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Cosa promettono gli Stati arabi sul terrorismo islamico

Dopo Ankara e Nizza è toccato a Monaco e, più in generale, alla Germania di Angela Merkel che, nel giro di una settimana, ha dovuto fare i conti anche con l’assalto a colpi d’ascia di un 17enne afghano su un treno a Würzburg, l’assassinio di Reutlingen, in cui ha perso la vita un donna incinta uccisa a calpi di macete, e l’esplosione di Ansbach.

Alla luce di quanto accaduto, prova evidente di una crisi la cui risoluzione non può più essere rimandata, i ministri degli Affari esteri di alcuni Stati arabi, si sono riuniti sabato in un summit regionale, in Mauritania, e hanno giurato “di sconfiggere il terrorismo”, riporta Al-Arabiya.

Sebbene gli episodi verificatisi in Germania non possano essere ricollegati al terrorismo islamista dell’Isis, almeno i fatti di Ansbach possono essere considerati un effetto collaterale della terribile situazione che si sta consumando in Siria e, più in generale, in Medio Oriente. La stessa che ha contribuito alla nascita dello Stato islamico, conseguenza inintenzionale dell’invasione dell’Iraq e della politica adottata dagli Stati Uniti nella successiva fase di transizione, che poi ha tratto vantaggio dalla guerra scoppiata in Siria e dall’assenza di un potere forte in Iraq. A seminare il terrore, infatti, è stato un (aspirante) rifugiato siriano la cui richiesta era stata respinta

IL DOPPIO APPUNTAMENTO DI NOUAKCHOTT
I ministri degli Affari esteri di Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, accompagnati dal Segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, sabato, si sono dati appuntamento a Nouakchott, in Mauritania, per discutere delle ingerenze compiute dall’Iran nei paesi arabi, ma non solo. I partecipanti hanno anche invocato “una risoluzione definitiva del conflitto israelo-palestinese”.

“Dobbiamo sconfiggere il terrorismo, è una priorità”, ha affermato il ministro degli affari esteri egiziano, Sameh Shoukry. “L’omonino mauritano, Isselkou Ould Ahmed Izidbih, ha invitato gli Stati arabi a intraprendere una più ampia collaborazione con l’Africa al fine di raggiungere questo obiettivo”, scrive Al-Arabiya.

I ministri presenti hanno anche concordato sulla necessità di supportare “tutte le iniziative che possono agevolare la fine delle crisi del mondo arabo, specialmente i conflitti in Siria, Libia e Yemen”, prosegue l’emittente emiratina. Inoltre, hanno accolto l’iniziativa franco-egiziana di ripristinare i negoziati di pace per porre fine al conflitto israelo-palestinese, sebbene Gerusalemme, proprio poco tempo fa, abbia lasciato intendere che preferirebbe lasciare fuori la Francia, per privilegiare l’esclusiva mediazione egiziana (qui l’articolo di Formiche.net).

Oggi, invece, a sedere al tavolo della trattative saranno stati i capi di Stato dei Paesi membri della Lega araba, per un incontro che terminerà domani. All’incontro si presume prenderà parte anche Omar Bashir, presidente sudanese accusato per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale. La Mauritania non è tra gli stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale.

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