Qualche inevitabile sassolino che l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi si è tolto dalla scarpa e un trasversale riferimento agli investimenti a favore della Marina (con sfumature diverse e importanti) in tutti i discorsi. Non poteva essere un normale avvicendamento quello al vertice della Marina militare tra De Giorgi, andato in pensione, e l’ammiraglio Valter Girardelli, fino al giorno prima capo di gabinetto del ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Non poteva esserlo per il carattere particolarmente esuberante di De Giorgi, che prima della cerimonia ha dato vita a un piccolo show con la banda della Marina che ha intonato tra l’altro il tema del «Gladiatore», per l’inchiesta di Potenza nella quale l’ammiraglio è indagato e per le polemiche dei mesi scorsi sugli investimenti per il rinnovo della flotta per i quali in molti gli hanno contestato un’eccessiva attività di lobbying. “Offeso dai media, vilipeso da fonti anonime, avrò la mia vendetta in un modo o nell’altro”, ha detto l’ammiraglio al microfono.
«Siamo riusciti non solo a confermare le 10 fregate Fremm, ma soprattutto a dare vita a una famiglia di navi innovative che segneranno il futuro delle costruzioni navali anche a livello internazionale», ha poi dichiarato De Giorgi nel discorso ufficiale, rivendicando i successi ottenuti e ringraziando per questo numerosi leader sindacali (tra i quali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Carmelo Barbagallo, nomi che di solito non risuonano nelle cerimonie militari) «per il sostegno dato dai lavoratori alla salvaguardia degli investimenti» mirati alla cantieristica e alla tecnologia correlata. «Lascio in eredità 16 navi maggiori e due unità minori», ha aggiunto l’ammiraglio ringraziando gli ultimi due ministri della Difesa, Mario Mauro e Pinotti, perché si è giunti «non solo al finanziamento, ma addirittura alla contrattualizzazione di tutte le navi volute dal governo».
Ma, tra una comprensibile commozione e un ringraziamento, De Giorgi non ha dimenticato «gli attacchi contro di me» che «non meritano attenzione oggi. Soprattutto non la meritano i corvi e gli interessi occulti che hanno diffuso dossier anonimi per tentare di condizionare il futuro della Marina». Il riferimento è a un dossier di qualche anno fa rispuntato una volta finita sui giornali l’inchiesta della procura di Potenza mentre Pinotti ha risposto con uno «speriamo che non ci siano» alla richiesta di commentare gli «interessi occulti». De Giorgi è andato oltre, ringraziando per «il supporto morale» sia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che soprattutto quello del Consiglio, Matteo Renzi, «che ha avuto il coraggio di difendere pubblicamente la mia reputazione, all’apice della tempesta, quando altri hanno preferito defilarsi». Non va dimenticato che nei tre anni di mandato di De Giorgi la Marina è stata impegnata in prima linea nelle missioni Mare Nostrum, Mare sicuro e Eunavfor Med, oltre al soccorso al traghetto Norman Atlantic.
L’ammiraglio Girardelli, 61 anni tra un mese, resterà in carica due anni. Anche lui ha riconosciuto al governo un’attenzione che trova «tangibile segno nel programma di rinnovamento della linea delle Fregate, nel programma di sostituzione delle linee più obsolete, nell’ammodernamento delle linee subacquee e di quelle elicotteristiche, nel mantenimento e rinnovo di quelle aree (con i futuri F35-B, ndr), negli interventi per ripristinare l’efficienza lavorativa degli arsenali e degli stabilimenti e in altri molteplici settori». Ma qui sta la differenza con le parole di De Giorgi, la cui eredità sarà inevitabilmente diluita in molti anni: «Non va sottaciuto – ha aggiunto Girardelli – che gli auspici sono superiori alle aspettative, che le aspettative sono superiori alle concrete possibilità e percorribilità nell’attuale contesto nazionale» e perciò con «pragmatismo e umiltà» ci si riuscirà, ma «in un’ottica di risultato di medio-lungo termine».
Analogo il concetto espresso dal ministro Pinotti: «I tempi per implementare e mantenere uno strumento navale costituito da unità moderne ed efficienti sono necessariamente lunghi e in particolare l’impostazione, la realizzazione e il periodo di impiego operativo di nuove navi non possono che essere previsti in una prospettiva temporale di diversi decenni». Un tema che riguarda più in generale gli investimenti in tutte le Forze armate, che hanno bisogno di certezze a lungo termine, che «richiedono una cultura della Difesa profondamente condivisa in tutte le componenti della classe politica e dell’opinione pubblica», «al di sopra di slogan approssimativi e strumentalizzazioni di parte». Dopo la cerimonia il ministro ha rivendicato gli investimenti per la Marina: «La flotta stava subendo l’invecchiamento, c’era bisogno di un programma di rinnovamento e il governo lo ha sostenuto».
Dunque De Giorgi ora dovrà occuparsi dell’inchiesta di Potenza. Al termine del suo discorso, la banda ha accennato al «Nessun dorma» dalla Turandot di Giacomo Puccini perché l’ammiraglio è convinto che, dopo la notte giudiziaria, all’alba sarà lui il vincitore. Girardelli, invece, è di carattere opposto: chi lo conosce lo descrive come un ufficiale di assoluto rigore e che ama agire in silenzio. Lui stesso, nel suo discorso, ha sottolineato l’autorevolezza a discapito dell’autoritarismo, un’autorevolezza che è anche «contraddistinta dal silenzio, dalla riflessione, dalla mancanza di clamori». Probabilmente nei prossimi due anni ci saranno meno bande e più silenziose decisioni che potranno fare rumore dentro la Marina.