La morte indora tutto. Ma Marco Pannella si era già indorato in vita con le sue coraggiose e solitarie battaglie di combattente della libertà e dei diritti civili. La cronista lo conobbe da ragazza, inviata dell’Unità e di Umbria tv a una marcia della pace Perugia-Assisi contro l’installazione dei missili a Comiso decisa dal premier e statista socialista Bettino Craxi. Scelta rivelatasi giusta ai fini della difesa della libertà del mondo occidentale, mondo in cui la guerra era ancora fredda. La giornalista e saggista umbra Gabriella Mecucci in un suo libro “Le ambiguità del pacifismo” fa una critica all’ideologismo anti-americano nel quale purtroppo scaderono, a suo avviso, le marce ideate da Aldo Capitini, il Ghandi italiano.
E dunque durante quella marcia degli anni ’80 la cronista ancora ragazzina, per quanto inviata dell’ancora organo del Pci, cercò per mera curiosità di capire e saperne di più. Pannella non la fece quasi parlare e la ragazzina impertinente osò contrattaccare: “Qui le domande le faccio io, onorevole Pannella, la giornalista sono io”. Lui in sostanza accusava la cronista di fare domande di stampo comunista. Quindi la difesa di Craxi non era al centro del diverbio. Per il quale l’inviata dell’Unità fu cazziata dai leader della Perugia-Assisi.
Ma, a distanza di più di trent’anni, la cronista ora si chiede perché proprio lui, Marco Giacinto Pannella, senza il quale gli italiani non avrebbero neppure il divorzio e altri sacrosanti diritti civili, perché proprio lui il giusto e coraggioso paladino dei diritti dei carcerati e di una giustizia davvero giusta, non urlò con il suo megafono contro quello che, come ha sintetizzato il direttore di Panorama Giorgio Mulè, il 19 maggio scorso a Il Dubbio diretto da Piero Sansonetti, fu “non un tribunale ma un plotone d’esecuzione contro Craxi”? E l’allora Presidente della Repubblica, nel decennale della morte, riconobbe in una lettera alla Signora Anna che contro “Craxi ci fu una durezza senza eguali”. Perché non prese mai un aereo per Hammamet una sera d’inverno d’improvviso e senza scorta come fece nel dicembre del ’99 il presidente emerito Francesco Cossiga, ancora e per poche ore ormai componente decisivo con la sua Udr del primo governo D’Alema? Gesto con il quale Cossiga sfido tutti i protocolli possibili e immaginabili? Craxi ne rimase commosso e apprezzò moltissimo il gesto di Cossiga, unica figura istituzionale a recarsi a Hammamet da Bettino in vita, che comunque con l’ex Capo di Stato aveva avuto dissapori. Con Pannella invece erano amici, se non altro perché legati anche dalla passione per le sigarette. Fumavano ovunque Marco e Bettino. Quest’ultimo una volta disse a un giornalista alla buvette di Montecitorio: “Ah non posso fumare? Me lo dicano…”.
Ci saranno e ci sono tremila spiegazioni politiche del fatto che a un certo punto i due si divisero. Pannella definiva se stesso così: l’erba cattiva non muore mai. Ma chissà magari neppure l’erba buona. Usando un luogo comune si potrebbe dire: nessuno è perfetto. Neppure il grande Pannella il cui canto libero mancherà per sempre a tutti gli italiani.