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Chi c’è nella commissione voluta dal Papa sul diaconato femminile

Jorge Maria Bergoglio

Lo scorso 12 maggio, Papa Francesco, ricevendo nell’Aula Paolo VI in Vaticano le partecipanti all’Assemblea plenaria delle Superiori generali, aveva pubblicamente appoggiato la proposta di istituire una commissione di studio sul diaconato femminile. “Credo che sarebbe bene per la chiesa chiarirlo”, è “utile avere una commissione che lo chiarisca bene”, per verificare se “è una possibilità per l’oggi”. Da qui si era da più parti giunti a conclusioni affrettate: il Papa dice sì alle donne diacono e addirittura alle donne prete. Niente di tutto questo.

I MEMBRI DELLA COMMISSIONE

Tre mesi dopo, Francesco ha costituito la commissione, “dopo intensa preghiera e matura riflessione”. Lo scopo è quello che aveva annunciato a maggio: “Studiare la questione”. Ne fanno parte dodici persone, sei donne e sei uomini provenienti da diverse parti del mondo. A presiederla sarà mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, gesuita e segretario della congregazione per la Dottrina della fede. I membri sono suor Nuria Claduch-Benages (Pontificia commissione biblica), la professoressa Francesca Cocchini (Università La Sapienza e Istituto Augustinianum), mons. Piero Coda (Istituto universitario Sophia e Commissione teologica internazionale), padre Robert Dodaro (preside dell’Istituto Augustinianum), padre Santiago Madrigal Terrazas (Università pontificia Comillas di Madrid), suor Mary Melone (Rettore dell’Università Antonianum), padre Karl-Heinz Menke (Università di Bonn e Commissione teologica internazionale), padre Aimable Musoni (Università Salesiana), padre Bernard Pottier (Institut d’Etudes Théologiques, Bruxelles e Commissione teologica internazionale), professoressa Marianne Schlosser (Università di Vienna e commissione teologica internazionale), professoressa Michelina Tenace (Università Gregoriana), professoressa Phyllis Zagano (Hofstra University, New York).

LE QUESTIONI APERTE

Scrive Luigi Accattoli sul Corriere della Sera che due sono le questioni aperte: quali erano esattamente i compiti delle diaconesse? Perché a un certo punto sono scomparse? “Sono questioni sulle quali hanno già lavorato due gruppi di lavoro della Commissione teologica internazionale, tra il 1992 e il 2002, arrivando a una conclusione attendista”. Il documento che ne venne, ricorda Accattoli, “batteva più sulle difficoltà che sulle opportunità del ristabilimento e concludeva rimettendo la questione al Papa: ‘Spetterà al ministero di discernimento che il Signore ha stabilito nella sua Chiesa pronunciarsi con autorità sulla questione'”.

SEI DONNE E SEI UOMINI

La Commissione istituita ieri “è più autorevole di quelle precedenti”, nota ancora il Corriere della Sera, “perché è nominata dal Papa”. “La parità di genere è un segnale vistoso: più volte Francesco ha detto che le donne vanno ascoltate dove si decide”, scrive Accattoli riferendosi alla composizione (sei uomini e sei donne) del nuovo organismo.

TEMPI LUNGHI

Temi per la decisione finale (se mai ci sarà) non ne vengono fatti, anche perché il punto centrale ed essenziale è individuare le funzioni che le diaconesse avevano nei primi secoli. Proprio a maggio, all’indomani delle parole del Pontefice, era Accattoli a scrivere che “il sottoproblema del diaconato femminile è freddo, si direbbe congelato. Per scongelarlo, ovvero per studiarlo a fondo e arrivare a qualche conclusione operativa, si richiedono tempi lunghi, mentre è urgente un qualche segno papale di nuova considerazione verso il mondo femminile”.

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