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Luigi Di Maio, i lobbisti e la stampa

Di Michele Arnese e Bruno Guarini

Signore e signori grillini, i lobbisti non sono sporchi, brutti e cattivi come sovente si è raccontato in passato, ma sono dei professionisti che i parlamentari devo ascoltare anche quando magari non ci si trova d’accordo. È questo il vero messaggio giunto alla base e ai parlamentari del Movimento 5 stelle dalla partecipazione di Luigi Di Maio, esponente di spicco dei Pentastellati oltre che vicepresidente della Camera, al seminario organizzato ieri sera dalla società di lobby Fb & Associati fondata da Fabio Bistoncini.

Non è un’indiscrezione giornalistica, ma è la conclusione indiretta che si trae dal post che lo stesso Di Maio ha scritto su Facebook: “Io non ce l’ho con le lobbies. Esiste la lobby dei petrolieri e quella degli ambientalisti, quella dei malati di cancro e quella degli inceneritori. Il problema è la politica senza spina dorsale, che si presta sempre alle solite logiche dei potentati economici decotti”, ha rimarcato il membro del direttorio M5S. “Abbiamo anche discusso di regolamentazione delle lobbies. È dal 2014 – ha aggiunto Di Maio – che mi batto per un regolamento sui lobbisti alla Camera. Il rapporto tra portatori d’interessi e politica va regolato per Legge”.

Lo spunto dell’incontro, al quale hanno partecipato molti responsabili delle relazioni istituzionali di aziende, era la discussione di uno studio curato dalla società di lobbying sull’azione dei gruppi grillini in Parlamento (qui i nomi e le informazioni); un rapporto anticipato tempo fa da Formiche.net. Ma non si è parlato solo di questo. Come ha scritto oggi Massimo Franco sul Corriere della Sera, Di Maio ha spiegato il No dei 5 stelle al referendum sulla Costituzione, ha parlato dell’Italicum, ma in verità della legge da loro proposta, senza dire quindi se l’Italicum va modificato oppure no (e l’orientamento comunque è per il no), e ha illustrato le posizioni dei 5 stelle in politica estera (a volte ondivaghe come rimarcato qui e qui da Formiche.net nelle ultime settimane, e sottolineato oggi dal Corriere). Peccato che siccome il format non prevedeva domande oltre quelle di Bistoncini, non si sia parlato di alcune posizioni turbo ambientaliste e vetero anti industrialiste dei Movimento 5 stelle, peraltro mitigate o cassate di recente se si osservano le recenti proposte parlamentari (qui e qui gli approfondimenti di Formiche.net sui progetti pentastellati su banche, Bankitalia, fisco e politica economica).

Ma l’incontro di ieri di Di Maio con alcuni professionisti del lobbying segna una svolta salutare per i vertici del Movimento che in un passato anche recente hanno seminato – senza risparmiarsi troppo – critiche e astio verso i professionisti del settore. Un cambio di impostazione che segue una linea da tempo tracciata da Di Maio e anche per questo accusato di recente di trafficare finanche con la Trilateral solo per aver partecipato a un convegno dell’Ispi.

Uno sforzo ulteriore a questo punto sarebbe necessario anche da parte dei lobbisti nei confronti della stampa. Se si invitano i giornalisti dicendo però che non si può scrivere né fotografare e poi si vedono cinguettare foto dell’evento e si possono leggere cronache da parte di chi ha partecipato fra i “relatori” del convegno, l’esito può lasciare basiti taluni che hanno preferito declinare l’invito non potendo scrivere: i giornalisti non fanno, di solito, relazioni istituzionali.



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