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Massoneria, Imu, Cl e Resistenza. Ecco le ultime polemiche di monsignor Negri

Quando ci si imbatte in monsignor Luigi Negri si è costretti a prendere posizione. Si può essere in totale disaccordo con lui o con certe sue uscite, oppure si possono abbracciare le sue tesi condividendone contenuto e modalità di comunicazione; di sicuro, è quasi impossibile rimanere neutri davanti a quel che dice. Di fronte a monsignor Negri, si sceglie da che parte stare. È proprio lui a non ammettere vie di mezzo. Forse è anche per questo che quando dall’anno prossimo con molta probabilità andrà in pensione da arcivescovo di Ferrara-Comacchio, dato che a novembre spegnerà 75 candeline, se ne sentirà in qualche modo la mancanzao, per lodarlo o attaccarlo.

LE BACCHETTATE ALLA CHIESA

Tra le sue recenti uscite, è passata nel silenzio dei media nazionali l’intervista rilasciata domenica scorsa al dorso ferrarese del Resto del Carlino, nella quale monsignor Negri non ha risparmiato critiche alla Chiesa. “Anziché agire sull’impegno della ripresa di identità – ha detto -, la Chiesa di oggi si sta riposando su se stessa assumendo atteggiamenti di carattere sociale e assistenziale come se, cessato di contestare la cultura di questo mondo, laicista e anticattolica, dovesse ridursi a doverla assecondare”. Alla domanda su chi siano i responsabili di questa situazione, mha risposto: “Non è così lineare. Si trama di corsi e ricorsi storici: a momenti di chiarezza propositiva e impegnata verso il futuro fa da contrappunto una tendenza a ritrarsi. Oggi per me c’è un po’ di confusione. Questa disistima per la dottrina, questo tentativo di pastorale che finisce con l’essere azione accettata e giustificata dal mondo rischia di trasformare la Chiesa in una onlus”. Quindi ha aggiunto: “L’insistenza sulle conseguenze etico sociali della fede, che sono il merito del magistero dell’attuale pontefice, una volta che fossero lette non in continuità con l’identità, finiscono per essere vissute in maniera negativa. La premessa delle premesse non è che ci sono i poveri e che bisogna aiutarli, che pure va bene, ma che il Verbo di Dio si è incarnato, ha salvato il mondo e abita presso di noi”. Dichiarazioni che arrivano dopo le polemiche sulle presunte parole attribuitegli dal Fatto Quotidiano contro Papa Francesco e i nuovi arcivescovi di Bologna e Palermo, monsignor Matteo Maria Zuppi e Corrado Lorefice (qui l’articolo, poi smentito dal diretto interessato).

DALLI ALLA MASSONERIA

Gli attacchi alla Massoneria fanno ormai parte del repertorio di monsignor Negri sin da quando guidava la piccola Diocesi di San Marino-Montefeltro. Domenica scorsa è tornato a lanciare i suoi anatemi, dopo averlo fatto in passato anche su Panorama. Le maggiori resistenze contro la Chiesa per lui arrivano “dalla Massoneria, espressione di una cultura anticattolica e animata da una volontà di distruzione del cattolicesimo, la vera erede dei totalitarismi del secolo scorso. Una massoneria trasversale che qui ha come alleato naturale il cattocomunismo, che si ispira a certo insegnamento dissetano, quello più radicale”. Come già accaduto in passato, il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, anche questa volta ha risposto per le rime a monsignor Negri con una lunga lettera nella quale ha rimarcato il valore massonico della tolleranza accusando il prelato di oltranzismo.

“TRADITO” DAGLI AMICI DI CL

Ma c’è un tasto più dolente di altri per monsignor Negri: riguarda il suo rapporto con Comunione e Liberazione, il Movimento ecclesiale che ha contribuito a fare crescere come allievo del fondatore don Luigi Giussani, ma con il quale oggi i rapporti sono molto freddi. Se non altro con il responsabile don Julián Carrón, il quale deve fare i conti con una complessa situazione all’interno dl Cl stessa. Per Negri il momento “più triste” di questi anni a Ferrara è stato “il tradimento degli amici – ha detto al Carlino -. Uno può dissentire da ciò che dico ma non può perdere il senso del rispetto dovuto all’altro”. E alla domanda se si riferisse a Cl, ha risposto: “Alludo a quella realtà associativa cui ho dedicato tutta la mia vita ma sia chiaro: non sono qui a Ferrara. Fra il dovere di amicizia e il piacere ai potenti, i responsabili nazionali hanno preferito la seconda senza dare mai giustificazioni”. D’altronde, già il 26 marzo scorso si era detto deluso dai vertici ciellini e da “quella volontà del Movimento di stare nelle retrovie e di fare un’azione di carattere spirituale o spiritualistico, l’opposto di quel che Giussani ha voluto”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il comunicato diffuso dall’ufficio stampa di Cl dopo la polemica sulle frasi attribuitegli dal Fatto Quotidiano; ma è evidente che certe critiche covavano già da tempo.

A PROPOSITO DI IMU, AMORIS LAETITIA E RESISTENZA

Negli ultimi giorni monsignor Negri ha fatto parlare di sé anche su altri argomenti. La sua lettera al premier Matteo Renzi per chiedere di cambiare le norme sull’Imu alle scuole paritarie dopo la richiesta di pagamenti di Ici arretrata da parte del Comune di Ferrara ha innescato un dibattito a livello nazionale (qui il testo della missiva e qui l’intervento del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani). Poi c’è stato il dibattito su Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica di Papa Francesco su amore e famiglia, nel quale è intervenuto l’arcivescovo spiegando che è falso sostenere che dopo quel testo si può concedere la comunione ai divorziati risposati (qui le sue parole). Chiude il cerchio la polemica sui partigiani “veri” della ministra Maria Elena Boschi, che ha dato l’occasione a monsignor Negri per ricordare la figura del Beato Rolando Rivi, giovane seminarista emiliano ucciso dai partigiani comunisti. “Gradirei che mi si spiegasse in che senso sia stata ‘vera’ resistenza quella che ha sequestrato un ragazzo di quattordici anni, sottoponendolo a torture e gettandolo in un buco dopo avergli sparato due colpi ravvicinati di pistola”, ha sottolineato monsignor Negri in questo intervento.


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