Gianantonio Stella non è solo un professionista di valore e competenza, ma è anche un giornalista impegnato nelle battaglie civili senza – come si suol dire – guardare in faccia a nessuno. Così, avendo compreso da una nostra “Puntura di Spillo” per Formiche.net (che peraltro citava un sito online) che “c’era del marcio” nel Codice degli appalti (dlgs n.50/2016, varato solo tre mesi or sono) e che il governo era stato costretto ad emanare un avviso di rettifica di ben 188 articoli su 220, Stella si è messo a spulciare nelle Gazzette Ufficiali ed ha scoperto e denunciato sul Corriere della Sera la sciatteria di chi aveva redatto quel testo (e cioè il governo, segnatamente la Presidenza del Consiglio, trattandosi di un decreto delegato sul quale le Commissioni parlamentari sono tenute solamente ad esprimere un parere obbligatorio, ma non vincolante). A parte gli innumerevoli e sbadati refusi, l’aspetto più grave, denunciato da Stella, riguarda i rinvii legislativi errati. Qualunque legge si muove in un quadro normativo più ampio e deve fare riferimento ad altre norme contenute in commi ed articoli di altri provvedimenti legislativi (contrassegnati da date e numerazioni). Se questi indicazioni sono sbagliate (e, nel codice, lo sono per un numero impressionante di volte) l’interprete (che è poi un’impresa che deve lavorare) o finisce su di un percorso sbagliato o si infila lungo un binario morto da cui non è più in grado di uscire (anche per questi motivi, pare che vi sia stato un crollo degli appalti). Ormai però il guaio è fatto. Ve lo immaginate gli uffici tecnici delle aziende che devono consultare la legge tenendo sott’occhio l’opuscolo degli errata corrige?
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Eppure sul Codice, le ‘’Madonne pellegrine’’ del “politicamente corretto” si sono pronunciate così:
Raffaele Cantone: “Ai cronisti che lo hanno interpellato a margine dell’audizione e gli hanno chiesto se non ci sia un’attività di lobby contro il nuovo Codice, Cantone ha detto “non sono se ci sia un’attività di lobby, ma è strano quello che si sta verificando, un fuoco di fila che non ha giustificazioni rispetto a un Codice che certamente ha una serie di novità e problemi, ma molti meno di quello precedente”.
Matteo Renzi: “Altro passo per sbloccare l’Italia”. (Questa è da ricordare nei libri di storia, come il ‘’Nutro fiducia’’ di Luigi Facta poche ore prima della “Marcia su Roma”, ndr).
Graziano Delrio: “Una corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni finalmente all’altezza di un grande Paese europeo. Semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione, e qualità sono gli elementi chiave” della riforma. Sul primo punto, quello dello snellimento delle norme, il ministro sciorina i numeri: si passa dal vecchio codice “da 660 articoli e 1500 commi a 217 articoli (di cui 188 da correggere, ndr) con una scelta di grandissima semplificazione e recepimento delle direttive europee”.
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E’ morto Lello Bozzo. L’ho appreso da Formiche.net. Lo conoscevo da una trentina d’anni, ci stimavamo e rispettavamo reciprocamente. Potrei dire di Giovanni Battista (questo era il suo nome) molte cose, ricordare tanti episodi di lavoro in comune. Mi limito a dedicare a lui e ai suoi cari un brano di Lucio Anneo Seneca (tratto dalle Lettere morali a Lucilio). “Moriamo ogni giorno. Infatti giorno dopo giorno ci è tolta una parte della vita e persino quando cresciamo la vita decresce. Abbiamo perso l’infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Fino a ieri tutto il tempo che è passato è perduto; questo stesso giorno, che stiamo vivendo, lo condividiamo con la morte. Non l’ultima goccia esaurisce la clessidra, ma tutto ciò che prima è colato; così l’ora suprema, in cui cessiamo di esistere, non ci ha procurato, lei sola, la morte, ma lei l’ha portata solo al compimento: la raggiungiamo in quel momento, ma da tempo dura il cammino’’.