Il Papa si è mostrato disponibile ad affrontare il tema del diaconato femminile. Lo ha fatto sapere rispondendo a una domanda di una religiosa, durante l’udienza concessa ieri in Vaticano alle novecento rappresentanti dell’Unione internazionale delle superiori generali.
LA PRUDENZA DEL PAPA
Francesco, in realtà, ha sottolineato come vi sia un aspetto ancora tutto da verificare circa il ruolo e lo status delle donne diacono nella chiesa primitiva, e cioè se fossero o meno ordinate. “Credo sarebbe bene per la chiesa chiarirlo”, ha osservato Francesco, che proprio per questo ha detto di ritenere “utile avere una commissione che lo chiarisca bene”, in modo da verificare se questa sia “una possibilità per oggi”.
CHE COS’E’ IL DIACONATO
Il diaconato è il primo grado dell’ordine ministeriale, prima del sacerdozio e dell’episcopato. I diaconi hanno l’incarico di aiutare nell’organizzazione della liturgia e nelle attività pastorali. Esiste, al momento, la figura del diacono ultratrentacinquenne che – in base alle norme stabilite dal Concilio Vaticano II – può anche amministrare alcuni sacramenti, come il battesimo e il matrimonio (ma solo nel rito latino). Il problema è comprendere se la donna diacono esistesse già nella chiesa delle origini e quali funzioni avesse. Il Papa, non a caso, ha detto che è ancora “oscuro” il fatto se avessero o meno ricevuto l’ordinazione con l’imposizione delle mani.
IL PUNTO E’ APPROFONDIRE CHE TIPO DI FIGURE FOSSERO
Ha scritto Andrea Tornielli su Vatican Insider che “esistono alcune testimonianze della storia sulla presenza di diaconesse, sia nella chiesa occidentale che orientale. Le testimonianze fanno riferimento anche a riti liturgici di ordinazione. Il punto da approfondire è che tipo di figure ministeriali fossero, quali erano i ruoli che svolgevano all’interno della comunità. La posizione del magistero, che considera il diaconato come il primo grado del ministero ordinato, lo riserva soltanto agli uomini esattamente come avviene per gli altri due gradi, il presbiterato e l’episcopato. Con l’annuncio di essere d’accordo a istituire una commissione di studio sul diaconato femminile nella chiesa primitiva – ha aggiunto Tornielli –Francesco vuole verificare se e come attualizzare quella forma di servizio”.
IL TEOLOGO VITO MANCUSO: “FINALMENTE”
Entusiasta il teologo Vito Mancuso: “Finalmente. Si tratta di un’apertura fedele al presente, perché la chiesa cattolica è l’unica istituzione chiusa in questo senso, ma anche al passato perché nelle prime comunità le diaconesse già esistevano”.
RISULTATI POCO PROBABILI SOTTO QUESTO PONTIFICATO
Scettico è invece il vaticanista di lungo corso Luigi Accattoli, a parere del quale “il sottoproblema del diaconato femminile è – al momento – freddo, si direbbe congelato. Per scongelarlo, ovvero per studiarlo a fondo e arrivare a qualche conclusione operativa, si richiedono tempi lunghi, mentre è urgente un qualche segno papale di nuova considerazione verso il mondo femminile”. Ecco perché, scrive sul Corriere della Sera, se “è verosimile che la commissione di studio Papa Francesco la costituisca”, “è poco probabile che essa concluda i lavori sotto il suo Pontificato. Sarà forse un lascito per il successore”.
“LE SUORE NON NE POSSONO PIU'”
La storica Lucetta Scaraffia, coordinatrice del periodico femminile dell’Osservatore Romano, parla di “super rivoluzione”, osservando che evidentemente le suore che hanno posto al Pontefice tali domande “non ne possono più di essere sempre in un ruolo subordinato. Come del resto non lo sopportavamo più noi laiche. Il mondo sta cambiando, saranno cambiate anche loro”. Che poi cambi davvero qualcosa, è tutto da vedere: “Bisogna vedere se sarà seguita dalla curia che non vuole le donne in ruoli direttivi della chiesa”.
RISCHIO “CONFRONTO FEROCE”
Il cardinale Walter Kasper, teologo di rango e assai vicino a Francesco, spiega a Repubblica che “adesso si aprirà un confronto feroce. Su questo tema la Chiesa è divisa in due. C’è chi ritiene che il diaconato sia un ritorno a ciò che già era in vigore nella Chiesa primitiva, e dunque sia cosa legittima. E c’è, al contrario, chi pensa che sia il primo passo verso un futuro sacerdozio femminile e, per questo motivo, non sia cosa percorribile”. Kasper dice di “non avere una posizione chiara”.