C’è una grande città prossima al voto dove i 5 Stelle non hanno ancora sfondato in termini elettorali. Stiamo parlando di Bologna, dove il Movimento non è mai andato oltre il 19,1% delle politiche 2013 (dato della Camera), mentre in quella stessa tornata elettorale raggiungeva ben altre quote a Roma (27,3%), Napoli (24,6%) e Torino (25,6%). Peggio di Bologna ha fatto solo a Milano, dove però non ci sono esponenti di primo piano a fare da traino. Sotto le Due Torri invece c’è un fedelissimo di Beppe Grillo, uno che vanta un filo diretto con la Casaleggio & Associati e negli anni si è guadagnato la fama di “epuratore” dei dissidenti pentastellati lungo la via Emilia: è Massimo Bugani, (ri)candidato sindaco per i grillini alle amministrative del 5 giugno (qui un suo profilo), che da tempo sta scalando le vette del Movimento senza passare dal Direttorio. Bugani può addirittura permettersi di scavalcare i vari Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, tanto sono efficaci i buoni uffici di cui gode sia nello staff milanese (di cui ormai è un membro a pieno diritto) che in casa Grillo. Fateci caso: a presentare sul palco di Imola l’ultima convention Italia5Stelle dell’autunno scorso c’era proprio lui. E non solo perché si era a pochi chilometri da Bologna.
BUGANI ADESSO E’ UNO DELLO STAFF
Con il suo ingresso nell’associazione Rousseau che dovrà gestire il blog di Grillo, Max Bugani è entrato a pieno titolo nello staff del Movimento. Pur essendo un rappresentante istituzionale (è consigliere comunale sotto le Due Torri), la sua scalata ai vertici del Movimento non passa dai luoghi politici come potrebbe essere il Direttorio composto da parlamentari, bensì dalle vere stanze dei bottoni, ossia dagli uffici della Casaleggio & Associati dove si decidono le sorti dei penstastellati. Raccogliendo l’eredità di Gianroberto Casaleggio, al quale era molto legato, Bugani ora è socio di Rousseau insieme al figlio del guru recentemente scomparso, quel Davide Casaleggio di cui ha elogiato le gesta nell’intervista di ieri al Quotidiano Nazionale, e all’europarlamentare David Borrelli. E’ stato lo stesso candidato sindaco di Bologna a spiegare al dorso locale di Repubblica come funzionerà la nuova piattaforma per gestire la democrazia diretta all’interno del Movimento. Essendo poi Bugani da tempo un acerrimo nemico interno di Federico Pizzarotti e della sua ala critica, c’è chi vede dietro il procedimento di sospensione avviato dallo staff nei confronti del sindaco di Parma la mano dello stesso candidato bolognese, guarda a caso entrato in Rousseau poco prima che Grillo mettesse “Pizza” alla porta. “Sono state richieste delle informazioni e non sono state date; in un Movimento che fa della trasparenza la sua bandiera è grave – si è limitato a commentare Bugani -. I vertici hanno sempre provato a parlare con Pizzarotti, ma lui andava avanti per conto proprio. Quando arriva una mail dallo staff tutti sanno di chi si sta parlando: Casaleggio, la Casaleggio associati e i ragazzi che lavorano per loro”.
IL CODICE DI COMPORTAMENTO
Lo aveva detto sin dalle prime battute della campagna elettorale e Bugani lo va ripetendo pure adesso: anche i candidati 5 Stelle al consiglio comunale di Bologna (lui compreso) sottoscriveranno un codice di comportamento simile a quello emanato per le amministrative di Roma (qui il link). Si tratta di un documento molto contestato, nel quale è presente l’ormai famosa penale di “almeno 150.000 euro” da richiedere a ogni eletto che violerà quelle norme controfirmate e – ultimo motivo di polemica – la previsione di una supervisione da parte dello staff dei cosiddetti “atti di alta amministrazione e questioni giuridicamente complesse”. Il punto 2/d prevede infatti che in questi due casi i provvedimenti “verranno preventivamente sottoposti a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle, al fine di garantire che l’azione amministrativa degli eletti M5S avvenga nel rispetto di prassi amministrative omogenee ed efficienti, ispirate al principio di legali, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa di cui all’rt.97 della Costituzione”. A tal proposito, Repubblica Bologna nei giorni scorsi ha rilanciato l’annuncio fatto da Bugani durante un comizio con la deputata romana Roberta Lombardi, secondo il quale i candidati 5 Stelle a Bologna sono pronti a sottoscrivere quel codice etico, parlando di un contratto da firmare con la Casaleggio nel quale si prevede un vaglio dello staff per delibere particolarmente delicate. Domenica il candidato sindaco ha duramente replicato sulla sua pagina Facebook precisando che “a Bologna non abbiamo sottoscritto alcun contratto, nessuna penale, semplicemente i candidati del M5S hanno chiesto allo staff di Grillo di poter sottoscrivere un documento che mostri il loro attaccamento e la loro promessa di dimissioni e rifiuto di passare al gruppo misto in caso di disaccordo”. Dunque, ben altra cosa rispetto al codice etico dei candidati romani. Ma nel frattempo il dibattito si è allargato anche ad altre grandi città al voto, a partire da Torino.
(Nella foto tratta dal suo profilo Facebook, Massimo Bugani con i membri del Direttorio 5 Stelle Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista)