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Perché Nunzio Galantino bacchetta il governo sulle unioni gay

Il segretario della Conferenza episcopale italiana, mons. Nunzio Galantino, fa sentire la sua voce dopo la decisione del governo di porre la questione di fiducia sul disegno di legge Cirinnà relativo alle unioni civili: “Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente avrà anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti”, ha detto a margine del convegno della Federazione italiana delle comunità terapeutiche. “C’è la necessità di politiche che siano più attente, e che davvero mettano al centro l’importanza della famiglia fatta di madre, padre, figli. La famiglia non deve stare a cuore solo alla Chiesa, ma a tutti, a tutta la società. Quello della famiglia non è un ruolo sussidiario o marginale. Questo la società deve capirlo”, ha aggiunto Galantino, chiarendo come la posizione dei vescovi italiani sia assai critica verso la mossa dell’esecutivo. La Stampa, a tal proposito, è categorica: “La presa di distanza è netta, senza appello”.

“E’ FASCISMO STRISCIANTE”

E a chiarirlo bene c’ha pensato, su Repubblica, anche mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e già delegato della Cei per la scuola e l’educazione: “Non si tratta di fare le barricate. Semplicemente di dire che i diritti delle persone conviventi si possono tutelare in altro modo”, ad esempio “con un testo unico sui diritti. Un testo che elenchi e ribadisca quanto l’ordinamento italiano già prevede, esplicitamente o implicitamente, per le persone impegnate in convivenze. Invece questa legge a mio avviso – prosegue Pennisi – ha un portato ideologico”. La fiducia altro non è che “fascismo strisciante, un qualcosa che in nessun modo condivido”.

IL CAMBIO DI PASSO DELLA CEI

Paradossalmente, la Cei alza i toni ora che il disegno di legge non può più essere fermato, e sempre il quotidiano diretto da Mario Calabresi nota che le parole di Galantino sono ben diverse da quelle usate solo il 25 febbraio scorso, quando il Cirinnà fu approvato dal Senato. Allora “era trapelato un certo ‘rammarico’, ma i commenti e le indiscrezioni non si erano spinte oltre”. La svolta, scrive ancora Repubblica, è stata determinata proprio “dalla richiesta del voto di fiducia. Tra i vescovi italiani, stando a quanto trapela proprio dagli ambienti della Cei, si è generato un vero e proprio fastidio”.

“DARE RISPOSTE A TUTTI”

Che il cambio di passo sia evidente lo dimostra il confronto con l’atteggiamento dialogante assunto da Galantino solo pochi mesi fa, che al Corriere della Sera riconosceva il “dovere” dello Stato di “dare risposte a tutti nel rispetto del bene comune prima e più che del bene dei singoli individui”, dal momento che “la società riconosce al suo interno anche la presenza crescente di unioni di segno diverso”.

IL COMMENTO DEL PROMOTORE DEL FAMILY DAY

Durissimo il commento di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli” (Dnf) e promotore del Family Day, a giudizio del quale “Renzi pone la questione di fiducia sulle unioni civili dimostrando ancora una volta di essere il premier delle lobby e non del popolo. La legge istituisce infatti un matrimonio gay – come confermano i parlamentari vicini agli ambienti Lgbt che parlano uguali diritti e doveri – e consente le adozioni a coppie dello stesso sesso grazie al comma 20 che dà carta bianca ai tribunali dei minori”. Secondo Gandolfini, “siamo difronte all’azione del governo più antidemocratico della storia della Repubblica”. Di qui l’appello a “tutti i parlamentari che hanno a cuore il futuro della famiglia e il diritto dei bambini a non essere programmati orfani di padre o di madre, affinché votino liberamente secondo le loro coscienze”.



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