300) non modificherà gli assetti dell’Aviazione. I quattro Tornado, forse a breve sostituiti dagli Amx, di stanza in Kuwait continueranno con voli di perlustrazione e acquisizione bersagli, senza bombardare. Pinotti ripartirà in serata per Baghdad e Erbil.