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Fondo Atlante 2, ecco come e perché le Casse di previdenza discutono e si dividono

Atlante spacca le Casse di previdenza. L’adesione al secondo fondo, dopo quello nato per salvare Veneto Banca e Popolare di Vicenza, da parte del grosso delle Casse previdenziali, sta creando non poche tensioni e malumori all’interno del mondo dei professionisti. Tutto ruota intorno a quel mezzo miliardo di euro stanziato dalle Casse per il veicolo da 4 miliardi messo in piedi per acquistare le sofferenze, a partire da quelle del Monte dei Paschi di Siena. Scelta contestata da una fetta dei professionisti iscritti, che non ci stanno a salvare le banche coi propri soldi. Qualcuno si è schierato apertamente, altri mugugnano in silenzio.

ATLANTE ATTO SECONDO (PER SALVARE MPS)

Il nome Atlante è strettamente legato alle vicende di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, entrambe reduci da una ricapitalizzazione flop. Poi però è arrivata la crisi di Mps e quella lettera della Bce, che ne ha mandato a picco il titolo in Borsa, con cui Francoforte ha chiesto il progressivo smaltimento di 10 miliardi di crediti difficili. Di qui l’esigenza per il Tesoro di imbastire con la Cdp un secondo paracadute, sempre gestito da Quaestio sgr, per disinnescare la bomba di Siena. Alla chiamata hanno risposto, oltre che alla Cdp e Sga anche le Casse previdenziali. Ma non tutto è filato liscio.

L’ADEPP DICE DI SI’ 

Il sì delle Casse è arrivato ufficialmente lunedì, dopo giorni di rumors sul possibile ingresso dei professionisti nel capitale del fondo. L’assemblea dell’Adepp, l’associazione delle Casse, il cui patrimonio si aggira sui 70 miliardi, si è riunita, sciogliendo le ultime riserve e dando l’ok allo sblocco di 500 milioni di euro con cui alimentare il veicolo. E pensare che, come ricostruito da Formiche.net, lo scorso mese le stesse Casse si erano mostrate parecchio titubanti sulla partecipazione al fondo, finendo col rifiutarne l’ingresso. Ora però il vento sembra essere cambiato, con l’associazione guidata da Alberto Oliveti, disposta a “investire a sostegno del sistema Paese nel quale i professionisti operano e valutare con la massima attenzione l’investimento in Atlante 2”, si legge nello stringato comunicato post assise. Eppure fonti della stessa Adepp precisano come “ad oggi il governo non abbia ancora mandato i dettagli tecnici dell’operazione, che Adepp attende per poterne prendere visione. L’ok dell’associazione è stato un segno di sostegno al sistema, all’economia, anche se finora non si è vista nessuna specifica tecnica in grado di spiegare bene il funzionamento del tutto”. In altre parole, l’Adepp ha sposato la causa Atlante, pur non conoscendo bene i dettagli dell’operazione.

MA C’E’ CHI DICE NO (TIPO I COMMERCIALISTI)

Eppure, qualcosa tra i professionisti non ha funzionato. Prova ne è il corto circuito esploso tra l’Adepp e l’Anc, l’associazione nazionale dei commercialisti. Attenzione, non si tratta della Cassa di previdenza dei commercialisti, che ha un proprio cda e un proprio organo vigilante. Ma pur sempre un’istituzione in grado di esercitare una certa influenza sull’ente previdenziale dei commercialisti. In una lettera al premier Matteo Renzi e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan,  l’Adc ha espresso tutto il suo disappunto per la partecipazione delle Casse al fondo, sottolineando come gli enti “non siano mucche da mungere. E per questo non consentiremo che neanche un euro del patrimonio della nostra Cassa sia distratto dallo scopo cui è destinato, cioè erogare assistenza e previdenza adeguata ai dottori commercialisti”. Poi, l’affondo con annessa esplicita richiesta di dietrofront. “La sensazione è che si pensi che i loro patrimoni siano dei gioiellini del sistema previdenziale italiano, in cui sia custodito un tesoretto, cui attingere in caso di bisogno”. Di qui l’invito agli organi delle Casse, “e in particolare il consiglio di amministrazione e l’assemblea dei delegati della Cassa dei dottori commercialisti” a non ratificare la decisione presa dall’Adepp.

IL SILENZIO DI INARCASSA (E I MALUMORI DEI MEDICI)

L’ok dell’Adepp è solo “preventivo” cioè subordinato al via libera definitivo di ciascun consiglio delle Casse. Il cui esito non è scontato. “E’ imminente un consiglio di amministrazione dell’Inarcassa”, confida una fonte a Formiche.net. L’ente degli ingegneri per il momento preferisce mantenere la linea del silenzio “non commentando” la decisione presa dall’assemblea dell’Adepp. Un silenzio che però la dice lunga sulla delicatezza della questione. Da quanto si apprende le riunioni dei cda si terranno tra questa e la prossima settimana, prima della chiusura estiva degli enti, prevista per il 5 agosto. Se Inarcassa prende tempo, i medici sembrano parecchio indispettiti. Da quanto apprende Formiche.net, una certa maretta si starebbe registrando infatti anche dalle parti dell’Enpam, l’ente di previdenza dei medici, che non vedrebbe di buon occhio l’ingresso in Atlante 2.

ANCHE I CHIMICI SI SCHIERANO CON IL FRONTE DEL NO

Nelle ultime ora si il fronte del no sembra ulteriormente rafforzarsi. Dopo i commercialisti  e i medici infatti, anche i chimici hanno detto  all’utilizzo dei loro contributi per il salvataggio del Montepaschi. “Riteniamo che l’eventuale azione di sostegno richiesta all’Epap (Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale, cui sono iscritti geologi, chimici, attuari e dottori agronomi e forestali), tramite l’Adepp per il salvataggio del Monte Paschi, nell’ambito del Fondo Atlante 2, possa mettere fortemente a rischio i contributi degli iscritti“, ha ammonito il presidente del Consiglio nazionale dei chimici Nausicaa Orlandi. La quale esprime “indubbia preoccupazione per i chimici iscritti all’Epap”, qualora “i montanti pensionistici possano subire perdite, a causa di un’azione di supporto al sistema bancario italiano”.

COSI’ LA POLITICA GUARDA ALLA PARTITA CASSE-ATLANTE

La vicenda Casse ha avuto qualche eco anche nelle Aule parlamentari. In particolare Movimento Cinque Stelle e Forza Italia hanno duramente attaccato il governo per aver consentito la partecipazione delle Casse ad Atlante.  Il capogruppo azzurro Renato Brunetta  ritiene per esempio “veramente grave” l’eventuale intervento delle Casse in Atlante, per acquistare le sofferenze di Mps. Perplessità sono state espresse anche dai grillini. “Cosa dirà la Ue di fronte a un eventuale apporto di capitale di soggetti come le casse previdenziali che sono eminentemente pubbliche?”.


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